Sviluppato programma informatico
per bambini handicappati
20 ottobre 2005 (PL) - Esperti del Centro di Studi e Giochi Educativi di
Camaguey (CEJISOF) sviluppano un programma informatico che faciliterà
l'apprendistato dei bambini con ritardo psichico.
Joel López, direttore di questo centro, ascritto all'Istituto Superiore
Pedagogico José Martí di questa città orientale cubana, spiegò a Prensa Latina
che il software è un mezzo efficace per portare le conoscenze a piccoli con
questo handicap.
Dalla sua fondazione nel 1993, il CEJISOF ha sviluppato più di 75 pacchetti
informatici destinati alle scuole elementari, medie e pre-universitarie, ed
attualmente lavora in uno per alunni universitari.
“Almeno una decina di questi programmi istruttivi”, aggregò, “si applicano
attualmente in Venezuela, Argentina, Messico, Panama ed altri paesi dell'America
Latina ed i Caraibi”.
“Nell'elaborazione dei pacchetti informatici”, affermò López, “intervengono
pedagoghi, psicologi, designer ed altri esperti affini ed ogni prodotto, prima
di aggiungersi nei piani di studio, è convalidato in scuole di riferimento di
questa provincia”.
“Con l'impiego massiccio del computer in tutti i livelli di insegnamento del
paese”, emerse, “i programmi informatici educativi sono chiesti sempre di più,
perché accelerano e fanno più attraente la docenza”.
Incoraggiante indice di mortalità infantile
20/10/2005 (PL) - Un tasso di mortalità infantile del 3,4 per ogni mille nati
vivi è quello dichiarato dalla centrale provincia cubana di Ciego de Ávila, tra
i più bassi del paese.
Niurka De la Paz, specialista del Ministero della Sanità, ha dichiarato a Prensa
Latina che questa cifra si equipara con l’indice dei paesi più sviluppati ed è
risultato dell’alta priorità che si concede nell’Isola al programma materno
infantile.
“Questo risultato è conseguenza diretta del lavoro sviluppato dai medici ed
infermieri della famiglia, ginecologi ed ostetrici e pediatri di differenti
istituzioni per garantire una maternità sicura ed un’infanzia salutare”.
“La riorganizzazione nell’assistenza primaria garantendo la copertura medica a
tutta la popolazione e la qualità nelle consultazioni alle gestante sono stati
altri aspetti che hanno avuto influenza sul successo”, aggregò.
Ciego de Avila, a circa 430 chilometri a est della capitale, dispone di 16 case
materne ben equipaggiate per l’assistenza alle donne incinte a rischio e
residenti in luoghi appartati.
Gli infanti cubani, ha precisato la De la Paz, sono immunizzati contro 13
malattie durante il loro primo anno di vita, tappa nella quale ricevono circa 25
controlli medici.
Le azioni sanitarie realizzate prima del parto ed i check-up sistematici in
consultazioni specializzate sono determinanti affinché la donna gestante abbia
il suo bebè senza difficoltà.
In Cuba più del 99 % dei bambini nascono in centri ospedalieri e quasi il 50 %
delle madri dà allattamento materno ai suoi figli fino al quarto mese di vita.
Questi avanzamenti, nonostante le avverse condizioni economiche, collocano
l’isola dei Caraibi tra il ridotto gruppo di nazioni con un tasso di mortalità
infantile inferiore a sette per ogni mille nati vivi.
Premio Ispano - Americano al Centro
Internazionale
di Retinosi Pigmentaria
N. DÍAZ - Salamanca 19 ottobre 2005
Il Centro Internazionale de Retinosi Pigmentaria di Cuba, ha ricevuto il Premio Ispano-Americano alla Qualità ‘2005, per il livello d’eccellenza dei suoi servizi. Nell’occasione sono andati a Salamanca il Dott. Obel García Báez, direttore e la vice direttrice d’Infermeria, Olivia Montesinos.
Questo premio è stato creato per la comunità ispano-americana nel 2000 e fa parte del programma ufficiale dei vertici; si consegna a quelle situazioni e organizzazioni che hanno offerto il miglior servizio nella loro gestione.
