di un uccello le due ali,
Ricevono fiori e pallottole
sopra lo stesso cuore.
Edwin Gonzalez, è il delegato della Missione di Portorico a L’Avana e mi dice: “Io lavoro qui dal 1991 e l’anno prossimo questa missione compirà il suo 50ª Anniversario. Questa sede di Portorico che si trova a Cuba, con la quale esistono vincoli storici, è la sola e unica ambasciata del Movimento Patriottico portoricano.
Abbiamo uffici nella ONU, ma nulla di paragonabile a questa ambasciata che abbiamo qui, una sorta di riconoscimento delle autorità cubane ai portoricani che vengono nell’Isola.
Uno dei motivi è la realizzazione di un lavoro internazionale per l’indipendenza di Portorico. Siamo a Miramar, il quartiere de L’Avana vicino alla zona delle ambasciate e a diverse chiediamo appoggio sul tema della decolonizzazione di Portorico nell’ONU.
Il 22 giugno scade di nuovo l’anniversario e sono state approvate già 3 risoluzioni che pongono ben chiaro il diritto internazionale e il diritto di non essere una colonia, riconosciuto dalle stesse Nazioni Unite.
Un altro tema è il riscatto e il rafforzamento del vincolo con il popolo cubano: la destinazione politica non ci ha differenziato o allontanato.
Il prossimo 25 luglio si compiono 117 anni dalla colonizzazione nordamericana, anche se noi da sempre parliamo spagnolo e siamo una nazione latinoamericana, anche se ci hanno imposto la nazionalità statunitense e il passaporto degli USA. In tema di nazionalità abbiamo fatto dei passi avanti con un consenso nazionale nel paese.
In Portorico indipendentemente da come pensa la gente ideologicamente, e a parte coloro che vogliono che si sia uno Stato degli USA, di quel establishment che ha già più di sessant’anni, esiste un consenso generale che vede Portorico come una nazione, un paese e non una colonia.
Noi abbiamo il nostro Comitato Olimpico riconosciuto internazionalmente e culturalmente parlando abbiamo una presenza nostra di fronte al continente, al mondo, con artisti, cantanti, letteratura ora e una proiezione nazionale.
Questo riconoscimento è avanzato in America Latina e dobbiamo segnalare che Portorico è considerato una nazione latinoamericana e caraibica da parte della CELAC, la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi.
La maggioranza dei casi coloniali s’incontrano in America Latina e questo è un tema che va attualizzato dato che esiste una risoluzione sulla decolonizzazione della ONU.
Ci sono stati passi avanti con i paesi africani ed anche grazie a questo esiste un Comitato di Decolonizzazione delle Nazioni Unite.
Agli Stati Uniti conviene che Puerto Rico sia una colonia da un punto di vista commerciale ed economico, dato che il paese è in funzione degli interessi nordamericani. Puerto Rico sta vivendo la peggiore crisi della sua storia come Stato e socialmente la colonia come tale si è degradata. Tutto il fondo di finanziamento del paese si trova a Wall Street, non in una banca in oro, ma in bonus a 25 o 50 anni. La gente li compra e con questo funziona il governo, a parte gli aiuti federali.
Questo si sopporta anche perchè ci sono molte limitazioni imposte: come colonia non possiamo commerciare con nessuno se non gli Stati Uniti.
La legge di cabotaggio stipula che si può solamente utilizzare la marina mercantile nordamericana che è la più cara del mondo. Se i dominicani ci vogliono vendere qualcosa, non lo possono fare… c’è una sorta di blocco e per questo l’85% delle cose che si consumano si devono importare.
Noi non produciamo niente, nemmeno in agricoltura.
GM: Qual è la situazione sociale attuale in Portorico?
EG: La disoccupazione è al disopra del 21% ufficialmente e il 60% della popolazione vive con gli aiuti federali. C’è una terza generazione che vive di aiuti economici degli stati Uniti, ai quali ovviamente conviene mantenere questo schema economico. Noi occupiamo il 15º posto come compratori ufficiali degli Stati Uniti dopo il Brasile!
Ma la bandiera dell’indipendenza avanza, con le difficoltà di un paese colonizzato, con l’educazione disegnata per preservare la colonia, con elezioni regolate come colonia. Ma il tema nazionale avanza: è il nostro punto forte come paese, come nazione e per questo ci siamo guadagnati il riconoscimento che siamo una nazione latinoamericana e caraibica …e i nordamericani lo sanno!
L’impero dice che il tema di Portorico è un problema interno degli Stati Uniti, ma non è così, è un tema coloniale che riguarda tutto il mondo.
È un tema che riguarda le Nazioni Unite, che hanno per questo un proprio comitato, è un tema della lingua.
Andiamo verso i 30 anni da quando è stato dichiarato lo sradicamento del colonialismo, ossia siamo in ritardo di 30 anni!
Puerto Rico è la principale colonia del mondo ed ha una popolazione economica, una lingua diversa e mantiene una grande battaglia in una situazione molto difficile, con timore da parte di chi vuole aiutare, perchè esiste il ricatto esercitato dagli Stati Uniti, la minaccia costante, perchè non tocchino la loro Portorico.
In un’epoca il 13% del mio paese era occupato da basi militari nordamericane, ma siamo riusciti a cacciare via la marina nordamericana – con un grande trionfo popolare- dalle isole di Vieques e di Celebra, e fu il primo consenso realizzato nazionalmente con il Movimento Indipendentista e il Governo Coloniale, con tutte le correnti ideologiche di Portorico, i religiosi, i sindacati…
È stata una grande vittoria, è stato uno scontro del popolo portoricano contro la marina da guerra statunitense e abbiamo vinto.
GM: Parliamo di Oscar López, ingiustamente recluso da 34 anni…
EG: “Nel caso di Oscar López Rivera, il nostro prigioniero politico, abbiamo un forte consenso ideologico. Noi abbiamo avuto molti prigionieri politici, ma lui è recluso da 34 anni e ne ha 72.
Abbiamo il consenso di tutti i governatori delle istituzioni coloniali e lo stesso governatore della colonia lo ha visitato in carcere a nome di Portorico, non solo personale.
Inoltre abbiamo ottenuto il consenso per la scarcerazione di Oscar dei tre congressisti di Portorico negli Stati Uniti e lo stesso Caucus Ispanico del Congresso USA, che ha accesso a Oscar, ha dichiarato che si deve studiare il suo caso.
Oscar aveva ottenuto un indulto nel 1999, ma non lo accettò perchè non era prevista la liberazione dei suoi compagni di prigionia.
Ora sono passati 15 anni e tutta Puerto Rico vuole che Oscar torni a casa.
È stato 12 anni in isolamento e la nipotina lo ha conosciuto attraverso un vetro.
Lui è molto vincolato a quello che accade a Puerto Rico e se uscirà di prigione, come vogliamo tutti, si vincolerà nuovamente al movimento indipendentista. È in buona salute e si mantiene forte.
Oscar è stato recluso per quattro anni e mezzo nella stessa cella con Fernando González, uno dei Cinque Eroi cubani che sono già tutti liberi in Cuba e partecipano attivamente alla battaglia per la sua liberazione.
Il caso di Oscar è il consenso politico più grande conseguito dalla nazione portoricana nella sua storia.