Il 5 luglio 1965, in La Cuchilla, zona di Los Ramones, a tre chilometri da Perea, nei pressi del rio Jatibonico, in Las Villas, forze di Lotta Contro Banditi lanciarono un’operazione militare contro l’ultima banda rimanente a livello nazionale. Nell’azione morì, insieme a uno dei suoi complici, il capobanda Juan Alberto Martinez Andrade, autore di nove omicidi. Tra agosto e ottobre dello stesso anno furono catturati i tre banditi che erano riusciti a fuggire da tale operazione, e altri che erano sparsi in Oriente, ma senza alcuna belligeranza.
L’INIZIO
Nel corso dei primi mesi del 1959 ex membri dell’esercito, della polizia, gruppi paramilitari e confidenti, responsabili di numerosi crimini in difesa del regime di Batista, si internarono nelle regioni montagnose per sottrarsi alla giustizia, ma furono neutralizzati dall’Esercito Ribelle e dalla Polizia Rurale Rivoluzionaria. In ottobre, nel paese di Pons, a Viñales, la prima pattuglia della Milizia creata dal nostro Comandante in Capo Fidel Castro e diretta dal contadino Leandro Rodriguez Malagon, catturò la banda dello sbirro batistiano Luis Lara Crespo (El Cabo), fatto che diede luogo alla nascita delle Milizie Nazionali Rivoluzionarie, e propiziò che questa esperienza fosse applicata con successo in altre regioni.
Il 17 marzo 1960 fu approvato dal Presidente USA Dwight D. Eisenhower “un programma di azione segreta contro il regime di Castro” [1], che promuoveva la guerra irregolare per impedire il consolidamento della Rivoluzione, seminare il terrore e proiettare un’immagine d’instabilità politica, che provocasse la caduta del Governo Rivoluzionario. La CIA cominciò a preparare, in un campo in Guatemala, circa 500 uomini integrati in 25 squadre che si sarebbero infiltrate nel nostro paese con armi, esplosivi e mezzi di comunicazione per addestrare uomini disposti a ribellarsi. In estate iniziarono le rivolte nell’Escambray con Sinesio Walsh, Plinio Prieto, Porfirio Ramirez e Evelio Duque, quest’ultimo con un centinaio di effettivi strutturati in tre bande. Insorsero anche Osvaldo Ramirez, Tomas Perez Diaz (San Gil) e Julio Emilio Carretero, tra altri, elementi che non attaccarono mai un obiettivo militare mentre si dedicavano ad assaltare le case dei contadini, bruciare scuole rurali e saccheggiare negozi del popolo, in attesa di un’invasione.
Il 5 settembre Fidel visitò la Scuola di Milizia Contadina de La Campana in Hoyo de Manicaragua dove indicò diverse tattiche di scontro. Due giorni dopo, a Cienfuegos, spiegò ad un gruppo di ufficiali dell’Esercito Ribelle la concezione delle operazioni militari che si sarebbero intraprese.
Enfatizzò l’importanza di spiegare ai contadini la fiducia che la Rivoluzione aveva in loro, e gli obiettivi che perseguiva il Governo USA con le rivolte. Immediatamente 21 plotoni di Milizie guidate dai comandanti Manuel Fajardo (Piti) e Vitalio Acuna (Vilo) cominciarono a perseguire i banditi. L’8 settembre, una piccola truppa guidata da Fidel circondò una fattoria nella zona de La Sierrita e, dopo un forte scambio di colpi, catturarono il capo Leandro Alberto Walsh e 15 banditi.
