Cuba favorisce la cooperazione

 

internazionale sui diritti umani
 

 


25 ottobre 2005 (PL) - Il rafforzamento della cooperazione internazionale sui diritti umani sarà impossibile senza avere come pilastri i principi di universalità, obiettività, imparzialità e non selettività; è ciò che ha denunciato, oggi, la delegazione di Cuba.

L'ambasciatrice Ileana Núñez, rappresentante permanente di Cuba davanti alle Nazioni Unite, ha espresso questi criteri davanti alla Terza Commissione dell'Assemblea Generale, che ha affrontato temi vincolati ai diritti umani.

Nel suo discorso, la diplomatica, ha dichiarato che "sappiamo in anticipo che le considerazioni su questo  tema, per un gruppo di paesi sviluppati, non si baseranno sullo stimolo del dialogo, l'imparzialità e la non-selettività" .
"Per loro è lettera morta la promozione e la protezione dei diritti umani, mediante una cooperazione internazionale genuina e trasparente, che rispetti i principi devoti alla Lettera delle Nazioni Unite e promuova il dialogo rispettoso".

L'Ambasciatrice si riferì alle proposte di riforma dell'iter dei diritti umani dell'ONU che, disse, è manipolata dai paesi ricchi per le loro convenienze.

In questo senso diventa sempre più evidente che l'obiettivo dei ricchi è fortificare il loro tribunale, consacrare ciò che loro stessi si sono dati , cioè il ruolo d'inquisitore e legalizzare le loro pretese di dominazione economico-militare in virtù del diritto ad intervenire.

Ha aggiunto che agli occhi dei ricchi proporsi di raggiungere la giustizia sociale risulta un peccato imperdonabile perché implica "cambiare lo stato delle cose, sovranità sulle nostre risorse naturali e pieno esercizio del diritto all'autodeterminazione."

Núñez ha ricordato che, per la prima volta, "noi cubani abbiamo edificato il nostro proprio sistema politico, economico e sociale" e che questa decisione sovrana "è stata sommersa da una delle più intense campagne di aggressioni promosse e finanziate" dagli Stati Uniti.

"La ragione di tale aggressività è ovvia: l'esempio cubano è pericoloso. È la dimostrazione che può costruirsi una società giusta e solidale e che esistono reali possibilità di godere di tutti i diritti per i cittadini".

"7 su 10 cubani sono nati e hanno vissuto sommersi dalle privazioni che causa la criminale politica statunitense di blocco economico, commerciale e finanziario; una vera guerra economica contro tutta la nazione cubana".

Ha insistito che a 46 anni di Rivoluzione a Cuba, gli Stati Uniti non hanno potuto mostrare un'esecuzione extragiudiziale, un desaparecido, né una madre cercare i resti di suo figlio scomparso o una nonna alla disperata ricerca  di suo nipote dato ad un'altra famiglia.

L'ambasciatrice ha denunciato che le nuove misure applicate dal governo di George W. Bush, che appaiono nella relazione della chiamata Commissione di Aiuto ad una Cuba Libera, costituiscono "un passo in più nell'impegno di mettere fine all'indipendenza del mio paese."

Infine, la diplomatica cubana ha assicurato che la riforma dell'iter dei diritti umani avrà senso solo se si liquideranno le doppie morali, la politicizzazione ed i ricatti usati per fare adottare le risoluzioni sui diritti umani.