Una delle caratteristiche del premio, ha detto il Dott. García Báez, è che i nominati devono aver ricevuto lo stesso genere di premio a livello nazionale.
Nel caso di Cuba il Centro ha ottenuto il premio nel 2002.
Situato nell’ospedale Camilo Cienfuegos nel quartiere centrale di Plaza de la Revolución, il Centro Internazionale di Retinosi Pigmentaria è stato inaugurato il 20 giugno del 1992 ed è un centro rettore che controlla lo sviluppo di tutti gli altri centro omologhi che si trovano nelle 14 province di Cuba che si dedicano alle investigazione e al trattamento di 4.123 pazienti cubani con questa malattia.
Questo è il solo ospedale specializzato nel mondo che ha ottenuto l’arresto di questa malattia, grazie a una terapia creata dal fondatore del Centro, il Dottor Orfilio Peláez Molina.
La domanda dei servizi dell’istituzione è cresciuta moltissimo ed oggi pazienti di 85 paesi diversi ricevono attenzione e cure nelle sue installazioni.
Commentando il significato del Premio Ispano-Americano alla qualità, il Dott. Garcia Báez e l’infermiera Olivia Montesinos hanno dichiarato che prima di tutto hanno pensato a Fidel, alla sua lotta per estendere tutti i servizi di salute di Cuba a questo livello d’eccellenza, gia ottenuto dal Centro di Retinosi Pigmentaria.
Inoltre hanno commentato che è molto importante il fatto che per la prima volta da cinque anni un’istituzione della sanità Ispano-Americana ha ottenuto il Premio.
Non va dimenticato il ruolo disimpegnato dall’insieme dei lavoratori del Camino Cienfuegos dove anche il giardiniere, come il più prestigioso degli investigatori hanno come premessa la qualità delle attività quotidiane.
Tutti hanno pensato a questo quando hanno saputo di aver ricevuto il Premio, convinti che non solo lo hanno vinto, ma che lo sapranno mantenere.
Tutto il personale di questa istituzione sa perfettamente d’avere di fronte una sfida immediata: la conquista del riconoscimento delle norme internazionali.
Un biofarmaco cubano allunga la vita
dei bambini affetti da cancro al cervello
•
I promettenti risultati della prova clinica fase II con il CIMAher, realizzata
dall’impresa tedesca Oncoscience AG, sono stati presentati nel 37° Congresso
della Società Internazionale di Pediatria Oncologica, tenutosi a Vancouver, in
Canada
L.RIERA – 10 ottobre 2005
Alcuni bambini affetti da tumore al cervello hanno allungato la loro sopravvivenza fino a 15 mesi rispetto al pronostico iniziale, senza effetti secondari significativi, grazie al trattamento con il biofarmaco cubano CIMAher, effettuato come parte di una prova clinica fase II realizzata dall’impresa biotecnologica tedesca Oncoscience AG, che ha presentato i risultati nel 37° Congresso della Società Internazionale di Pediatria Oncologica, svoltosi nel settembre scorso a Vancouver, in Canada.
L’anticorpo monoclonale umanizzato CIMAher (TheraCIM, Theraloc, hR3), viene impiegato con risultati promettenti nel trattamento dei tumori al cervello ed al collo, in combinazione con la radioterapia.
La prova clinica, ancora in corso in Germania, è stata effettuata su 27 pazienti (bambini). Nove di questi sono affetti da un tumore al cervello molto resistente ai trattamenti, ma hanno risposto positivamente alla terapia con l’anticorpo monoclonale.
Cinque di loro hanno avuto eccellenti benefici clinici; tre hanno visto stabilizzarsi la malattia e uno ha risposto parzialmente, secondo le informazioni date a GI da Rafael Magadán, gerente di Marketing di CIMAB S.A., entità che rappresenta in esclusiva e commercializza in circa 20 paesi i prodotti terapeutici del CIM.
