gli USA hanno lanciato il progetto anticubano nella CDH
Ginevra 21 marzo 2005 (PL)
Gli Stati Uniti hanno fatto circolare nella Commissione sui Diritti Umani (CDH la sigla in spagnolo), un progetto di risoluzione con il quale questo paese continua a perseguire la messa sotto accusa di Cuba da parte di questo organismo dell’ONU. La delegazione antillana ha anticipato il suo rifiuto del documento.
Secondo il testo pervenuto a PL, il progetto di risoluzione presentato dalla missione statunitense è suddiviso in quattro paragrafi e sollecita la CDH a presentare un rapporto su Cuba nell’attuale periodo di sessioni, nonché a mantenere il monitoraggio sull’Isola il prossimo anno.
Washington ha dovuto presentare direttamente questa ennesima proposta anticubana, vista l’indisponibilità da parte di altri governi di farlo al suo posto.
Secondo i diplomatici cubani, si tratta di una sconfitta per l’Amministrazione Bush, che ha esercitato ogni tipo di pressione.
Secondo questa risoluzione, la rappresentante personale dell’Alto Commissario, la francese Christine Chanet, deve presentare il 23 marzo un rapporto di fronte alla CDH intitolato "La situazione dei diritti umani a Cuba".
L’Avana rifiuta il mandato attribuito alla Chanet in quanto, afferma, emana da una risoluzione politicizzata alla quale la nazione caraibica si oppone risolutamente.
Il relatore dell’ONU definisce genocida
il blocco degli USA contro Cuba
Ginevra, 20 marzo 2005
"Il blocco che gli Stati Uniti mantengono da decenni contro Cuba è genocida", ha affermato domenica a Ginevra Jean Ziegler, relatore delle Nazioni Unite per l’Alimentazione.
Conosciuto giurista e sociologo svizzero, il funzionario internazionale ha detto che questa politica anticubana costituisce una "flagrante violazione dei diritti umani", ha reso noto PL.
Ha avvertito che se l’assedio nordamericano all’Isola non ha provocato conseguenze catastrofiche è stato perché il Governo cubano ha dato la priorità assoluta all’alimentazione, alla salute ed all’educazione di questo popolo.
"Il blocco adesso viene attuato con una strategia diversa e si fa più forte.
Gli Stati Uniti stanno perseguendo i rapporti di Cuba con le imprese di paesi terzi e stanno dando un giro di vite a rimesse e visite familiari alla nazione caraibica", ha detto.
Ha spiegato che, in qualità di Relatore speciale dell’ONU ha il diritto di chiedere conto ai governi.
"L’ONU ha scritto in mio nome all’Amministrazione statunitense il 16 giugno 2004, sollecitando una mia visita a Washington per discutere sul blocco a Cuba", ha ricordato.
"La Casa Bianca ha respinto la proposta e, con una lettera datata 18 ottobre 2004, ha negato l’ingresso al Relatore Speciale sull’Alimentazione", ha sottolineato.
Ziegler è intervenuto in un atto di solidarietà con l’Isola caraibica, nel quale ha accusato Washington di violare i principi del diritto internazionale.
"L’etica ed il diritto sono a fianco di Cuba" ha affermato.
Ha definito il presidente USA un "Pinochet alla Casa Bianca", riferendosi alle vittime civili della guerra in Iraq.
Rispetto ai piani statunitensi contro L’Avana nell’ambito della Commissione sui Diritti Umani dell’ONU, Ziegler ha detto che "la resistenza e la libertà di Cuba sono quelle di tutti i popoli del mondo".
La solidarietà dell’Europa con Cuba
si fa sentire a Ginevra
ORLANDO ORAMAS LEÓN - inviato speciale Ginevra, 19 marzo 2005 (PL)
La solidarietà con Cuba si fa sentire in Europa e lo testimonia la manifestazione che è stata organizzata per le strade di Ginevra, che chiedeva la condanna delle nuove manovre contro l’Isola nella CDH della ONU.
Cittadini svizzeri e di varie nazionalità residenti nella zona con gruppi di persone provenienti da Spagna, Italia, Germania e altre nazioni hanno chiesto anche la liberazione dei 5 Eroi cubani ingiustamente reclusi nelle prigioni degli USA, per aver combattuto contro il terrorismo.
I Cinque, come li si conosce, sono stati condannati a lunghissime reclusioni per aver evitato la realizzazione di atti di terrorismo organizzati dai gruppi nemici di Cuba nel sud della Florida.
Fernando González, detenuto in una prigione del Wisconsin, ha inviato un messaggio ai manifestanti ai quali ha assicurato che "La morale, la verità e la dignità sono le armi con le quali vinceremo!"
Nell’occasione è stata letta anche una lettera di Antonio Guerrero, un altro dei 5, che a nome suo e dei suoi compagni ha denunciato il governo di Washington che protegge e ospita i gruppi di terroristi nella Florida.
I manifestanti riuniti davanti alla stazione di posta in Viale Mont Blanc, hanno ascoltato i messaggi di sostegno provenienti dai gruppi che operano nel detto "vecchio mondo" in difesa della Rivoluzione cubana.