Ai primi di ottobre, fu catturato in questa regione il nordamericano Richard Pecoraro, che aveva contattato i principali capi per conoscere le loro necessità materiali e suggerire i modi di agire. Il 6 ottobre, l’ex membro delle Tigri di Masferrer, Armentino Fiera (El Indio), sbarcò tra Moa e Baracoa a capo di 26 uomini per sostenere una rivolta in Imías, ma furono catturati. L’8 ottobre nell’Escambray la stessa sorte occorse a Sinesio Walsh, Plinio Prieto e Porfirio Ramirez, 102 banditi e 75 collaboratori. L’agente CIA Ramón Ruisánchez nominò capo delle bande Evelio Duque, che organizzò un comando con otto grandi colonne e tre gruppi indipendenti, che commisero i primi assassinii, ma avevano difficoltà a rifornirsi e si muovevano lentamente. Il 20 ottobre, furono arrestati Jesùs Carreras e William Morgan [2] coinvolti nella spedizione di armi e equipaggiamento ai primi gruppi di ribelli nell’Escambray.
Per i colpi ricevuti, il 4 novembre, la CIA cambiò il piano di addestramento del suo campo in Guatemala, passando ad operazioni anfibie e lasciando circa 80 uomini ad addestrarsi in guerra di guerriglia. Il 29 novembre, in ore serali, Piti Fajardo rimase ucciso in un accerchiamento mentre iniziava il perseguimento di diverse persone che stavano cercando di ribellarsi. Il suo posto fu preso dal comandante Dermidio Escalona. Ai primi di dicembre, le truppe guidate da Fidel catturarono il capo Ernesto Gómez Márquez (Maguaraya) e 17 ribelli in Corralillo, ed il traditore Clodomiro Miranda nella Loma de La Faragua, nella Sierra de los Organos. Subito dopo, sotto la guida di Fidel e Raul, si avviò l’ Operazione Jaula, quando 60000 miliziani di tutto il paese ,organizzati in 80 battaglioni comandati da ufficiali dell’Esercito Ribelle, iniziarono ad operare alla ricerca dei ribelli.
A fine dicembre 1960 Ruisánchez destituì Evelio Duque e nominò Osvaldo Ramirez come capo del Fonte Escambray. A quel punto, la CIA inviò a l’Avana Louis C. Herbert che incontrò Ruisánchez, e nell’assumere la leadership delle rivolte dell’Escambray approvò il comandante Antonio Santiago -agente Oliviero degli Organi di Sicurezza- ma quando quest’ultimo si stava trasferendo in Florida, in una piccola barca, fu intercettato in altomare e assassinato da un gruppo terrorista estraneo all’operazione.
La CIA ideò l’Operazione Silenzio, indicando al nuovo leader di non effettuare azioni che attraessero la milizia, perché ricevesse un carico di armi, ma il 5 gennaio Ramirez ordinò assassinare il maestro volontario Conrado Benítez e il contadino Eliodoro Rodríguez. Il giorno dopo furono sorpresi dalle Milizie di San Ambrosio, dove soffrirono alcune perdite.
Tra il 6 gennaio e il 4 marzo aerei C-47 realizzarono sull’Escambray sei grandi lanci di forniture belliche che furono sequestrate dalle Milizie con l’appoggio dei contadini. I piani della CIA per rafforzare le bande, prima che si producesse l’invasione, erano falliti. A metà marzo, nello scenario dell’Operazione Jaula furono segnalati 39 banditi morti, 381 prigionieri, catturati 6 capi e sequestrate 945 armi, rimanendo circa 150 banditi sparsi e nascosti in luoghi remoti. All’inizio di aprile i battaglioni delle Milizie cominciarono a ritornare alle loro province per fronteggiare l’invasione, che ebbe inizio il 17 aprile, e fu sconfitta dal nostro popolo senza che i banditi potessero supportare i mercenari.
DOPO GIRÓN
Il presidente John F. Kennedy indicò che si analizzassero le cause della sconfitta sofferta dalla Brigata di Assalto 2506 e approvò il cosiddetto “Programma d’azioni segrete per indebolire il regime di Castro” [3], che faceva menzione di nuove operazioni di supporto alle bande.
