Cuba reclama una riforma profonda
della Commissione dei Diritti Umani
ORLANDO ORAMAS LEÓN, inviato speciale, Ginevra 14
marzo 2005
Cuba ha reclamato una riforma profonda ed integrale della Commissione dei Diritti Umani (CDH) dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, paragonandola a una nave che sta affondando.
Juan Antonio Fernández, rappresentante di Cuba, è intervenuto nella prima giornata del 61º periodo di sessioni di questa entità della ONU, sostenendo che la CDH sta naufragando sotto il peso della sua crescente mancanza di credibilità e di prestigio.
Il direttore degli affari multilaterali del MINREX di Cuba ha sostenuto che nella Commissione imperano la manipolazione politica e una doppia morale nel trattare i diritti umani di base dell'uomo.
"Sta andando a picco per la sua inconsistenza e per l'impunità concessa a pochi privilegiati, beneficiari dell'irrazionale ordine mondiale che ci tocca vivere" ha detto.
L'intervento del rappresentante cubano è stato sostenuto dai delegati di numerosi paesi, molti dei quali in questi giorni sono rappresentati dai ministri degli esteri o da alti funzionari.
Fernández ha sottolineato che non sono i paesi in via di sviluppo ed emarginati i responsabili di questa situazione.
"Siamo sempre degli eterni accusati in questo foro che è divenuto il tribunale inquisitore dei ricchi! Le nazioni del Terzo Mondo, al contrario, sono sempre state la voce della resistenza e la tribuna per denunciare la pretesa di zittire le verità!"
Egli ha segnalato che ora corre una voce allarmistica sulla riforma della CDH. "In realtà necessitiamo non solamente la ricostruzione della nostra imbarcazione, ma anche oceani più sicuri nei quali navigare!"
Egli ha sottolineato che, per Cuba, la CDH non si può riformare a metà ma si deve attuare una riforma dalle fondamenta ed ha definito insufficienti le proposte che giungono da distinti luoghi per questa trasformazione.
"Pochi hanno il coraggio di mettere il dito sulla piaga" ha puntualizzato aggiungendo che "La delegazione cubana non trae formule magiche, ma lavora in un collettivo per migliorare la CDH.Cuba vuole promuovere le cause più nobili e defenestrare le menzogne, combattere le impunità dei poderosi e mettere a nudo l'ipocrisia dei loro accoliti."
Fernández ha detto che un vero cambiamento deve cominciare dall'eliminazione della pratica di imporre ingiuste risoluzioni contro i paesi, partendo da una prospettiva di confronto e con motivazioni di dominio e controllo politico.
Come accade con frequenza in queste riunioni, il delegato dell'Avana è stato il solo che ha segnalato il governo degli Stati Uniti, sostenendo che toglie legittimità a questa Commissione.
"I membri della superpotenza rendono vassalli i diritti umani, impedendo le libertà degli altri! In cambio la CDH deve riorientare il suo lavoro verso il dialogo e la cooperazione, dedicando più tempo e risorse alla realizzazione dei diritti economici, sociali e culturali e in particolare quelli dello sviluppo" ha concluso il diplomatico di Cuba.
Egli ha poi dichiarato a PL che la delegazione cubana parteciperà attivamente a questo 61º periodo di sessioni e che presenterà vari progetti di risoluzione.
Il Ministro degli Esteri, Felipe Pérez Roque, è giunto a Ginevra e parlerà all'Assemblea Generale nella mattina di mercoledì 16, nel terzo giorno della riunione ad alto livello.