Presso l’auditorium della Imprenta Nacional (stampa nazionale), il 23 agosto 1960, culminarono le azioni dirette ad unire le donne cubane in una sola organizzazione rivoluzionaria.
Con la presenza di vari gruppi femminili, tra i quali: Unità Femminile Rivoluzionaria, il Congresso delle Donne Latinoamericane, Colonna Agraria, i gruppi femminili del 26 Luglio e la Fratellanza delle Madri Cubane, si fece realtà il sogno d’integrare in una sola organizzazione patriottica e rivoluzionaria i diversi movimenti di donne che erano completamente identificati con la Rivoluzione.
Quel giorno, in solo due giorni di lavoro, fu costituito il Movimento Femminile Unificato e fu eletto il suo Esecutivo Nazionale, con Vilma Espin come presidente.
Anche se la cerimonia di chiusura dell’evento era stato convocato per le 08:30 p.m. presso il Teatro della CTC, dal primo pomeriggio, donne di tutte le età, in gruppi animati colmavano i corridoi. Piccolo risultò l’interno platee e corridoi erano affollati.
Al far uso della parola, la compagna Vilma Espin valutò la connotazione di tale evento memorabile nella storia delle donne cubane, e disse che le presenti avevano proposto diversi nomi per la nuova organizzazione, e al non raggiungere un accordo, “Un compagna propose dare un voto di fiducia al dr. Fidel Castro perché scegliesse un nome, concordando di farlo all’unanimità. Ci siamo consultati con lui e posso anticipare che la nuova organizzazione si chiamerà Federazione delle Donne Cubane”. [1]
Inoltre, la compagna Vilma, che nei giorni precedenti aveva rappresentato Cuba nel Congresso Latinoamericano delle Donne tenutosi a Santiago del Cile, espose le conclusioni adottate in tale Congresso. Le partecipanti approvarono che la Federazione delle Donne Cubane assumesse il rispetto di tali accordi e, attraverso azioni, li incorporasse agli altri compiti che avrebbe dovuto realizzare per sostenere la Rivoluzione cubana e mantenere un’attiva solidarietà con tutti i popoli dell’America l’America e del mondo.
Nelle conclusioni, Fidel Castro, iniziò il suo intervento ricordando il ruolo svolto dalle donne nella storia di Cuba e l’atteggiamento criminale e vile della dittatura che, oltre a oltraggiare le donne, le assassinavano. Fidel osservò che: “Il nostro paese può sentirsi fortunato in molte cose, ma tra esse, la prima di tutte, per il meraviglioso popolo che possiede. Qui non solo lottano gli uomini; qui, come gli uomini, lottano le donne”.
Nel valutare il progresso della donna in poco più di un anno e mezzo dal trionfo della Rivoluzione Fidel sottolineò l’importanza dell’unificazione di tutti i settori femminili della Rivoluzione e asserì che con questo si era raggiunto: “costituire una forza, una forza entusiasta, una forza numerosa, una grande forza ed una forza decisiva per la nostra Rivoluzione”.[ 2]
Casualmente, mentre si fondava la Federazione delle Donne Cubane, la delegazione cubana presente alla VII Conferenza dei Cancellieri, in Costarica, difese la dignità del popolo contro i tentativi del governo USA volti a distruggere la Rivoluzione. Su questo tema, Fidel disse:
Quindi questo è stata una felice casualità; così oggi è stata una felice e significativa coincidenza, che proprio nel momento in cui intriga contro il nostro paese, in cui il potente impero mobilita tutti i suoi milioni e tutte le sue influenze per manovrare contro la nostra Patria, quando si tratta di accerchiare il nostra Paese e di giustificare aggressioni contro il nostro paese là, in seno all’ OSA, proprio oggi, oggi precisamente! si sia costituito la Federazione delle Donne Cubane, come degna risposta, come risposta eloquente che noi, da parte nostra, qui, siamo in primo luogo, molto tranquilli; in secondo luogo, molto sicuri; in terzo luogo, molto chiari; in quarto luogo, molto uniti.
