45° ANNIVERSARIO DELLA FMC
La donna cubana, voce
ed esempio
A.R.JÁREGUI 24 agosto 2005
Nel 1975 cominciò per la popolazione femminile di Cuba una fase di rapido sviluppo. Gli anni precedenti erano stati dedicati soprattutto all’organizzazione, formazione e mobilitazione delle donne in differenti compiti, opera che già avevano delineato Fidel e Vilma Espín nel 1960, durante i loro interventi nell’atto costitutivo della Federazione delle Donne Cubane (FMC).
La strategia dell’organizzazione prevedeva di coinvolgere le donne in nuove responsabilità che andassero oltre ai loro tradizionali ambiti. La cubana doveva essere protagonista della sua stessa rivoluzione per conseguire un cambiamento culturale che eliminasse i pregiudizi e la portasse a valutare in tutta la loro portata le nuove opportunità aperte dalle trasformazioni sociali e politiche successive al trionfo rivoluzionario del 1959.
Quindici anni dopo la costituzione della FMC, il panorama era già profondamente differente. Più di un milione di donne si erano inserite nel mondo del lavoro e si caratterizzavano per la loro qualificazione tecnica e presenza nel settore scientifico; l’accesso femminile agli incarichi di direzione politica era aumentato del 10%; si crearono migliori condizioni materiali, istituzioni per prendersi cura dei figli delle lavoratrici e servizi familiari che offrivano uguali opportunità professionali ai due sessi. La legislazione a garanzia dei diritti della donna nei differenti campi venne perfezionata ed il Codice della Famiglia, approvato nel febbraio del 1975, stabilì come diritto e dovere la condivisione della responsabilità tra madre e padre nella cura di figli e figlie.
Il 45° anniversario della Federazione rende necessario citare le statistiche per descrivere i risultati della rivoluzione femminile nell’Isola. Attualmente la metà della popolazione è composta da donne ed il 36% dei capi-famiglia sono di sesso femminile. Nel settore statale civile rappresentano il 66,2% dei professionisti e tecnici del paese; in settori di primaria importanza come quello sanitario e dell’istruzione costituiscono rispettivamente il 70% ed il 72% della forza-lavoro. Dei 199 centri di ricerca scientifica cubani, 48 sono diretti da donne. Sono donne il 71% dei procuratori, il 60,3% dei giudici professionisti ed il 47% dei giudici del Tribunale Supremo.
Le cubane, che hanno un’aspettativa di vita di 78,23 anni, rappresentano oggi circa il 62% delle matricole universitarie e quasi il 63% dei laureati del paese. Più del 50% del personale docente universitario è di sesso femminile. In campo politico la percentuale di donne in Parlamento (35,96%), colloca Cuba al settimo posto nel mondo per il numero di deputate. Negli incarichi direttivi sono il 35,4%, una cifra che supera la meta del 30% fissata dalla IV Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla Donna (Pechino, 1995), che quasi nessun’altra nazione ha raggiunto.
Nel 1997 il Consiglio di Stato approvò il Piano d’Azione di Cuba, successivo alla Conferenza di Pechino, un significativo passo avanti nel perfezionamento delle politiche pubbliche promotrici di una cultura dell’uguaglianza e del progresso della donna. Il rispetto legale e culturale nei confronti delle cubane è conformato non solo dai diritti sociali e politici, ma anche da quelli riproduttivi e sessuali.
A Cuba si è raggiunta l’uguaglianza tra uomo e donna su aspetti che nel mondo sono ancora oggetto di conflitti (per esempio il salario) e si sta andando verso il riconoscimento di altri diritti: il decreto legge sulla maternità delle lavoratrici, modificato nel 2003 e dalle caratteristiche uniche nella regione ha permesso, tra le altre modifiche, che anche i padri possano usufruire della Licenza di Maternità. La promozione dell’occupazione femminile ed un maggior ingresso di donne negli incarichi direttivi, la prevenzione sociale, l’educazione sessuale e l’immagine della donna nei mass-media, solo per citare alcuni esempi, fanno oggi parte dell’opera quotidiana della Federazione nel paese. Ma anche il lavoro internazionale è importante.
Cuba è stato il primo Stato a firmare ed il secondo a ratificare la Convenzione sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro la Donna, un protocollo dell’ONU, dove le cubane portano avanti da anni, con le donne di altri paesi, una battaglia tesa al rispetto dell’integrità femminile, dei diritti umani, sessuali e riproduttivi, una lotta mondiale della quale sono portabandiera, voce ed esempio in molti sensi.
La lettera di Vilma a tutte le federate cubane
Città de L’Avana, 23 agosto 2005
“Anno dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe”
Care federate:
Festeggiamo con molta allegria il 45° anniversario della costituzione della nostra Federazione delle Donne Cubane.
