LA COMMISSIONE SUI DIRITTI UMANI


Gli USA non hanno trovato nessuno

che presenti il progetto contro Cuba

Il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque invita Washington a riconoscere i suoi errori a Ginevra

• La delegazione cubana  presenterà nove risoluzioni



RAISA PAGES (di GI) / FOTO DI ALBERTO BORREGO 22 marzo 2005

 

IL ministro degli Esteri cubano Felipe Pérez Roque ha annunciato che Cuba presenterà nove progetti di risoluzione nell’attuale sessione della Commissione sui Diritti Umani (CDH la sigla in spagnolo) a Ginevra ed ha invitato l’Amministrazione USA a riconoscere che non esiste una sola ragione per presentare un documento contro l’Isola.

 

Pérez Roque ha indicato che la prima sconfitta della delegazione nordamericana è stata quella di non aver trovato un paese che si presti alla manovra condotta negli anni precedenti, quando il testo, preparato dagli Stati Uniti, veniva presentato da un Governo mercenario o subalterno al potente impero.

 

Cuba ha denunciato che il Governo nordamericano utilizza irrazionalmente e sconsideratamente il tema dei diritti umani contro l’Isola, impiegando le istanze multilaterali come terreno d’aggressione.

 

“Si è sgonfiata in maniera drammatica”, ha puntualizzato, “la teoria secondo la quale era la comunità internazionale ad essere preoccupata per lo stato dei diritti umani a Cuba. E’ stato anche disarmato il tentativo di far passare un gruppo di paesi latinoamericani come i patrocinatori della Risoluzione, perché non hanno trovato alleati nella regione”, ha detto.

 

il "difensore" dei diritti umani

“Invece di esporre alla Commissione gli innumerevoli abusi che commette contro i reclusi all’interno delle sue prigioni o l’inferno dantesco nel quale ha convertito la base navale di Guantánamo, cosa sotto gli occhi di tutti, l’Amministrazione Bush pretende di ergersi a giudice degli altri”, ha denunciato il ministro degli Esteri cubano.

 

“Abbiamo molteplici segnali”, ha aggiunto, “che gli Stati Uniti sono seriamente preoccupati dalla possibilità che il testo non venga approvato, a causa della crescente resistenza alle loro minacce. Nella sua disperazione, la delegazione nordamericana sta chiedendo ai vari paesi che si astengano nella votazione, non potendo esigere che votino contro alla Maggiore delle Antille”.

 

SENZA LA PACE NON SI FAVORISCONO I DIRITTI UMANI

 

“Una delle risoluzioni che presenterà Cuba fa riferimento alla necessità della pace come requisito fondamentale per favorire l’effettività dei diritti umani”, ha indicato Pérez Roque.

 

“Fino a quando ci saranno guerre di aggressione o ‘preventive’, delle quali gli Stati Uniti sono il principale promotore, non si potrà usufruire dei diritti umani fondamentali”, ha sottolineato.

 

Durante la conferenza-stampa svoltasi nella sede del Ministero degli Esteri, Felipe ha assicurato che un altro dei testi presentati dall’Isola è quello  relativo alla garanzia dell’alimentazione come diritto universale, tema già presentato in altre occasioni e non approvato per l’opposizione USA.

Un altro dei documenti che la delegazione cubana esporrà a Ginevra verterà sul debito estero e gli aggiustamenti strutturali che vengono imposti alle nazioni del Terzo Mondo.

 

“Il diritto dei popoli ad un ordine internazionale più giusto, democratico ed equo sarà un’altra delle tematiche che l’Isola caraibica sosterrà in un’altra delle risoluzioni”, ha sostenuto il ministro degli Esteri.

 

L’opposizione a misure coercitive unilaterali come la violazione dei diritti collettivi ed individuali di un popolo o il blocco imposto dal Governo degli Stati Uniti contro Cuba, è l’argomento di un altro documento elaborato dalla delegazione cubana a Ginevra.

 

Il rispetto dei diritti culturali ed intellettuali dei popoli, danneggiati dalla potente invasione della cultura consumistica, che cancella le particolarità di ogni nazione, è al centro di altre risoluzioni che verranno esposte nell’attuale ciclo di sessioni della CDH a Ginevra.

 

Il settimo testo dei rappresentanti cubani, ha spiegato Pérez Roque, riguarda “la partecipazione popolare intesa come pratica di una vera democrazia e precondizione della giustizia sociale nelle nazioni”.

 

Al centro dell’ottava risoluzione che presenterà il Governo di Cuba c’è un’analisi della composizione sociale, geografica e di genere del personale dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU. “Attualmente questo personale proviene dai paesi ricchi e potenti”, ha puntualizzato il ministro degli Esteri cubano.

 

Dell’utilizzazione di mercenari per commettere violazioni dei diritti umani contro altri popoli tratterà la nona risoluzione cubana.

 

“Riscattare la Commissione sui Diritti Umani dal livello di discredito attuale, dall’ipocrisia e dalla doppia morale imposta dagli Stati Uniti è l’obiettivo centrale di questi progetti di risoluzione”, ha affermato Pérez Roque.