Come nell’OSA si criticò duramente che Cuba e l’Unione Sovietica avevano rafforzato le loro relazioni commerciali e diplomatici, Fidel fissò la posizione del Governo Rivoluzionario, e dirigendo le sue parole al governo USA, disse:
Siamo amici di coloro che sono nostri amici, proclamiamo l’aspirazione dell’umanità alla giustizia e alla pace, scambiati i nostri prodotti con quelli che sono disposti a scambiare i loro prodotti con noi. E ora Cuba non è e non sarà mai più, un’appendice della tua economia. E ora Cuba non è, e non lo sarà mai più, che vota alle Nazioni Unite per quello che tu indichi, ma per quello che indichi l’indice della nostra dignità, della nostra sovranità. E saremo amici dei sovietici e della Repubblica Popolare di Cina! perché hanno dimostrato di essere nostri amici, mentre tu ci aggredisci e ci vuoi distruggere! e perché non vengono a parlarci col linguaggio insolente dei tuoi proconsoli, abituati a dare ordini. E il nostro Paese è, e sarà per sempre, un popolo libero e amico dei popoli liberi, e desideroso che tutti i popoli si liberino dal giogo.
Continua, tu, con i tuoi sbirri; continua, tu, con i disertori e i traditori; continua, tu, con la tua piaga di vendi-patria, che qui rimane un popolo sotto la cui bandiera ci stanno tutti i figli buoni e degni! Qualunque siano le loro convinzioni, qualunque sia il suo pensiero, basta che la sua Patria l’ami sopra tutto, basta che il bene della sua Patria preferisca a qualsiasi altro interesse, basta che voglia per la sua Patria giustizia per il suo paese, basta che la sua Patria, né la venda né mai la tradisca!
Più avanti, ricordò a coloro che preparavano aggressioni contro la nostro Patria che la forza della Rivoluzione era nel popolo armato perché Cuba era l’unico governo d’America che aveva armato i suoi lavoratori e i suoi contadini.
Poco prima della fine, Fidel espresse:
[…] oggi si riuniscono le donne e costituiscono la Federazione delle Donne Cubane, unite in quella parola: cubane, e unita in quella bandiera portano nelle loro mani. E si sono unite per lavorare, per lavorare e per lottare; si sono unite per tutti i compiti che la Rivoluzione ci porta; si sono unite per la lotta e si sono unite per il lavoro; si sono unite per aiutare la Patria in qualsiasi circostanza. Se domani in combattimento, domani presteranno il loro sforzo; se oggi nel lavoro, oggi presteranno il loro sforzo.
Oltre a far riferimento ai compiti che dovevano affrontare nell’educazione, nello studio e nella soluzione dei problemi delle donne cubane, che devono lavorare e non sanno dove lasciare i loro figli, Fidel affidò alla Federazione delle Donne Cubane un compito speciale:
[…] costituire, anche, le sue unità di combattenti, le Unità Femminili di Combattimento, perché la donna non pensi che la si relega solo ad altri compiti. Deve darsi loro opportunità in tutti i livelli, e devono essere preparate a tutti i compiti; e devono essere, soprattutto, la grande riserva nella lotta; devono essere quelle che sostituiscano i combattenti, quando cadono, se dobbiamo combattere.
Che non vi sia un solo luogo a Cuba dove non sia costituita la Federazione delle Donne Cubane, che non ci sia una sola donna rivoluzionario che non sia raggruppata nella Federazione delle Donne Cubane, e vedranno come la Rivoluzione potrà contare con una forza in più, con un nuova forza organizzata, con una enorme forza sociale e rivoluzionaria.
[1] Revolución, 24 agosto, 1960, L’Avana, pag. 2.