All’inizio dell’estate del 1961 nell’Escambray cominciarono a riorganizzarsi i banditi dispersi, in luglio un gruppo di ribelli costituirono il Fronte Nord di Las Villas, e in Cicatero, Topes de Collantes, adottarono una struttura in gruppi di nove effettivi e crearono sei ‘comandi’ cercando una maggiore agilità nei loro spostamenti e un migliore accesso ai rifornimenti. Il 26 novembre la banda del Carretero assassinò l’alfabetizzatore Manuel Ascunce e il contadino Pedro Lantigua. Tre giorni dopo che il Governo Rivoluzionario decretò la Legge 988 che stabilì la massima pena per coloro che organizzassero gruppi armati e commettessero assassini. Alla fine di novembre l’amministrazione USA approvò l’Operazione Mangusta, e i banditi cominciarono a ricevere maggiore sostegno.
Le Forze Armate Rivoluzionarie organizzarono gruppi operativi e la Divisione della Sierra N 1 dell’Esercito Orientale, sotto il comando del Comandante Demetrio Montseny Villa cominciò ad operare nell’Escambray, causando gravi perdite al nemico. Nell’aprile 1962 Osvaldo Ramirez fu ucciso mentre cercava di sfuggire ad un accerchiamento. Dopo intense lotte tra i capi, il suo posto fu preso da Tomás San Gil.
Momento decisivo fu la creazione, il 3 luglio, da parte del Comandante Juan Almeida, della di Sezione Lotta Contro i Banditi nell’Esercito Centrale, designando il comandante Raul Menendez Tomassevich a capo di queste forze, che a partire da nuovi concetti impressero più efficacia alle operazioni.
Nell’ottobre, durante la Crisi dei Missili, i ribelli si mantennero inattivi aspettando che si producesse un’invasione. Il 5 novembre 1962, il coordinatore dell’organizzazione controrivoluzionaria Resistenza Civica Anticomunista Luis David Rodriguez ebbe un colloquio con Tomás San Gil, consegnando soldi e munizioni con l’indicazione d’intensificare le azioni terroristiche. L’agente della CIA John Meckpless Espíritto [4] contattò anche altri capi dell’Escambray, ma al ritorno all’Avana fu arrestato.
Nel 1963 i banditi commisero nuovi crimini, ma i battaglioni LCB non incrociarono le braccia. La band di Tomás San Gil fu liquidata nel bacino del rio Caracusey, e in Matanzas mediante l’Operazione Piloto furono catturati 19 banditi e tre capi. Nel dicembre 1963, a Pinar del Río, fu catturata la banda di Pedro C. Sanchez Figueredo, in un’operazione guidata dal capitano Eliseo Reyes (San Luis), ed eseguita da un commando guidato dal sergente René González Novales.
L’INIZIO DELLA FINE
Nel febbraio e marzo 1964, con l’Operazione Trasbordo furono catturate le bande di Maro Borges e Carretero, azione in cui giocò un ruolo determinante l’agente della Sicurezza Alberto Delgado, successivamente assassinato dalla banda di José Leon Jimenez (Cheíto), che fu ucciso in un accerchiamento.
In Matanzas, un’operazione simile portò alla cattura di tre bande e 25 insorti. Il 28 dicembre 1964 Eloy Gutiérrez Menoyo con tre uomini s’infiltrò da Punta Blanca, tra Baracoa e Guantanamo, ma forze delle Truppe della Sierra e la Divisione 50 dell’Esercito Orientale li catturarono in San Jacinto, nei pressi di Imías.
Entro gennaio 1965 furono eliminate le bande del Fronte Sagua-Corralillo, in Pinar del Río cadde l’ultimo gruppo il 22 gennaio, a Matanzas terminò con la cattura, in febbraio, di due individui in Ceiba Mocha, e nel marzo fu catturato Blas Tardio, in Cabagan. Dopo furono neutralizzati i fratelli Brizuela. Il 24 maggio fu catturata la banda di Gusberto Hernandez al nord dello zuccherificio Manatì, a Las Tunas, e il 5 luglio a Las Villas, fu liquidata la banda di Martinez Andrade, l’ultima rimasta in tutto il territorio nazionale.