Saldamente unite, come forza consolidata e agguerrita, con responsabilità, entusiasmo e pienamente coscienti del ruolo che ci spetta nella società cubana, in tutti questi anni abbiamo svolto, per mezzo della nostra Organizzazione, compiti di grande importanza per la Rivoluzione, per l’esercizio dei diritti umani delle donne, che solamente in un sistema come il nostro possono divenire realtà.
Oggi la Federazione conta più di quattro milioni di associate e partecipa attivamente alla Battaglia delle Idee, all’edificazione e difesa del nostro socialismo, alla lotta per sradicare le residue vestigia della discriminazione e per conseguire l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti e a tutti i livelli.
Se paragoniamo la realtà femminile di oggi con quella esistente il 1° gennaio 1959, vediamo che il salto in avanti è stato importante e storico. Noi cubane abbiamo iniziato il XXI secolo con baldanza, come cittadine nel senso pieno del termine, decise a difendere le nostre conquiste a qualsiasi prezzo ed a continuare ad avanzare.
In tutte le battaglie ingaggiate, nelle conquiste delle donne, conseguite nel contesto della Rivoluzione che le ha rese possibili, è stato ed è fondamentale il lavoro, la lotta della Federazione educando, facendo proposte, dibattendo sulle tematiche dell’eguaglianza, impulsando i progressi in tutti i settori, tracciando strategie di lavoro per scalare vette sempre più alte.
In questo giorno di speciale allegria, facciamo gli auguri alle fondatrici, a quelle che si accollarono i compiti iniziali, crearono le prime delegazioni e iniziarono la marcia.
Facciamo gli auguri a tutti i nostri quadri, che in ogni territorio lavorano con amore e responsabilità, realizzando i programmi ed i piani che ci stanno di fronte, accettando con risolutezza le sfide dei nostri giorni per realizzare i nostri obiettivi, i nostri sogni.
Le parole pronunciate dal nostro Presidente nel marzo scorso ci impegnano ancora di più. Il ruolo di Fidel nel dare impulso alla battaglia per il pieno esercizio dell’uguaglianza di genere, in tutti i tempi e situazioni, costituisce un ulteriore esempio della chiarezza e portata del suo pensiero politico, della sua opera come educatore, come guida delle cause più giuste. Con legittimo orgoglio ha affermato che le donne non lo hanno mai deluso. Oggi gli ribadiamo che non lo deluderemo mai!
Rafforzeremo ogni giorno di più la nostra organizzazione, renderemo più efficace il nostro lavoro nelle comunità, più attiva la spinta alla promozione delle donne, più ampia e profonda la nostra opera politico-ideologica, la nostra partecipazione alla Battaglia delle Idee, la nostra preparazione per la difesa della Patria!
Auguri a tutte le federate, che sono il cuore della nostra Organizzazione e la sua forza vitale!
Viva la Federazione delle Donne Cubane!
Viva il nostro Partito!
Viva Fidel!
Vilma Espín Guillois
Presidentessa
“Con la memoria nel futuro”
documentario sulla FMC
R.CASTAÑNO
“Questo documentario non è un capriccio, ma un’opera di testimonianza di quel che può una Rivoluzione”, ha affermato Yolanda Ferrer Gómez, segretaria generale della Federazione delle Donne Cubane (FMC), durante la prima di Con la memoria nel futuro, proiettato lunedì nella sala Chaplin per salutare il 45° anniversario di quest’organizzazione, che ricorre oggi (martedì).
“La FMC ha al suo attivo progressi straordinari, anche se sul piano soggettivo c’è ancora molto da fare per conseguire l’uguaglianza piena”, ha aggiunto Ferrer.
L’opera, realizzata da Octavio Cortázar, Delso Aquino e Regino Oliver, dura un’ora e passa in rassegna le conquiste e le sfide delle donne cubane attraverso i 45 anni della loro Federazione, così come il protagonismo conquistato in una società con radici patriarcali molto profonde.
Partendo da frammenti di vecchi materiali riguardanti la FMC e d’interviste attuali a personalità e cittadini di varie località cubane Cortázar, Aquino e Oliver hanno elaborato una pellicola sul ruolo della donna al di fuori del contesto domestico.
Durante la prima Octavio Cortázar, testimone dell’epico processo delle federate nella Rivoluzione, ha detto di aver realizzato il film in molto poco tempo ma con molto affetto. Tra i titoli più conosciuti di questo regista, che ha alle spalle una variegata ed estesa produzione cinematografica nella quale si riflettono i progressi della Cuba rivoluzionaria, ci sono il documentario Per la prima volta, nonché i film Il brigatista e Guardiafrontiere.
Alla presentazione al Chaplin hanno
partecipato Concepción Campa e Jorge Luis Sierra, membri del Burò Politico,
fondatrici della FMC e membri della sua segreteria, così come dirigenti di altre
organizzazioni di massa.