La prostituzione è una prospera
industria in America Centrale
Y. D. Gazan 23/6/05
La prostituzione infantile in America centrale è controllata e cioè fa parte della struttura del crimine organizzato e chi pensa che si tratta di un delitto commesso da individui isolati si sbaglia, perché ci sono anche reti internazionali di pornografia che trafficano con bambini e minori. Questa situazione è pubblicamente nota sin dal 1990 ed ogni anno si aggrava. Diverse relazioni del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF) hanno rivelato che in America centrale esistono persino i punti di vendita dei servizi sessuali infantili.
Questo accade per esempio nella zona di frontiera fra Messico e Guatemala, dove transitano molti bambini centro americani, illegalmente, piccole e facili vittime di adulti che li inducono a prostituirsi. Il commercio sessuale dei minorenni si realizza in molti paesi dove si verifica questo flagello: nelle zone più centrali e strategiche come nei centri turistici, nei porti, parchi, alberghi e "più comunemente" nei bordelli e per le strade più popolate.
In Honduras è stata scoperta una casa clandestina conosciuta come "Kinder", dove si praticavano queste attività e secondo le investigazioni dell'UNICEF, non è stata certo la prima o l'ultima del genere scoperta. L'agenzia della ONU ha spiegato che persone pensionate, espatriati statunitensi, europei e di altre regioni del pianeta si istallano in Centro America e richiedono i servizi sessuali di bambini.
Quindi esiste chi vuole abusare dei bambini e utilizza i piccoli che si prostituiscono ma c'è anche chi si vuole arricchire sulla pelle dei bambini in questione, che non hanno capacità o comprensione sufficienti per decidere della propria vita e per difendersi.
I delinquenti dell'industria del sesso rapiscono e convincono le vittime, la cui età oscilla in genere tra i 12 e i 14 anni, anche se alcuni sono più piccoli. I bambini vengono rinchiusi, portati fuori dal proprio paese perchè è più facile per i trafficanti se i bambini sono fuori"; sono aggrediti fisicamente e psicologicamente, fino a che senza volontà di sorta e senza opzioni, entrano a far parte dell'ambiente.
Un altro modo di procedere è convincerli che guadagneranno molti soldi e avranno molti amici. Alcune adolescenti sono sedotte dai prosseneti che offrono loro protezione e le invitano a una fuga romantica, lontano della propria casa, puntualizza l'UNICEF.
Quasi sempre, gli sfruttatori scelgono i bambini che stanno per le strade, che lavorano e hanno bisogno di mezzi per sopravvivere, come quelli che hanno avuto case distrutte. Nel luglio del 1997, l'UNICEF ha calcolato che nel mondo esistono circa 100 milioni di bambini che vivono per le strade e 40 milioni sopravvivono nei capoluoghi dell'America Latina.
L'agenzia ONU stima che approssimativamente 10 milioni di bambini di strada sono centro americani con meno di18 anni, che vendono i propri corpi per denaro. Un sondaggio realizzato assicura che circa il 70% dei piccoli sfruttati "lavora" con una o due coppie al giorno, il 4,2% ha tre o quattro relazioni sessuali e il 25,1% più di quattro al giorno.
L'inchiesta ha dato come risultato che il 93% ha avuto almeno una malattia di trasmissione sessuale, il 78,3% soffre di herpes genitale, il 78,3% di gonorrea, il 46,6% di papillomatosi, il 27,3% di trichomoniasi vaginale, il 13,29 % di sifilide e il 11,7 di scabbia. Per evadere la realtà che li circonda, il 100% di questi bambini usa solventi come la colla, come droga preferita, il 96% è narco dipendente e il 3,5% lo è settimanalmente.
Lo studio rivela che il 100% ha subito una violenza sessuale, più del 53% da parte di un membro della famiglia, il 5,95% da parte di amici, il 2,7% da vicini di casa e il 46% percento da sconosciuti. Il 64,1% delle bambine ha detto che la prima persona con cui hanno avuto relazioni sessuali è stato il padre - o la madre- il 10,2% con uno zio, il 10,25 con un fratello, il 2,6% con amici e il 5,1% con un fidanzato.
Un minore che è caduto in questa rete non ne esce mai più perché viene minacciato, picchiato o torturato se cerca di scappare. Di fatto, si sa della morte di adolescenti che se ne volevano andare e in molti casi, i bambini vengono drogati permanentemente per creare una relazione di dipendenza dai loro sfruttatori.
I pedofili esercitano la propria forza sessuale sui bambini. Le relazioni sessuali tra un adulto e un minorenne rispondono alla necessità di dominare da parte del primo, di sentirsi più forte della sua vittima. Secondo l'UNICEF, la prostituzione infantile ha differenti origini, come la disintegrazione familiare e le violazioni sessuali, quasi sempre dovute a parenti molto stretti.
Esistono anche, altri fattori come la povertà e la condizione di dipendenza femminile. In molti casi la bambina è valutata come un essere di scarso valore rispetto al maschio.
L'emigrazione rende i minorenni più indifesi di fronte alla crescente richiesta di servizi sessuali che, perciò, generano crescenti guadagni negli sfruttatori del sesso.
Un denominatore comune per le bambine di strada è la violenza nella famiglia sin nella prima infanzia, poi la disintegrazione della famiglia, la fuga dal seno famigliare in tenera età, il consumo delle droghe o il padre o il tutore oltre all'esercizio della prostituzione da parte della madre.
Gli effetti della prostituzione infantile cadono direttamente sulle vittime. Ci sono conseguenze come la dipendenza dalle droghe, le gestazioni premature e indesiderate, le malattie di trasmissione sessuale e i problemi nello sviluppo fisico e mentale.
Si genera così un circolo vizioso grazie al quale le vittime diverranno gli sfruttatori del futuro, uomini e donne che non potranno mai avere una famiglia normale, sesso sano e amore.
Il corpo delle bambine durante la crescita si danneggia e questo può generare infertilità, complicazioni durante le gestazioni e cancro uterino. I bambini sfruttati nell'industria del sesso vivono sull'orlo della sopravvivenza, sono trascinati da una marea di percosse, detenzioni illegali, tortura, abusi sessuali, sequestri e anche assassini.
* L'autrice è giornalista della Redazione di Centro America e dei Caraibi di Prensa Latina. |