[2], Fidel Castro, Discorso pubblicato in Noticias de Hoy 25 Agosto 1960
Unidas en esa palabra: cubanas
En el salón de actos de la Imprenta Nacional, el 23 de agosto de 1960, culminaron las acciones dirigidas a unir las mujeres cubanas en una sola organización revolucionaria.
Con la presencia de varias agrupaciones femeninas, entre las que se encontraban: Unidad Femenina Revolucionaria, el Congreso de Mujeres Latinoamericanas, Columna Agraria, los grupos femeninos del 26 de Julio y la Hermandad de Madres Cubanas, se hizo realidad el sueño de integrar en una sola organización patriótica y revolucionaria los distintos movimientos de mujeres que estaban plenamente identificados con la Revolución.
Ese día, en dos jornadas de trabajo, quedó constituido el Movimiento Femenino Unificado y fue elegido su Ejecutivo Nacional, con Vilma Espín Guillois como presidenta.
Aunque la clausura del evento se había convocado para las ocho y media de la noche en el Teatro de la CTC, desde horas tempranas de la tarde, mujeres de todas las edades, en animados grupos colmaban los corredores. Pequeño resultó el interior, cuyas lunetas y pasillos se mantuvieron atestados.
Al hacer uso de la palabra, la compañera Vilma Espín valoró la connotación de ese memorable acontecimiento en la historia de las mujeres cubanas, y contó que las presentes habían propuesto varios nombres para la nueva organización, y al no lograr un acuerdo, “Una compañera propuso dar un voto de confianza al doctor Fidel Castro para que escogiera un nombre, acordándose hacerlo por unanimidad. Hemos consultado con él y puedo anticipar que la nueva organización se llamará Federación de Mujeres Cubanas”.[1]
Asimismo, la compañera Vilma, quien en días recientes había representado a Cuba en el Congreso Latinoamericano de Mujeres celebrado en Santiago de Chile, expuso las conclusiones aprobadas en dicho Congreso. Las mujeres asistentes aprobaron que la Federación de Mujeres Cubanas asumiera el cumplimiento de esos acuerdos y, a través de acciones, los incorporase a las otras tareas que tendrían que realizar para apoyar a la Revolución Cubana y mantener una activa solidaridad con todos los pueblos de América Latina y del mundo.
En las conclusiones, Fidel Castro inició sus palabras rememorando el papel desempeñado por las mujeres en la historia de Cuba y las actitudes criminales y cobardes de la dictadura que, además de ultrajar a las mujeres, las asesinaban. Fidel destacó que: “Nuestro país puede sentirse afortunado en muchas cosas, pero entre ellas, la primera de todas, por el magnífico pueblo que posee. Aquí no solo luchan los hombres; aquí, como los hombres, luchan las mujeres”.
Al valorar el avance de la mujer en el poco más de año y medio transcurrido desde el triunfo de la Revolución. Fidel destacó la importancia de la unificación de todos los sectores femeninos de la Revolución y aseveró que con ello se había logrado: “constituir una fuerza, una fuerza entusiasta, una fuerza numerosa, una fuerza grande y una fuerza decisiva para nuestra Revolución”.[2]
Coincidentemente, mientras se fundaba la Federación de Mujeres Cubanas, la delegación cubana presente en la VII Conferencia de Cancilleres en Costa Rica defendía la dignidad del pueblo contra las tentativas del gobierno norteamericano encaminadas a destruir la Revolución. Sobre este tema, Fidel dijo:
Por eso ha sido una feliz casualidad; por eso ha sido hoy una feliz y significativa coincidencia, que en los precisos momentos en que se intriga contra nuestro país, en que el imperio poderoso moviliza todos sus millones y todas sus influencias para maniobrar contra nuestra patria, cuando se trata de cercar a nuestro país y de justificar agresiones contra nuestro país allá, en el seno de la OEA, hoy precisamente, ¡hoy precisamente!, se haya constituido esta Federación de Mujeres Cubanas, como respuesta digna, como respuesta elocuente de que nosotros por nuestra parte aquí, estamos, en primer lugar, muy tranquilos; en segundo lugar, muy seguros; en tercer lugar, muy claros; en cuarto lugar, muy unidos.