Circa 299 bande terroristiche che agglutinarono più di 4000 ribelli, sostenuti dai campi della CIA in Florida e nella Base Navale di Guantánamo, con infiltrazioni per via marittima di gruppi armati e il lancio di armi, erano state sconfitte. Il nostro popolo pagò un altissimo prezzo in vite: più di 500 combattenti e miliziani morirono nel perseguimento dei banditi, 196 persone, tra cui anziani, donne e bambini, furono assassinate e oltre 70 ferite in atti terroristici. L’azione congiunta dell’Esercito Ribelle, dei Battaglioni di LCB, le Milizie operaie e contadine, le Compagnie delle Sierre, della Polizia Nazionale Rivoluzionaria e degli Organi di Sicurezza, che contarono sulla collaborazione delle organizzazioni di massa, costituirono la pietra angolare della Rivoluzione in questa lotta.
Il 26 luglio 1965 a Santa Clara, durante la cerimonia per XII anniversario dell’assalto alla caserma Moncada, il nostro Comandante in Capo Fidel Castro segnalò: “… devo dire che nessuno di quei criminali che giustiziarono brigatisti, maestri, operai, contadini, riuscirono a fuggire; devo dire che la legge e la giustizia caddero sui colpevoli. […] “E speriamo che questa lezione l’abbiano imparata bene. […] Speriamo che abbiano perso per sempre la speranza di poter portare avanti le loro bande controrivoluzionarie”. [5]
La lucha contra bandidos, una lección inolvidable
El 5 de julio de 1965, en La Cuchilla, zona de Los Ramones, a tres kilómetros de Perea, cerca del río Jatibonico, en Las Villas, fuerzas de Lucha Contra Bandidos lanzaron una operación militar contra la última banda que quedaba en todo el país. En la acción murió, junto con uno de sus compinches, el cabecilla Juan Alberto Martínez Andrade, autor de nueve asesinatos. Entre agosto y octubre de ese año fueron capturados los tres bandidos que habían logrado escapar de esa operación, y otros que se encontraban dispersos en Oriente, pero sin ninguna beligerancia.
EL COMIENZO
Durante los primeros meses de 1959 antiguos miembros del ejército, la policía, grupos paramilitares y confidentes, responsables de numerosos crímenes en defensa del régimen de Batista, se internaron en las regiones montañosas para evadir la justicia, pero fueron neutralizados por el Ejército Rebelde y la Policía Rural Revolucionaria. En octubre, en el poblado de Pons, en Viñales, la primera patrulla de Milicias creada por nuestro Comandante en Jefe Fidel Castro y dirigida por el campesino Leandro Rodríguez Malagón, capturó la banda del esbirro batistiano Luis Lara Crespo (El Cabo), hecho que dio lugar al surgimiento de las Milicias Nacionales Revolucionarias, y propició que esa experiencia fuera aplicada con éxito en otras regiones.
El 17 de marzo de 1960 fue aprobado por el presidente norteamericano Dwight D. Eisenhower “un programa de acción encubierta contra el régimen de Castro”[1], que promovía la guerra irregular para evitar la consolidación de la Revolución, sembrar el terror y proyectar una imagen de inestabilidad política, que provocara la caída del Gobierno Revolucionario. La CIA comenzó a preparar en un campamento en Guatemala unos 500 hombres integrados en 25 equipos que se infiltrarían en nuestro país con armas, explosivos y medios de comunicaciones para entrenar hombres dispuestos a alzarse. En el verano comenzaron los alzamientos en el Escambray con Sinesio Walsh, Plinio Prieto, Porfirio Ramírez y Evelio Duque, este último con cien efectivos estructurados en tres bandas. También se alzaron Osvaldo Ramírez, Tomás Pérez Díaz (San Gil) y Julio Emilio Carretero, entre otros, elementos que jamás atacaron un objetivo militar mientras se dedicaban a asaltar viviendas campesinas, quemar escuelas rurales y saquear tiendas del pueblo, en espera de una invasión.