Il CIMAher è stato registrato a Cuba nel 2002 e conta su una licenza in 17 paesi, tra i quali USA, Canada (dove sono state compiute anche prove cliniche) e altri dell’Unione Europea.
Recentemente è stato inaugurato nella zona di sviluppo di Pechino un impianto per la produzione e commercializzazione del biofarmaco. Ha presenziato alla cerimonia il ministro cubano di Governo, Ricardo Cabrísas e Zhang Xiaoqiang, vicepresidente della Commissione Nazionale di Sviluppo e Riforma della Cina.
“Indubbiamente porterà risultati economici, ma il frutto più grande sarà la miglior qualità della vita per i pazienti cinesi e, perchè no, per i malati della regione asiatica”, ha affermato Cabrisas, citato da PL.
La nuova installazione fa parte dell’impresa mista cino-cubana Biotech Pharmaceutical.
Intervistata da PL, la dottoressa Patricia Serra, responsabile per la parte cubana del progetto, ha spiegato che il nuovo impianto permetterà anche di incorporare prove cliniche e la produzione di altri anticorpi monoclonali e vaccini terapeutici generati nel CIM.
Nello stesso tempo stabilisce le basi scientifiche e tecnologiche per ricerche congiunte nell’area dei medicamenti per la terapia di diversi tipi di cancro.
Secondo quanto si è saputo il CIMAher, in combinazione con la radioterapia, è stato provato su 137 pazienti della nazione asiatica risultando “significativamente efficace” e costituisce una “promessa” per il trattamento dei tumori d’origine epiteliale.
Le prove cliniche fase I e II, la prima per dimostrare la sicurezza e la seconda l’efficacia, sono state effettuate a Cuba nell’Ospedale ‘Hermanos Ameijeiras’, nell’Istituto Nazionale d’Oncologia e Radiobiologia e nel Centro di Ricerche Medico-Chirurgiche, ha spiegato lo scorso anno il dottor Mauro Alfonso, gerente commerciale di CIMAB S.A.
Alfonso ha assicurato che il CIMAher continua ad essere studiato per estendere il suo uso nel trattamento di tumori localizzati in altre parti del corpo.
Attualmente sono 22 i prodotti sui quali si stanno compiendo ricerche nei moderni laboratori del CIM (appartenenti al Polo Scientifico de L’Avana Ovest), tra i quali gli anticorpi monoclonali ed i vaccini terapeutici per il trattamento di alcuni tipi di cancro.
Sottolineano sviluppo di Cuba
in specialità di Ortopedia
29 sett. 2005 (PL) - Cuba dispone di un distaccato sviluppo nella specialità di
Ortopedia, assicurò il riconosciuto professore Rodrigo Álvarez Cambras, durante
la chiusura di un congresso internazionale sulla materia.
Alvarez Cambras ha affermato che l'isola dispone attualmente di più di 1100
specialisti in questi servizi per la salute e ne prepara altri 350, come afferma
l'Agenzia di Informazione Nazionale.
Gli sviluppi di Cuba nell' Ortopedia si applicano con successo in numerosi
paesi, con benefici per molte persone. Tra questi risultati figurano modelli di
fissatori esterni RALCA, creati da Alvarez Cambras, i quali sono stati
utilizzati su più di 25000 pazienti.
La contribuzione della Società Cubana di Ortopedia e Traumatologia abbraccia
anche nuove tecniche chirurgiche come l'impattazione del carpo nei pugili.
Altri metodi operatori sono vincolati con l'endromalasia della rotula, l'insercionitis
dei tendini negli sportivi, i legamenti delle caviglie, il piede piano, colonna
vertebrale ed innesti vascolarizzati in midollo.
I più di 300 esperti di Cuba ed altre 20 nazioni presenti all'evento elogiarono
lo sviluppo della nazione caraibica nella specialità.
Il II Congresso Internazionale Ortopedia-2005 terminò oggi, dopo quattro giorni
di sessioni, nel polo turistico dei Giardini del Re, della centrale provincia di
Ciego de Avila.