Como en la OEA se criticó duramente que Cuba y la Unión Soviética habían fortalecido sus relaciones comerciales y diplomáticas, Fidel fijó la posición del Gobierno Revolucionario, y dirigiendo sus palabras al gobierno de Estados Unidos, dijo:
Somos amigos de los que sean nuestros amigos, proclamamos la aspiración de la humanidad a la justicia y a la paz, intercambiamos nuestros productos con los que estén dispuestos a intercambiar sus productos con nosotros. Y ya Cuba no es más ni lo será nunca más, un apéndice de tu economía. Y ya Cuba no es, ni será nunca más, quien vote en las Naciones Unidas por lo que indique tu índice, sino por lo que indique el índice de nuestra dignidad, de nuestra soberanía. ¡Y seremos amigos de los soviéticos y de la República Popular China!, porque han demostrado ser nuestros amigos, mientras tú nos agredes y nos quieres destruir; y porque no vienen a hablarnos en el lenguaje insolente de tus procónsules, acostumbrados a dar órdenes. Y nuestro país es, y será para siempre, un pueblo libre y amigo de los pueblos libres, y deseoso de que todos los pueblos se libren del yugo.
Sigue tú con tus esbirros; sigue tú con los desertores y los traidores; sigue tú con tu plaga de vendepatrias, ¡que aquí queda un pueblo bajo cuya bandera caben todos los hijos buenos y dignos! Cualesquiera que sean sus creencias, cualesquiera que sea su pensamiento, ¡basta con que a su patria la quiera por encima de todo, basta que el bien de su patria prefiera a cualquier otro interés, basta con que quiera para su patria la justicia, basta con que a su patria ni la venda ni la traicione jamás!
Más adelante, recordó a quienes preparaban agresiones contra nuestra Patria que la fuerza de la Revolución estaba en el pueblo armado porque Cuba tenía el único gobierno de América que había armado a sus obreros y a sus campesinos.
Poco antes de concluir, Fidel expresó:
[…] hoy se reúnen las mujeres y constituyen esta Federación de Mujeres Cubanas, unidas en esa palabra: cubanas, y unidas en esa bandera que llevan en sus manos. Y se han unido para trabajar, para trabajar y para luchar; se han unido para todas las tareas que la Revolución nos trae; se han unido para la lucha y se han unido para el trabajo; se han unido para ayudar a la patria en cualquier circunstancia. Si mañana en el combate, mañana prestarán su esfuerzo; si hoy en el trabajo, hoy prestarán su esfuerzo.
Además de referirse a las tareas que debían enfrentar en la educación, en el estudio y la solución de los problemas de las mujeres cubanas, que tienen que trabajar y no tienen dónde dejar a sus hijos, Fidel confió a la Federación de Mujeres Cubanas una tarea especial:
[…] constituir también sus unidades de combatientes, las Unidades Femeninas de Combate, para que la mujer no piense que se le relega solamente a otras tareas. Debe dárseles oportunidad en todos los órdenes, y deben estar preparadas para todas las tareas; y deben ser, sobre todo, la gran reserva en la lucha; deben ser las que sustituyan a los combatientes, cuando caigan, si tenemos que luchar.
Que no quede un solo lugar de Cuba donde no esté constituida la Federación de Mujeres Cubanas, que no exista una sola mujer revolucionaria que no esté agrupada en la Federación de Mujeres Cubanas, y verán cómo la Revolución podrá contar con una fuerza más, con una nueva fuerza organizada, con una tremenda fuerza social y revolucionaria.
[1] Revolución, 24 de agosto de 1960, La Habana, p. 2.
[2] Fidel Castro, Discurso publicado en Noticias de Hoy del 25 de
agosto de 1960