Maria Páz González è giunta dalla Catalogna, che da Tarragona contribuisce ad alleviare il blocco nordamericano con l’apporto di materiali per la produzione dei medicinali.
"Siamo molto attivi nella solidarietà con Cuba e siamo venuti qui numerosi per dimostralo!" ha detto a PL, mentre reggeva un cartello con scritto "Libertà per i Cinque".
Heinz Langer è arrivato dalla Germania: egli è stato due volte ambasciatore tra l’Avana e la ex Repubblica Democratica.
"Io ho avuto l’opportunità di conoscere personalmente il Comandante Che Guevara!" ha detto l’ex diplomatico, mentre l’immagine del Che era presente in decine e decine di bandiere di altre nazioni europee e organizzazioni politiche.
Lo svizzero Martin Schwander era accompagnato dai tre figli che lo aiutano in tutte le attività a favore dell’Isola da questa piccola nazione.
Un gruppo numeroso è arrivato dal nord dell’Italia: Sergio Marinoni, un attivo dirigente dell’Associazione di Amicizia Italia Cuba, ha dichiarato che la sua partecipazione corrisponde all’apporto dei cubani agli altri popoli del Terzo Mondo.
La giornata si è conclusa nell’Auditorium della città dove il deputato socialista Franco Cavalli ha annunciato la formazione di un Blocco di Solidarietà con Cuba nel Parlamento Federale Svizzero che ha sede a Berna ed è integrato per la terza parte da legislatori. "Noi abbiamo chiesto al Parlamento che non si presti alle pressioni contro Cuba degli Stati Uniti nella Commissione per i Diritti Umani."
"Washington ha imposto a Cuba uno stato di guerra fredda" ha sostenuto ed ha incitato a una maggior mobilitazione dell’opinione pubblica nel suo paese e in Europa, per evitare un’aggressione nordamericana contro l’Isola delle Antille.
Ricardo Rodríguez, vicepresidente dell’Istituto cubano di Amicizia tra i Popoli, ha detto che ci sono più di mille organizzazioni di solidarietà con il popolo cubano in 136 paesi.
Hernando Calvo Ospina, giornalista di Le Monde Diplomatique e autore di molti libri, tra i quali "Cuba: dissidenti o mercenari?", ha detto che la Casa Bianca vuole liquidare l’esempio della Rivoluzione cubana e cerca di piegarla con il blocco e altre misure.
Le espressioni di sostegno continueranno a Ginevra con le denunce degli imbrogli della delegazione nordamericana per imporre una nuova risoluzione contro Cuba nella Commissione per i Diritti Umani.
Ginevra 18 marzo 2005
"L’umanità sta correndo un grave rischio a causa della dottrina di sicurezza USA fondata sugli attacchi preventivi", ha sostenuto la delegazione di Cuba presso la Commissione dei Diritti Umani (CDH) dell’ONU, citata da PL.
"Una potenza egemonica si attribuisce il diritto unilaterale di aggredire militarmente, senza previo avviso e come presunta azione preventiva, qualsiasi paese o quello al quale voglia attribuire la condizione di minaccia mondiale", ha detto Rodolfo Reyes, rappresentante alterno di Cuba.
"L’umanità è stata testimone delle nefaste conseguenze dell’applicazione di questa dottrina imperialista", ha sostenuto il vice-direttore delle Questioni Multilaterali del Ministero cubano degli Esteri, in allusione all’occupazione dell’Iraq.
Il diplomatico è intervenuto nella discussione sul quinto punto del programma del 61º periodo di sessioni della Commissione che include i casi dei popoli sotto occupazione militare straniera.
Il funzionario ha detto che in questo modo si vuole imporre un modello politico ed economico ai paesi del Sud "per agevolare il controllo e la dominazione globale da parte dei principali centri del capitale transnazionale".
Reyes ha assicurato che l’Amministrazione Bush non scarta "l’opzione di un nuovo intervento militare diretto" contro il suo paese e ha qualificato come "genocida" il blocco che da più di 40 anni Washington mantiene contro Cuba.
Ha denunciato che i terroristi di origine cubana, indultati dall’ex presidentessa panamense Mireya Moscoso, sono stati accolti negli USA e lì godono della più assoluta impunità.
"Il caporione di quel gruppo, che pretendeva di assassinare il presidente Fidel Castro, si nasconde in un paese centroamericano e potrebbe star preparando nuovi piani terroristici contro l’Isola", ha sottolineato Reyes.
Si tratta di Luis Posada Carriles, che ha pubblicamente riconosciuto la sua responsabilità nella distruzione di un aereo della Cubana de Aviacion nel 1976, che provocò la morte di 73 persone.
Nel suo intervento il rappresentante ha ribadito la tradizionale posizione dell’Avana a proposito del caso coloniale di Porto Rico.
"Cuba" - ha sostenuto- "esige il pieno rispetto della sua autodeterminazione e appoggia gli sforzi di quel popolo fratello nella sua rivendicazione del diritto a determinare il proprio futuro".
Ha chiesto anche il ritiro delle forze israeliane da tutti i territori arabi occupati, includendo la Palestina e il Golan siriano, e ha appoggiato la causa palestinese della fondazione di un proprio stato indipendente.