Nuovi sviluppi tecnici
nella chirurgia pediatrica
29 settembre 2005 (PL) - Gli specialisti cubani hanno usato un'innovativa tecnica
nella realizzazione di due complesse operazioni a bambini ammalati
d'ipertensione portale pre-epatica, ciò ha costituito un avanzamento nella
chirurgia pediatrica dell'isola.
Il giornale Granma ha informato che queste operazioni si sono realizzate appena
con circa 48 ore di differenza, negli ospedali William Soler, della Città de
L'Avana, ed Octavio de la Concepción, di Holguín, con l'appoggio di altre
istituzioni scientifiche.
David Antonio Rodríguez Otaño, di 13 anni, e Leydiane Tamayo León, di 10,
residenti nelle province di Matanzas e Granma, rispettivamente, presentavano
quel male qualificato come una sindrome.
L'ipertensione portale è associata ad alcuni patimenti che producono un aumento
eccessivo della pressione dentro il sistema venoso portale. Le sue
manifestazioni cliniche sono il sanguinamento digestivo e l'infiammazione della
milza.
Nella sala operatoria, gli specialisti cubani hanno usato la tecnica di
derivazione mesenterica superiore ramo sinistro della vena porta, od operazione
di Rex.
Questo metodo consiste nello stabilire un ponte o condotto escludendo la zona
interrotta della vena porta addominale che allaccia con il fegato, per
facilitare il mantenimento normale del flusso sanguineo. Per ciò si usa la vena
giugulare sinistra o destra del paziente.
Vari sono i vantaggi di questa condotta: evita gli episodi di sanguinamento,
facilita il ristabilirsi delle funzioni normali del fegato e permette anche di
eliminare la somministrazione di medicine per la diminuzione della pressione del
flusso sanguineo.
Dopo otto giorni dall’operazione, David Antonio e Leydiane evolvono bene e
presto saranno dimessi dall'ospedale affinché riprendano le loro attività
scolari.
L’Associazione Psichiatrica dell’America Latina
riconosce lo sforzo e l’esempio di Cuba
• È terminato domenica il II
simposio regionale Caraibi-APAL, che ha visto
la partecipazione di circa 300 delegati nazionali e stranieri
C.R. ALFONSO 13 settembre 2005
"L’Associazione Psichiatrica dell’America Latina (APAL) ha sempre riconosciuto lo sforzo e l’esempio dei cubani", ha affermato il dottor César Mella Mejías, attuale vicepresidente e presidente eletto dell’Associazione per il periodo 2006-2008 nella cornice del II Simposio Regionale Caraibi-APAL, che ha concluso le sue attività domenica nella capitale cubana.
Questo riconoscimento si basa non solo sulla fondazione a Cuba nel 1960 dell’APAL, ente che riunisce tutte le società psichiatriche dell’America Latina, ha segnalato lo specialista dominicano, "ma anche sul fatto che a partire dal primo gennaio del 1959 Cuba è stata la cristallizzazione delle speranze, delle utopie e delle aspirazioni di libertà del resto della regione".
Mella Mejías ha sostenuto che l’Isola ha più di 1.000 psichiatri e un’invidiabile rapporto tra il numero di medici e quello di abitanti; libero accesso del cittadino cubano allo psicologo o allo psichiatra, cosa che non capita nel resto del continente, né negli Stati Uniti; la distribuzione di psicofarmaci specifici arriva alla comunità e lo specialista di questa materia, grazie al carattere etico ed umanista del socialismo, non è l’esponente di un’elite.
Il Dottore ha spiegato che Cuba ha dimostrato di essere una potenza della salute mentale per la sua formidabile capacità di mobilitazione nelle due ultime minacce di disastri naturali, per la sua politica nazionale di prevenzione del suicidio e per la prevenzione ed educazione – tracciate dal Ministero della Sanità, dal gruppo nazionale della salute mentale e dalla commissione corrispondente dell’Assemblea Nazionale - per il controllo dell’uso e dell’abuso delle sostanze psicoattive.