El 5 de septiembre Fidel visitó la Escuela de Milicias Campesinas de La Campana, en el Hoyo de Manicaragua, donde indicó diferentes tácticas de enfrentamiento. Dos días después, en Cienfuegos, explicó a un grupo de oficiales del Ejército Rebelde la concepción de las operaciones militares que se acometerían.
Enfatizó en la importancia de explicarles a los campesinos la confianza que la Revolución tenía en ellos, y los objetivos que perseguía el Gobierno de Estados Unidos con los alzamientos. Inmediatamente 21 pelotones de Milicias dirigidos por los comandantes Manuel Fajardo (Piti) y Vitalio Acuña (Vilo) comenzaron a perseguir a los bandidos. El 8 de septiembre una pequeña tropa dirigida por Fidel rodeó una finca en la zona de La Sierrita, y tras un fuerte intercambio de disparos capturaron al cabecilla Leandro Alberto Walsh y 15 bandidos.
A principios de octubre, fue capturado en esta región el norteamericano Richard Pecoraro, quien había contactado a los principales cabecillas para conocer sus necesidades materiales y sugerir la forma de actuar. El 6 de octubre, el antiguo miembro de los Tigres de Masferrer, Armentino Feria (El Indio), desembarcó entre Moa y Baracoa al frente de 26 hombres para apoyar un alzamiento en Imías, pero fueron capturados. El 8 de octubre en el Escambray corrieron la misma suerte Sinesio Walsh, Plinio Prieto y Porfirio Ramírez, 102 bandidos y 75 colaboradores. El agente de la CIA Ramón Ruisánchez, designó al frente de las bandas a Evelio Duque, quien organizó una comandancia con ocho grandes columnas y tres grupos independientes, que cometieron los primeros asesinatos, pero presentaron dificultades para abastecerse y se movían con lentitud. El 20 de octubre fueron detenidos Jesús Carreras y William Morgan[2], involucrados en el envío de armas y pertrechos a los primeros grupos de alzados en el Escambray.
Ante los golpes recibidos, el 4 de noviembre la CIA cambió el plan de entrenamiento de su campamento en Guatemala, pasando a operaciones anfibias y dejando unos 80 hombres adiestrándose en guerra de guerrillas. El 29 de noviembre, en horas de la noche, Piti Fajardo resultó muerto en un cerco cuando iniciaba la persecución de varios individuos que trataban de alzarse. Su lugar fue ocupado por el comandante Dermidio Escalona. A principios de diciembre, tropas dirigidas por Fidel capturaron al cabecilla Ernesto Gómez Márquez (Maguaraya) y 17 alzados en Corralillo, y al traidor Clodomiro Miranda en la Loma de La Faragua, en la Sierra de los Órganos. Poco después, bajo la dirección de Fidel y Raúl, se dio inicio a la Operación Jaula, cuando 60 000 milicianos de todo el país organizados en 80 batallones al mando de oficiales del Ejército Rebelde, comenzaron a operar en busca de los alzados.
A finales de diciembre de 1960 Ruisánchez destituyó a Evelio Duque y designó a Osvaldo Ramírez como jefe del Frente Escambray. Por esa fecha la CIA envió a La Habana a Louis C. Herbert quien se entrevistó con Ruisánchez, y para asumir la dirección de los alzamientos en el Escambray aprobó al comandante Antonio Santiago —el agente Oliverio de los Órganos de la Seguridad— pero cuando se trasladaba a la Florida en una pequeña embarcación, fue interceptado en altamar y asesinado por un grupo terrorista ajeno a la operación.
La CIA concibió la Operación Silencio, indicando al nuevo cabecilla que no realizara acciones que atrajeran a las Milicias, para que recibiera un cargamento de armas, pero el 5 de enero Ramírez ordenó asesinar al maestro voluntario Conrado Benítez y al campesino Eliodoro Rodríguez. Al día siguiente fueron sorprendidos por las Milicias en San Ambrosio, donde sufrieron algunas bajas.
