Il discorso del lavoratore cubano

Leonel González González
 

• 93ª Conferenza della OIT. 16 Giugno 2005

Signor Presidente,

 

Signor Delegati:

 

 

Non credo, come ha affermato il Direttore Generale nella sua introduzione al dibattito di questa 93ª Conferenza, che l’impegno preso nel Summit di Copenaghen di sradicare la povertà abbia avuto un’importante ripercussione nelle istituzioni di Breton Woods.

 

E tanto meno nei paesi ricchi che le controllano come vogliono.

 

Se così fosse ci sarebbero più programmi di sviluppo possibile, più trasferimenti reali di capitali e tecnologie verso i paesi più poveri; ci sarebbero accordi per un commercio giusto ed equo; programmi per sradicare il VIH/SIDA e altre azioni che si potrebbero realizzare.

 

Non esiste niente di tutto questo però, ma anzi, al contrario, vediamo più guerre, l’aumento delle spese militari, più restrizioni nei settori della salute, meno investimenti diretti, più privatizzazioni della previdenza sociale e meno fondi di aiuti per lo sviluppo.

 

La decisione adottata recentemente dal gruppo dei G/8 di condonare il debito estero a 18 paesi poveri del mondo potrebbe apparire promettente, ma, come ha detto il presidente Obasanjo della Nigeria in questo stesso scenario solo poche ore fa, questi paesi dopo il condono necessiteranno decenni per iniziare il proprio recupero.

 

Si vuole fare un’opera di carità condonando il debito, ma si mantengono le catene alle mani e ai piedi con i condizionamenti del Banco Mondiale e del FMI sui programmi di regolamento dei bilanci, che obbligano a fare sempre più tagli alle spese sociali e agli investimenti per i programmi di sviluppo.

 

Si continua il saccheggio delle risorse più preziose e non si stabiliscono regole per un commercio giusto ed equo che permetta di accedere con i propri prodotti e soprattutto con le materie prime, terribilmente deprezzate, nei mercati internazionali.

 

Si continuano ad applicare crudeli barriere di protezione, non si destinano fondi per l’acquisto dei medicinali e di educazione e in pochi anni, attraverso nuovi prestiti sempre condizionati, il livello del debito e della dipendenza diverrà sempre maggiore e si continuerà a parlare di paesi poveri e di paesi in via di sviluppo!

 

Io non li considero paesi poveri!

 

Sono nazioni ricche di risorse naturali, per le diversità culturali, le tradizioni dei popoli che sono divenuti poveri per i secoli di sfruttamenti e di saccheggi!

 

L’aspirazione del Direttore Generale, divenuta una ragione di esistere dalla OIT, di ottenere un lavoro decente per tutti, anche se giusta e desiderabile, non è possibile senza cambiare drasticamente le regole dell’ordine mondiale che oggi impera.

 

Il mondo di oggi necessita più solidarietà e meno carità!

 

Il mio paese, sottoposto da più di quattro decenni a un crudele e disumano blocco e ad ogni genere di aggressione e quindi con severe restrizioni finanziarie, dimostra quanto si può fare a favore dell’umanità.

 

Gli ampi programmi di sviluppo sociale che oggi fomentiamo, l’accesso all’impiego totale, la garanzia della previdenza sociale per tutti, la crescita sostenuta del livello di vita del mio popolo e il crescente contributo che offre il mio paese allo sviluppo di importanti programmi di salute, di educazione e sport in più di 60 paesi fratelli, dimostra che un altro mondo è possibile, ma non quello di oggi, di guerre, terrorismo, ricatti, sfruttamento, estrema povertà ed esclusione sociale, ma quello della cooperazione, della fraternità tra i popoli e della vera solidarietà!