Ha assicurato che l’impatto di queste misure sulla salute mentale non è casuale, bensì il risultato di più di 40 anni di organizzazione della comunità, e permette che nessun cittadino sia sprovvisto dell’assistenza sanitaria.
Salvati dal ritardo mentale
più di 700 bambini cubani
I.A.Padrino 20/7 (AIN)
In due decenni a Cuba sono stati salvati 703 bambini da ritardi mentali grazie al Programma Nazionale per l’Ipotiroidismo Congenito, hanno spiegato gli esperti durante la chiusura del VI Congresso cubano di Endocrinologia.
La dott. Niviola Cabrera, direttrice di Scienza e Tecnica del Ministero di Salute Pubblica (MINSAP), ha specificato che questa cifra è compresa nei quasi due milioni e mezzo di neonati controllati in questa tappa per ciò che riguarda le anomalie, con un tasso d’incidenza di uno per ogni tre mila 350 abitanti.
Questo è stato possibile grazie alla preparazione degli endocrinologi pediatri, in stretta cooperazione con il Centro di Immunodiagnosi e altre aree del sistema nazionale di salute, coinvolte con il Programma di attenzione materno infantile, che include gli specialisti di medicina generale integrale.
I successi nella cura delle madri che soffrono di malattie della tiroide e la messa a fuoco multi-disciplinare delle ostetriche e degli endocrinologi del paese, oltre alle conquiste nel campo della salute riproduttiva, dove attualmente sono notevoli le investigazioni, sono successi dell’Isola.
Da circa 25 anni l’Istituto Cubano di Endocrinologia è noto come centro di collaborazione delle organizzazioni mondiali e panamericane della salute – OMP/OPS – per la riproduzione umana e l’attenzione integrale al diabetico, ha sottolineato la dirigente del MINSAP.
Il programma cubano di attenzione ai diabetici ha contribuito a una diminuzione della mortalità per questa malattia nella popolazione e negli ultimi quattro anni si è fatta notare l’efficienza del programma di attenzione ai diabetici e alle donne in gravidanza, con cifre decrescenti per i decessi.
Cuba dispone di circa 200 endocrinologi e questi servizi sono estesi in tutte le province e includono le investigazioni, la docenza, la specializzazione e la proiezione verso la comunità e la solidarietà internazionale.
300 specialisti dell’Isola e invitati di Messico, Argentina, Perù, Ecuador, Bolivia, Spagna e Portogallo hanno indicato come prioritari l’assistenza, il trattamento e le investigazioni in endocrinologia, una specialità che coinvolge altri professionisti della medicina.
UNA VITA MIGLIORE PER
GLI ANZIANI A HOLGUÍN
20/7 - L’applicazione a Cuba dei Programmi Integrali della Salute Pubblica per migliorare la qualità della vita degli anziani nella provincia di Holguín, dove il13,5% della popolazione appartiene alla terza età, sta dando buoni risultati.
Una delle linee principali d’azione consiste nella priorità data all’aumento del livello d’attenzione medica primaria, con la promozione, la prevenzione e la riabilitazione delle persone della terza età che nel territorio sono più di 140 mila.
Il funzionamento di circa 1600 Circoli dei Nonni, con 78.000 membri che fanno ginnastica e regolari attività culturali e ricreative è una delle basi del programma di protezione degli anziani.
Le cure a domicilio costituiscono una modalità di grande successo, perchè beneficiano 12.000 persone anziane che ricevono gratuitamente l’alimentazione, la pulizia della casa e tutta la biancheria lavata e stirata.
Vanno ricordate le sette Case per Anziani nel territorio, che sono istituzionali.
Gli anziani della zona ricevono i servizi specializzati di geriatria negli ospedali Vladimir Ilich Lenin e Lucía Íñiguez Landín.
La provincia ha un’aspettativa di vita superiore ai 77 anni, una tra le maggiori nell’Isola e la strategia è continuare ad incrementare questo indice di sviluppo economico e sociale.