Entre el 6 de enero y el 4 de marzo aviones C-47 realizaron sobre el Escambray seis grandes lanzamientos de pertrechos bélicos que fueron ocupados por las Milicias con el apoyo de los campesinos. Los planes de la CIA para fortalecer las bandas, antes que se produjera la invasión, habían fracasado. A mediados de marzo, en el escenario de la Operación Jaula fueron reportados 39 bandidos muertos, 381 prisioneros, capturados seis cabecillas y ocupadas 945 armas, quedando unos 150 bandidos dispersos y escondidos en lugares intrincados. A principios de abril los batallones de Milicias comenzaron a regresar a sus provincias para enfrentar la invasión, que comenzó el 17 de abril y fue derrotada por nuestro pueblo sin que los bandidos pudieran apoyar a los mercenarios.
DESPUÉS DE GIRÓN
El presidente John F. Kennedy indicó que se analizaran las causas de la derrota sufrida por la Brigada de Asalto 2506, y aprobó el denominado “Programa de acciones encubiertas para debilitar al régimen de Castro”[3], que hacía mención a nuevas operaciones de apoyo a las bandas.
A inicios del verano de 1961 en el Escambray comenzaron a reagruparse los bandidos dispersos, en julio un grupo de alzados constituyeron el Frente Norte de Las Villas, y en Cicatero, Topes de Collantes, adoptaron una estructura en grupos de nueve efectivos y crearon seis “comandancias”, buscando más agilidad en sus desplazamientos y mejor acceso a los suministros. El 26 de noviembre la banda de Carretero asesinó al alfabetizador Manuel Ascunce y al campesino Pedro Lantigua. Tres días después el Gobierno Revolucionario decretó la Ley 988 que establecía la pena máxima para los que organizaran grupos armados y cometieran asesinatos. A finales de noviembre la administración estadounidense aprobó la Operación Mangosta, y los bandidos comenzaron a recibir más apoyo.
Las Fuerzas Armadas Revolucionarias organizaron grupos operativos y la División Serrana No. 1 del Ejército Oriental, bajo el mando del comandante Demetrio Montseny Villa comenzó a operar en el Escambray, causando numerosas bajas al enemigo. En abril de 1962 Osvaldo Ramírez resultó muerto cuando trataba de escabullirse de un cerco. Después de intensas pugnas entre los cabecillas, su lugar fue ocupado por Tomás San Gil.
Momento decisivo fue la creación el 3 de julio, por el comandante Juan Almeida, de la Sección de Lucha Contra Bandidos en el Ejército del Centro, designando al comandante Raúl Menéndez Tomassevich al frente de estas fuerzas, que a partir de nuevos conceptos imprimieron más efectividad a las operaciones.
En octubre, durante la Crisis de los Misiles, los alzados se mantuvieron inactivos esperando que se produjera una invasión. El 5 de noviembre de 1962 el coordinador de la organización contrarrevolucionaria Resistencia Cívica Anticomunista Luis David Rodríguez sostuvo una entrevista con Tomás San Gil, entregando dinero y municiones con la indicación de intensificar las acciones terroristas. El agente de la CIA John Meckpless Espíritto [4], también contactó con otros cabecillas en el Escambray, pero al regresar a La Habana fue detenido.
En 1963 los bandidos cometieron nuevos crímenes, mas los batallones LCB no se cruzaron de brazos. La banda de Tomás San Gil fue liquidada en el sumidero del río Caracusey, y en Matanzas mediante la Operación Piloto fueron capturados 19 bandidos y tres cabecillas. En diciembre de1963, en Pinar del Río, fue capturada la banda de Pedro C. Sánchez Figueredo, en operación dirigida por el capitán Eliseo Reyes (San Luis) y ejecutada por un comando encabezado por el sargento René González Novales.
