S.Barthelemy - 3 luglio
José Luis Rodríguez, ministro d’Economia e Pianificazione di Cuba, al termine del Seminario Internazionale “Pianificazione e Sviluppo Sociale, che si è concluso pochi giorni fa nella capitale ha detto che:
”L’indispensabilità che tutti i paesi latino americani e dei Caraibi si uniscano per programmare insieme il proprio sviluppo, lavorando per cercare soluzioni integrali ai problemi, non è già più solo un’opzione”.
Durante la giornata finale dell’incontro che ha riunito nell’Hotel Nacional di Cuba, per tre giorni, 80 esperti di 15 nazioni della regione, Rodríguez ha ricordato che il fallimento della politica neoliberista oggi è un fatto indiscutibile: quello che ha dimostrato è che non si può ignorare il ruolo dello stato nel regolamento dei processi economici.
Egli ha ricordato che l’America Latina ha quasi il 43% della popolazione in miseria, è un luogo dove mancano le riforme strutturali di base nelle relazioni di proprietà, in condizioni che garantiscono il minimo accesso all’equità e alla giustizia sociale.
Di fronte a queste realtà del mondo contemporaneo, la comunità internazionale ha preso coscienza di questi fatti e sta cominciando a difendersi in questi settori.
Nel settembre del 2000 sono stati adottati gli Obiettivi di Sviluppo del Millenio (ODM) dai Capi di Stato e di Governo di 189 paesi, con l’impegno che in 15 anni, si sarebbe dato un impulso allo sviluppo, per sradicare la povertà, promuovere la dignità umana l’uguaglianza e raggiungere così la pace e la sostenibilità del medio ambiente. L’ultima giornata del seminario è stata dedicata agli scambi d’opinione sulla situazione del continente americano e sono state poste in evidenza le poche luci accese nella regione, per la realizzazione di queste mete, che non riescono ad illuminare le troppe ombre.
Alicia Bárcena, segretaria esecutiva aggiunta della Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL), ha precisato che tra le cause di non compimento degli ODM c’è la disuguaglianza esistente nel continente, poiché l’America Latina e i Caraibi sono la regione meno equa del mondo con 22 milioni di latino americani e caraibici poveri e il 18,6% che vive in miseria.
Riferendosi a Cuba ha affermato che l’Isola avanza in forma spettacolare, perchè il suo governo ha deciso molto chiaramente di destinare le spese pubbliche ai temi sociali e questa è stata una decisione storica molto importante che ha posto la nazione tra le quelle con le maggiori possibilità di sviluppo.
Durante la giornata Otto Rivero Torres, vice presidente del Consiglio dei Ministri, ha offerto una dettagliata spiegazione sui più di 2000 programmi in materia di educazione, salute, cultura e sport che Cuba sta svolgendo al calore dalla Battaglia delle Idee che punta i suoi obiettivi verso una crescita della qualità di vita della popolazione.
DICHIARA IL SEGRETARIO DELLA CEPAL
"L’America Latina continua ad essere il continente con le più forti disuguaglianze", ha dichiarato il segretario generale della Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi, CEPAL, José Luis Machinea in un’intervista rilasciata a El Pais, ha reso noto Notimex.
Machinea, che è stato ministro dell’Economia in Argentina con il governo di Fernando de la Rúa (1999-2001), ha analizzato la situazione dell’America Latina in relazione agli obiettivi del millennio - PDM - che leader di paesi ricchi si impegnarono a realizzare nel 2000.
Egli ha detto che in accordo con i criteri della CEPAL basati su quello che una persona può acquisire nella regione, ci sono 18,6 milioni di persone in miseria totale, mentre altre fonti parlano di circa nove milioni.
Per l’organizzazione la povertà "non assoluta" sarebbe un guadagno doppio di quello che attualmente le persone in miseria ricevono, coloro che vivono con meno del valore di un dollaro al giorno.
L’ex ministro argentino ha spiegato che la disuguaglianza si manifesta con la mancanza di equità e la povertà mescolate esplosivamente, più che nelle altre regioni.
Esiste un gruppo di paesi nei quali sarà molto difficile compiere le Mete del Millennio, come Haiti, Nicaragua, Honduras, Guatemala, Bolivia, Paraguay, Guyana, Suriname.
Nelle zone rurali o nell’ambito etnico – indigena, la proporzione della mancanza di compimento degli ODM rispetto ai settori urbani è di tre a uno.
La vera povertà è che la gente non riesce ad avere un accesso al capitale, alla conoscenza, all’educazione e alla tecnologia: in America Latina questa è la fossa.
Nel cammino per il compimento degli ODM, i paesi latino americani con un reddito medio hanno la necessità di ricevere un trattamento equo da parte dei paesi ricchi.
Come esempio, ha commentato, i sussidi agricoli nell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - OCDE – sono quattro volte gli aiuti ufficiali totali.
Esiste un forte potenziale di sviluppo, ma manca una politica per l’agricoltura mondiale più equa. Egli ha segnalato che i paesi ricchi temono che, sopprimendo i sussidi e le imposte, si verificherebbero disoccupazione e tensioni.
Sono previsti passi avanti per vincere la lotta contro la fame, per l’equità di genere (nelle scuole e nelle università ci sono già più donne che uomini), per un calo della mortalità infantile e l’accesso all’acqua potabile.