Le donne del Comitato di New York

 

esigeranno la liberazione dei

 

 

Washington, 21 settembre. – Una delegazione di donne newyorkesi si recherŕ a Washington per chiedere al Procuratore Generale Alberto González l’immediata scarcerazione dei Cinque combattenti contro il terrorismo cubani detenuti dal 1998 negli USA, ha reso noto Prensa Latina.

 

La richiesta verrŕ presentata venerdě dalle leader del Comitato di New York per la Liberazione dei Cinque, di concerto con il Comitato Nazionale che promuove questa causa, informa il sito digitale workers.org.

 

La delegazione di donne solleciterŕ una riunione con il Segretario alla Giustizia per protestare contro il protrarsi della reclusione dei Cinque cubani, che contraddice la sentenza della Corte d’Appello dell’Undicesimo Circuito di Atlanta, in base alla quale le arbitrarie sentenze comminate loro in uno sporco processo politico a Miami sono da considerarsi nulle ed il processo ad ogni accusato va rifatto.

 

Le leader newyorkesi chiederanno anche il riconoscimento del diritto dei cubani a ricevere visite dai loro familiari fino a quando rimarranno in carcere.

 

Teresa Gutiérrez, membro del Comitato, ritiene importante la lettera che lei e le sue compagne vogliono consegnare al Procuratore Generale, affinchč tutti i settori della societŕ statunitense vengano a conoscenza del caso.

 

Tra le firmatarie della missiva ci sono la Reverendo Joan Brown, ex segretaria del Consiglio Nazionale delle Chiese; Brenda Stokely, dirigente nazionale del Movimento Milioni di Lavoratori di Marzo e Beverly Guy-Sheftall, professoressa del Centro Studi Femminili dello Spelman College.

 

I Cinque Cubani, la cui missione era prevenire le azioni dei gruppi terroristici di Miami contro Cuba, vennero arrestati il 12 settembre 1998.

 

 

Conferenza a Miami sull’

 

ingiusta prigionia dei Cinque

 

 

L’Avana, 19 set. (AIN). - Una conferenza convocata dalle organizzazioni che compongono l’Alleanza Martiana, in occasione del 7ş anniversario dell’ingiusto arresto negli USA dei Cinque combattenti contro il terrorismo cubani, si č svolta a Miami.

 

Gloria la Riva, coordinatrice nazionale del Comitato a favore della libertŕ dei Cinque in questo paese, e Andrés Gómez, coordinatore nazionale della Brigata ‘Antonio Maceo’, hanno esposto nei dettagli i punti chiave della recente sentenza del Tribunale d’Appello dell’11ş Circuito di Atlanta, che ha annullato il processo e le condanne ingiustamente comminate a questi eroi.

 

L’iniziativa, seguita dalla stampa locale (quotidiani e TV) si č svolta domenica nell’Hotel Embassy Suits. Lě un centinaio di emigrati cubani, insieme ad altri latinoamericani e nordamericani, hanno condannato la brutale cattura di Gerardo Hernández, Ramón Labańino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González in un’operazione del FBI.

 

All’inizio della conferenza č stato stabilito un contatto telefonico dalla cittŕ di New York con Ricardo Alarcón, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba (Parlamento), che ha parlato al pubblico di Miami per 20 minuti sulle questioni piů importanti del caso in questo momento.

 

La Riva e Gómez sono intervenuti sui possibili passi a partire del prossimo 29 settembre, data limite concessa alla Procura Federale per decidere se ricorrerŕ in appello contro la sentenza approvata all’unanimitŕ dai tre giudici del tribunale d’appello.

 

José Pertierra, avvocato che rappresenta la Repubblica Bolivariana del Venezuela nel procedimento per l’estradizione del terrorista Luis Posada Carriles, chiesta al Governo degli Stati Uniti, ha chiuso la conferenza con un eloquente discorso sugli aspetti morali e politici del caso di questo nefasto personaggio.

 

La conferenza č stata convocata dall’ATC, dall’Alleanza Martiana, dalla Brigata Antonio Maceo, dall’Associazione José Martí, dal Circolo Bolivariano di Miami e dall’Associazione delle Donne Cristiane in Difesa della Famiglia Cubana, sottolinea il comunicato-stampa reso pubblico oggi da Andrés Gómez.

 

 

 

Č ora di liberarli

 


• Presentato nella redazione di Juventud Rebelde l’ultimo libro del Dott. Rodolfo Dávalos, Gli Stati Uniti contro i Cinque Eroi, un processo ridotto al silenzio. Erano presenti parenti dei cinque combattenti contro il terrorismo

 

D.F.Mexidor - 21/9/05

 

"Č una sentenza inespugnabile e chiunque cercherŕ di opporvisi si schianterŕ contro un muro", ha detto il dott. Rodolfo Dávalos in un affettuoso ed emozionante incontro, convocato per presentare nei locali di Juventud Rebelde il suo ultimo titolo: "Gli Stati Uniti contro i Cinque Eroi, un processo ridotto al silenzio" al quale hanno partecipato parenti dei cinque combattenti antiterroristi sequestrati in carceri nordamericane, nonché il collettivo del nostro quotidiano.

 

Dávalos ha fatto questa riflessione riferendosi al verdetto della Corte d’Appello di Atlanta, che il 9 agosto scorso ha annullato il processo svoltosi nel sud della Florida e ha revocato le cinque sentenze con un’azione legale che sta aprendo la strada verso la giustizia.

 

"Con questo risultato abbiamo dimostrato che il processo č stato una farsa e che Miami č stata un circo", ha commentato lo specialista.

 

Elizabeth Palmeiro e Olga Salanueva, mogli rispettivamente di Ramón Labańino e René González, hanno parlato dal profondo del loro cuore di "questo incubo che stiamo vivendo dal 12 settembre 1998.

 

Olga ha raccontato che "č stato detto che quel giorno gli agenti del FBI hanno portato via moltissime cose dalla nostra casa - le presunte prove considerate come CIPA (informazione classificata) -, tra le quali c’erano varie copie di Juventud Rebelde. "Immaginatevi!", ha detto, sottolineando ancora una volta che i Cinque non maneggiarono mai dati segreti che potessero pregiudicare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

 

Tutte e due hanno ringraziato a nome dei parenti e dei Cinque per l’appoggio che hanno ricevuto nella battaglia per il ritorno in Patria dei loro cari e hanno ribadito la statura morale di questi uomini che "hanno conquistato l’ammirazione di molta gente".

 

In questo senso la Salanueva ha affermato che godono del rispetto della popolazione penale delle prigioni dove si trovano e che ancora una volta coloro che hanno tentato di separarli mettendoli in cinque prigioni disperse nella geografia statunitense, hanno fallito perché "hanno moltiplicato il loro esempio".

 

Adesso č necessario rafforzare le azioni di solidarietŕ con questa causa per ottenere la giustizia totale: la liberazione dei Cinque, contro i quali giŕ la stampa di Miami sta tentando di creare un’opinione pubblica negativa nel caso venga celebrato il nuovo processo chiesto dalla sentenza di Atlanta.