Fidel ha fatto appello all’integrazione per
risolvere i gravi problemi sanitari dell’America Latina
21/6 - A Cuba si sta consolidando una Rete Nazionale di Oftalmologia, dotata di equipaggiamenti ad alta tecnologia e che vede la partecipazione di specialisti preparati e dal grande spirito rivoluzionario, che coprirà le crescenti necessità del settore delle patologie oculari.
Il presidente cubano Fidel Castro, chiudendo il passato fine settimana il V Congresso Internazionale di Oftalmologia, ha lanciato un appello a materializzare una vera integrazione dei popoli dell’America Latina, con lo sguardo posto alla soluzione dei gravi problemi sanitari che oggi l’affliggono, ha riportato ‘Prensa Latina’.
Lo statista ha manifestato la sua convinzione che un grande raccolto sta per arrivare in materia di salute nell’area, a partire dalla solidarietà, la cooperazione e la formazione in massa di risorse umane altamente qualificate.
"Nel mondo, circa 180 milioni di esseri umani vivono privati del senso della vista e duole sapere che l’80% di questi casi di cecità sono curabili e prevenibili", ha ricordato il dirigente cubano riferendo che, solo in America Latina, ottomila persone ogni milione di abitanti vivono questa situazione.
"Tutto questo potrebbe cambiare radicalmente mediante programmi sanitari generali, che non implicano costi esorbitanti", ha espresso Fidel Castro in una dichiarazione citata lunedì dal quotidiano Granma.
"La chiave", ha continuato, "è la coniugazione delle politiche sociali miranti al benessere dei cittadini, lo sviluppo di una vera integrazione e la rapida formazione di medici e personale sanitario portatori di un’etica della solidarietà".
Ha valorizzato l’esperienza della Scuola Latinoamericana di Medicina, situata nei dintorni de L’Avana, che presto laureerà i suoi primi professionisti e la collaborazione col Venezuela, espressa dalla Missione ‘Barrio Adentro’, mediante la quale vengono assistiti 17 dei 24 milioni di abitanti della nazione sudamericana.
I più di mille partecipanti al forum dei 18 paesi, hanno ascoltato testimonianze sulla Misión Milagro, un programma che dal luglio 2004 ha permesso il recupero della vista a decine di migliaia di venezuelani dalle umili origini.
L’immensa maggioranza di questi erano pazienti affetti da cataratta, condannati a rimanere ciechi per non disporre di due milioni di bolivares (mille dollari), cifra minima pretesa dalle strutture sanitarie private per l’operazione chirurgica.
Fidel ha riflettuto su quel che sarebbe possibile fare se nel mondo venissero applicati i concetti della solidarietà, predominassero le idee umanistiche e l’utilizzazione razionale delle risorse, invece dei modelli consumistici, lo spreco e l’egoismo che caratterizzano l’ordine dei grandi centri di potere.
Il leader rivoluzionario ha commentato le terribili condizioni di non poche nazioni africane, nelle quali il SIDA sta decimando comunità intere e accorcia drammaticamente l’aspettativa di vita della popolazione.
"In tutta l’Africa subsahariana, con più di 600 milioni di abitanti, ci sono meno medici che a Cuba e non pochi di quelli che si formano sono attratti dalle vecchie metropoli coloniali", ha segnalato, mettendo in risalto che il suo paese sta collaborando con diverse nazioni nella formazione delle risorse umane indispensabili.
LA CITTA’ ORTOPEDICA ‘FRANK PAÍS’
Turismo della salute
da 40 paesi
M.H.Capote 16/6
Nella periferia della capitale, verso ovest, si trova il più grande ospedale ortopedico esistente nel paese. La popolazione di solito lo chiama per nome: il ‘Frank Pais’.
Le sue numerose installazioni occupano quasi dieci ettari – tra le quali due alberghi –, che accolgono il personale medico specializzato, i tecnici, i pazienti, gli accompagnatori e tutti quelli che offrono servizi necessari per l’igiene e l’alimentazione di coloro che ricorrono al centro.
