Dichiarazioni di altri organismi

Niente e nessuno potrà

 

distruggere i nostri sogni


Dichiarazione di condanna dei Comitati di Difesa della Rivoluzione

contro il blocco imposto dagli USA a Cuba

 

 

3 novembre 2005

 

 

Fa impressione sapere che il blocco yankee ha causato perdite superiori agli 82 miliardi di dollari alla nostra Patria, secondo le stime più prudenti. Questa cifra si è fatta sentire e si sente ogni giorno nel quartiere, negli isolati, nelle case cubane, attaccati con più accanimento e perfidia dopo la caduta del campo socialista e il successivo indurimento del blocco patrocinato dal Governo del signor Bush, sordo di fronte alle critiche dell’opinione pubblica del mondo e degli USA, nonché alle voci di condanna di non pochi organismi internazionali contrari a questo genocidio, al quale dette inizio ufficialmente il presidente Kennedy il 3 febbraio 1962, ma il cui inizio effettivo risale agli albori del trionfo della Rivoluzione.

 

Con un carattere extraterritoriale indurito dalle leggi assassine Torricelli, approvata nel 1992 ed Helms-Burton del 1996, il blocco più lungo della storia danneggia il popolo cubano nell’alimentazione, la salute, l’educazione, i trasporti, la casa, lo sport, l’arte. Migliaia di famiglie hanno vissuto sulla propria pelle l’assenza dei loro cari, incoraggiati dalla Legge di Aggiustamento Cubano. È stata impedita la comunicazione familiare, limitando i visti e negando i viaggi di ritrovo, mentre con cinismo si ostacola l’invio delle rimesse.

 

Non esiste nella società cubana nessun settore senza danni o pregiudizi diretti o indiretti del blocco. Sin dall’inizio le sue sporche azioni sono state indirizzate verso il cuore delle masse in un vano tentativo di fare a pezzi quel che abbiamo costruito con così tanto amore e sacrificio, di seminare dolore, confusione, ira, violenza e pessimismo nella famiglia cubana la quale, nonostante tutto, ha resistito, avanza e mantiene la fede e la speranza alla stessa altezza della sua guardia rivoluzionaria di fronte alle canagliate del nemico.

 

Che parlino gli esempi. Nell’industria alimentare, dal luglio del 2004 all’aprile del 2005 le perdite dovute al blocco ammontano a 55.863.957 dollari. I danni registrati nel settore avicolo hanno superato nel 2004 i 16.1  milioni di dollari, una dura offensiva contro l’aumento delle proteine per la nostra popolazione, alla quale è stato impedito di consumare 750 milioni di uova. Gli ostacoli frapposti all’arrivo di tecnologie moderne per la produzione di pollo hanno paralizzato questo lavoro nell’anno citato e ci hanno costretto a ricollocare parte del personale del settore (più di 4.000 lavoratori). Ciò ha impedito che il nostro popolo consumasse 8.800 tonnellate di pollo, così necessario e tradizionale nella nostra cucina.

 

Nella sfera della salute, i danni hanno oltrepassato i 75.7 milioni di dollari nel periodo analizzato. Questi numeri, pur essendo molto alti, non possono riflettere il danno umano che causano, rendendo difficile l’accesso a importanti medicinali e all’uso delle tecnologie più moderne, il cui valore diventa straordinariamente caro perché si devono acquistare in paesi lontani.

 

In generale, gli impatti del blocco nel campo dei trasporti sono stati di 182.048.000  dollari nel periodo menzionato. Con questa quantità di denaro si sarebbero potuti comprare 679 autobus rigidi e 600 articolati, si sarebbero potuti acquistare nuovi semafori, installare la segnaletica stradale e pavimentare con qualità le vie. Il trasposto ferroviario, danneggiato per 22.487.560 dollari nel periodo esaminato, non ha trasportato 1.433.736 passeggeri e 587.194 tonnellate di carico.

 

Lo sport non è rimasto indietro nei confronti dell’offensiva del blocco. I suoi danni si riflettono non solo nei livelli di rendimento, date le limitazioni nella preparazione delle nostre glorie sportive, ma anche nell’impedimento di partecipare a eventi mondiali. Il maggior danno lo riceve la pratica sportiva di massa, che ha come obiettivo principale la preparazione di esseri umani più completi, più felici e più educati. Nonostante la mancanza di palloni, maglie e altri articoli sportivi, lo sport comunitario e istituzionale si è mantenuto grazie all’aiuto di tutti.

 

Nonostante le limitazioni provocate dalla guerra economica genocida del Governo degli Stati Uniti la nostra nazione, culla di uomini della statura di Martí e di Fidel, non sarà mai sconfitta e non rinuncerà mai alla sua identità, alle sue tradizioni, alla sua storia, alla sua libertà e al suo Socialismo. I più di 8 milioni di membri dei Comitati per la Difesa della Rivoluzione (CDR) lo assicurano nei rioni, negli isolati. Nonostante il blocco assassino avanzeremo e avanziamo giorno per giorno verso una società più giusta, più completa, più equa, più patriottica, più umanista, più solidale e internazionalista.

 

Niente e nessuno potrà distruggere i nostri sogni nè impedirci di raggiungere lo sviluppo morale e materiale al quale aspiriamo. Nè il blocco imperialista, nè le minacce della guerra, nè le leggi extraterritoriali potranno fermarci. Siamo un popolo di “Patria o Morte”.

 

Direzione Nazionale dei Comitati di Difesa della Rivoluzione

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