EL PRINCIPIO DEL FIN
En febrero y marzo de 1964, con la Operación Trasbordo fueron capturadas las bandas de Maro Borges y Carretero, acción en la que desempeñó un papel determinante el agente de la Seguridad Alberto Delgado, posteriormente asesinado por la banda de José León Jiménez (Cheíto), quien resultó muerto en un cerco.
En Matanzas, una operación similar propició la captura de tres bandas y 25 alzados. El 28 de diciembre de 1964 Eloy Gutiérrez Menoyo con tres hombres se infiltró por Punta Blanca, entre Baracoa y Guantánamo, pero fuerzas de las Tropas Serranas y la División 50 del Ejército de Oriente los capturaron en San Jacinto, cerca de Imías.
Para enero de 1965 fueron eliminadas las bandas del Frente Sagua-Corralillo, en Pinar del Río cayó el último grupo el 22 de enero, en Matanzas concluyó con la captura en febrero de dos individuos en Ceiba Mocha, y en marzo fue capturado Blas Tardío, en Cabagán. Después fueron neutralizados los hermanos Brizuela. El 24 de mayo fue capturada la banda de Gusberto Guerra Hernández al norte del central Manatí, en Las Tunas, y el 5 de julio en Las Villas, fue liquidada la banda de Martínez Andrade, la última que quedaba en todo el territorio nacional.
Unas 299 bandas terroristas que aglutinaron más de 4 000 alzados, apoyadas desde los campamentos de la CIA en la Florida y la Base Naval de Guantánamo, con la infiltración por vía marítima de grupos armados y lanzamientos de armas, habían sido derrotadas. Nuestro pueblo pagó un altísimo precio en vidas: más de 500 combatientes y milicianos murieron en la persecución de los bandidos, 196 personas incluyendo ancianos, mujeres y niños fueron asesinadas, y más de 70 sufrieron heridas en actos terroristas. La acción conjunta del Ejército Rebelde, los batallones de LCB, las Milicias obreras y campesinas, las Compañías Serranas, la Policía Nacional Revolucionaria y los Órganos de la Seguridad, que contaron con la colaboración de las organizaciones de masas, constituyeron la piedra angular de la Revolución en esta lucha.
El 26 de julio de 1965 en Santa Clara, durante el acto por el XII Aniversario del asalto al cuartel Moncada, nuestro Comandante en Jefe Fidel Castro señaló: “…hay que decir que ninguno de aquellos malhechores que ultimaron a brigadistas, a maestros, a obreros, a campesinos, logró escapar; hay que decir que la ley y la justicia cayeron sobre los culpables. […] “Y esperamos que esta lección la hayan aprendido bien. […] Esperamos que hayan perdido para siempre la esperanza de poder llevar adelante sus bandas contrarrevolucionarias”.[5]
[1] The Taylor Committee Investigation of the Bay of Pigs, 9 November 1984, Jack B. Pfeiffer.
UNCLASSIFIED. Approved for Release Date 18 Mar 1988. Memorando No.1.
[2] Desde febrero de 1958 Morgan actuaba al servicio de la CIA, fomentando el sectarismo entre las diferentes fuerzas que combatían a la dictadura batistiana, y tratando de utilizar al II Frente Nacional del Escambray como una tercera fuerza frente al Movimiento 26 de Julio.
[3] Foreign Relations of the United States 1961-1962. Cuba 1961-1962, Volume X. State Department, Washington, United States Government Printing Office, Washington, 1997, pp. 554-560.
[4] Espíritto arribó al Escambray en junio de 1958 para controlar a William Morgan y monitorear la situación del II FNE. Con cobertura de periodista estableció un centro de espionaje de la CIA en la región.
[5] Castro Ruz Fidel. Discursos. Obra Revolucionaria, Junio-Julio de 1965. P. 152-153. Centro de Documentación del Consejo de Estado de la República de Cuba. Plaza de la Revolución.