Quando gli USA la utilizzano contro

Cuba la CDH ne esce screditata


Ha affermato l’ambasciatore cubano a Ginevra. Replica ad un rappresentante nordamericano con le foto delle torture ad Abu Ghraib

 

ORLANDO ORAMAS LEÓN (inviato speciale PL) Ginevra, 24 marzo 2005

 

Cuba ha affermato giovedì che la Commissione sui Diritti Umani (CDH la sigla in spagnolo) delle Nazioni Unite esce screditata ogni volta che gli Stati Uniti, come pretendono di fare anche in questo 61° ciclo di sessioni, le impongono una risoluzione contro l’Isola.

L’ambasciatore Iván Mora Godoy è intervenuto di fronte alla CDH per denunciare la vergognosa selettività, manipolazione politica e mancanza di obiettività nel trattamento di Cuba che si verificano da più di un decennio per imposizione di Washington.

 

"Gli USA hanno preso in ostaggio questa Commissione per giustificare la loro politica di aggressione contro Cuba", ha affermato il diplomatico di fronte all’assemblea plenaria della Sala XVII, dove la CDH si riunirà fino alla fine di aprile.

 

Ha sottolineato che quel che sta avvenendo qui non ha niente a che vedere coi diritti umani. La Casa Bianca cerca di giustificare "l’illegale e genocida blocco, ignorando le risoluzioni adottate ogni anno dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite", ha detto.

 

"Perché s'impedisce alla CDH di pronunciarsi e denunciare che Cinque giovani cubani rimangano ingiustamente rinchiusi come prigionieri politici nelle carceri nordamericane per aver cercato di sventare attentati terroristici contro la loro patria?", si è chiesto Mora Godoy.

 

CUBA REPLICA AGLI USA

 

Il senatore Rudy Boschwitz, capo della delegazione statunitense, si è vantato di essere amico personale del presidente Bush ed ha tessuto le lodi delle guerre contro Afghanistan ed Iraq, definendo "progressi democratici" l’occupazione dei due paesi.

 

Ma Juan Antonio Fernández, capo della delegazione cubana, ha fatto usocriminale all'opera del diritto di replica, mostrando all’assemblea plenaria le note immagini delle torture commesse da militari del Pentagono.

 

"Come si permettono di venir qui a parlare di diritti umani, democrazia e libertà? Queste foto parlano da sole", ha esclamato mostrandole all’uditorio.

 

"Dagli USA ci aspettavamo perlomeno il silenzio. Stiamo assistendo a crimini che l’umanità non vedeva dai tempi del fascismo", ha affermato.

 

"Sono questi i diritti umani dei quali ci parlano i delegati nordamericani. Guantánamo, Fallujah, già sappiamo di cosa stiamo parlando", ha concluso il diplomatico.

 

A sua volta, l’ambasciatore venezuelano Bernabé Carrero, ha risposto che il Governo degli "USA è genocida ed impone il terrorismo di Stato" e si è chiesto "come si possa permettere di segnalare negativamente altri paesi in questo uditorio".

 

Si sono avvalsi del diritto di replica quindici delegazioni, tra le quali citiamo quelle di Turchia, Cipro, Giappone, Colombia, Bangladesh, Vietnam, Zimbabwe, Sudan, Siria e Corea del Nord.