Attualmente la circolazione delle persone nei diversi dipartimenti e sale è resa difficoltosa dalle riparazioni e dalle nuove costruzioni in fase di esecuzione nella Città Ortopedica, per renderla più moderna e incrementare i servizi a beneficio dei pazienti.
Tutto cominciò 30 anni fa
Allora il Turismo della Salute non si chiamava così, ma si cominciò ad offrire questo servizio specialmente ai paesi dell’America Latina che chiedevano alcuni trattamenti ortopedici per determinati casi.
"Verso l’anno ’73 cominciammo ad assistere qui alcuni pazienti che ci chiedevano di venire a curarsi, soprattutto del Perù", ha spiegato il dottor Rodrigo Alvarez Cambras, direttore dell’istituzione, riferendosi all’inizio del turismo della salute nel ‘Frank Pais’, da quel momento ospedale internazionale.
"Adesso disponiamo di questa città ortopedica, che stiamo ampliando con nuove attrezzature ed equipaggiamento, oltre all’altro albergo riservato ai pazienti stranieri. Viene mantenuto anche il servizio per i pazienti cubani", ha precisato questo professionista, la cui fama è riconosciuta a Cuba e all’estero per la sua carriera dedicata a salvare e migliorare la vita di altri esseri umani.
"In quest’istituzione si offrono trattamenti indirizzati fondamentalmente a differenti problemi ortopedici e traumatologici, oltre alla riabilitazione. L’area latinoamericana è la principale fonte di pazienti, provenienti soprattutto da Argentina, Panama, Repubblica Dominicana, Messico e Perù. Arrivano pazienti anche da Europa, USA e Angola".
Rodrigo Álvarez Cambras è un uomo alto, elegante e dai gesti precisi, la cui personalità è conosciuta dalla popolazione, che gli riserba la sua simpatia e lo vede come il simbolo dell’ortopedia cubana.
La sua carriera a favore della solidarietà umana ha contribuito a stabilire questa corrente di comunicazione popolare, che solo due ortopedici cubani, in epoche diverse, hanno raggiunto: Julio Martines Páez (*) e Rodrigo Álvarez Cambra.
"Far camminare un bambino invalido è la più nobile opera umana che si possa concepire", ha affermato Jorge Risquet 25 anni fa, durante una visita a un ospedale infantile cubano-iracheno che esisteva allora a Baghdad. La frase non solo ricorda il lavoro solidale degli ortopedici cubani, ma segnala anche uno degli obiettivi permanenti del Centro e delle sue sale infantili, dove i piccoli si rimettono dalle sofferenze, mentre giocano e arricchiscono la loro immaginazione.
Visitando diverse sale e ambulatori assieme al dott. Alberto González Ruiz, vicedirettore dell’assistenza medica internazionale, abbiamo apprezzato la gentilezza di un personale medico e tecnico che si sforza per rendere più sopportabile il dolore dei suoi pazienti.
Il dott. González Ruiz, uno specialista dall’ampia esperienza internazionale, ci parla dei progetti futuri del centro, come la costruzione di nuove sale, l’installazione di attrezzature più moderne ed il nuovo albergo, che permetterà una maggiore capacità di alloggiare ricoverati.
"Finora abbiamo ricevuto pazienti da circa 40 paesi, ma aspiriamo ad aumentare le nostre possibilità", dice salutando i pazienti ed il personale.
Così abbiamo incontrato Agid Sarmiento, un peruviano che ci spiega sorridendo:
"Ho perso una gamba in un’esplosione e poi volevano amputarmi l’altra. Si immagini, significava rimanere invalido. Ma qui mi hanno salvato la gamba, la guardi" – e muove con scioltezza la gamba destra – "e adesso sto facendo la riabilitazione già da 45 giorni".
Agid si alza e cammina con stabilità nonostante la sua protesi sinistra. Quest’uomo giovane e forte sta iniziando una nuova vita nonostante il suo incidente.
All’uscita della città ortopedica ci accompagna il forte sentimento della speranza che si realizzi un mondo migliore per tutti gli esseri umani, dove la salute non sia né irraggiungibile né impossibile, dove lo sviluppo scientifico venga utilizzato a vantaggio della società.
