L’Unione Europea ha esercitato pressioni ed ha votato contro l’indagine sulla situazione dei prigionieri a Guantánamo
21 apr.2005
L’UE ha votato contro un progetto di risoluzione presentato da Cuba presso la Commissione sui Diritti Umani (CDH la sigla in spagnolo) a Ginevra. Il progetto chiedeva un’indagine imparziale e indipendente sulla situazione dei prigionieri detenuti dalle autorità USA nella base navale di Guantánamo, che occupa illegalmente una porzione di territorio cubano.
La proposta cubana ha avuto il sostegno di Bielorussia, Siria, Malaysia, Venezuela, Messico, Guatemala e Repubblica Democratica di Corea. Hanno votato contro, oltre ai paesi dell’UE, Stati Uniti, Perú, Honduras, Costa Rica, India, Canada e Romania. Le astensioni sono state 23.
Il giorno prima della votazione il presidente cubano Fidel Castro aveva denunciato l’atteggiamento ipocrita dell’UE sul tema dei diritti umani, citando inoltre i resoconti della pubblicazione Madrid Digital, secondo i quali il blocco europeo ha esercitato pressioni affinché non venisse approvato il progetto di risoluzione presentato da Cuba nella CDH.
"L’UE ed i paesi delle antiche repubbliche socialiste dell’Europa Orientale" – sottolineava la pubblicazione spagnola – "hanno fatto pressione sulle delegazioni dei paesi in via di sviluppo facenti parte della Commissione per impedire che venisse presa in esame la risoluzione Questioni dei detenuti nell’area della base navale degli Stati Uniti a Guantánamo evitando così che l’operato del Governo statunitense fosse messo in discussione".
Cuba aveva presentato una nuova versione del progetto di risoluzione di minore portata rispetto alla proposta iniziale. La nuova versione si limitava a chiedere agli USA l’autorizzazione di una missione imparziale e indipendente, composta da rappresentanti di 4 organi permanenti della CDH, avente lo scopo di comprendere la situazione delle persone private dalla loro libertà a Guantánamo. Si chiedeva poi all’Alta Delegata per i Diritti Umani di preparare e presentare alla Commissione, l’anno prossimo, un resoconto basato sui risultati delle ricerche.
Nel suo intervento speciale di mercoledì, durante il quale ha continuato a denunciare la permanenza impunita del terrorista Posada Carriles e dei suoi complici negli USA, Fidel ha ricordato che l’anno scorso l’UE ha chiesto quasi in ginocchio a Cuba di non venir collocata nella difficile situazione di doversi pronunciare contro gli USA. L’Isola ha così deciso di ritirare il progetto. "Ma questa volta non sarà così" – ha detto – "e gli europei confermano una volta di più il loro tristissimo ruolo di Stati striscianti di fronte all’impero, affiancati da altri paesi dell’America Latina come l’Honduras ed il Guatemala."
Venerdì 15 aprile, gli Stati Uniti hanno pubblicamente chiesto nella CDH che la risoluzione venisse ritirata, adducendo il suo carattere infondato, atemporale e privo di basi.
Fidel ha stigmatizzato la nota posizione di paesi membri della CDH nei confronti del progetto di risoluzione, rimproverandoli per la loro mancanza di etica, pudore e carattere di paesi qualificati come "indipendenti, nobili e buoni", sottolineando la loro ipocrita preoccupazione per i diritti umani, il progresso e la democrazia. Ha nuovamente condannato la presunzione della "mal chiamata Unione Europea" che pretende di mandare a Cuba "inviati" per decidere sui diritti umani, mentre ignora la situazione di nazioni come Guatemala, Nicaragua o El Salvador.
Il Presidente cubano ha indicato che
l’analfabetismo, un flagello che in Nicaragua era stato praticamente eliminato,
oggi affligge nuovamente il 30% della popolazione di quel paese. Ha anche
rammentato che in El Salvador hanno regnato gli squadroni della morte e sono
stati commessi crimini terribili. "Cose che vanno ricordate per provare
ripugnanza nei confronti dell’ipocrisia di questo sistema", ha sottolineato.
(Gustavo Becerra)