* Julio Martines Páez, partecipò alla lotta rivoluzionaria cubana, nella Sierra Maestra, raggiungendo il grado di comandante della rivoluzione. Fu direttore per molti anni dell’Ospedale Ortopedico ‘Fructuoso Rodríguez’, nella capitale cubana.
L’ONU e l’Università di Harvard hanno
elogiato il sistema di Salute cubano
• I sanitari caraibici chiedono il
rafforzamento della cooperazione regionale sull’HIV
• L’inviato speciale di Kofi Annan mette in risalto i successi dell’Isola contro l’HIV
A.D. PÉREZ 6 aprile 2005
Con l’intenzione di creare alleanze, generare risorse, condividere conoscenze e buone pratiche, nonchè potenziare in maniera effettiva il lavoro contro l’HIV/AIDS nei Caraibi, il Sistema delle Nazioni Unite a Cuba si è offerto come asse di una rete regionale per potenziare gli sforzi contro la pandemia, nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (ODM).
La proposta è venuta da Bruno Moro, Coordinatore Residente dell’ONU nell’Isola, in una riunione internazionale svoltasi a L’Avana il 28/29 marzo sull’HIV/AIDS, patrocinata dalla Scuola di Medicina dell’Università nordamericana di Harvard, dalla Comunità dei Caraibi (CARICOM), attraverso la sua Alleanza contro l’HIV/AIDS (PANCAP) e l’Istituto cubano di Medicina Tropicale ‘Pedro Kourí’ (IPK), effettuata nella sede de L’Avana di quest’ultimo. La Fondazione Rockefeller – attraverso il ‘David Rockefeller Center for Latin American Studies’ – ha apportato fondi per la celebrazione dell’incontro.
Alla riunione hanno partecipato delegati della Repubblica Dominicana, di Haiti, del CARICOM e di Cuba, così come delle Università di Harvard e de L’Avana, del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) e dell’Organizzazione Panamericana della Salute (OPS), che hanno espresso il loro interesse per i progressi cubani nel campo della salute in generale e della lotta contro l’HIV/AIDS in particolare.
Il Dott. Jorge Pérez, vicedirettore dell’IPK, ha detto che i Caraibi possono fare molte cose assieme, anche se ogni paese necessita perfezionare bene le sue capacità e possibilità interne affinchè il sostegno dall’esterno possa essere più efficace.
Per il Ministero cubano della Salute Pubblica, la specialista Rosalda Ochoa ha apportato esperienze del suo settore nel lavoro contro l’HIV/AIDS. Nonostante il fatto che i Caraibi siano una delle zone del mondo a più alto rischio e dove la malattia si è diffusa più rapidamente, Cuba è riuscita a diminuire il ritmo di infezione ed è oggi uno dei paesi con la più bassa percentuale di cittadini infettati non solo nella regione ma nel mondo.
A nome delle Nazioni Unite e della loro rete di istituzioni specializzate che partecipano alla lotta contro l’HIV/AIDS, Bruno Moro ha sottolineato l’importanza dell’incontro. "L’ONU", ha detto, "sostiene la creazione di alleanze affinchè le risorse vadano dove sono più necessarie e le buone pratiche possano essere condivise in modo più proficuo per combattere con successo l’HIV/AIDS nella regione e nel mondo".
"La cooperazione esterna può avere successo soltanto con un forte impegno nazionale, come dimostra Cuba", ha affermato.
"Per cinque anni – prima con i finanziamenti della Fondazione Mac Arthur e poi col sostegno della Fondazione Rockefeller – ", ha detto, "l’Università di Harvard ha potuto mantenere stretti rapporti con le istituzioni cubane, tra le quali l’IPK, in campi come quelli della salute, delle politiche pubbliche e sociali, nonchè della pianificazione urbana.
Dottoressa in Antropologia Umana e Sanitaria, Arachu Castro ha definito "fantastiche" le sue esperienze a Cuba. "Nonostante le note difficoltà", ha aggiunto, "la nostra collaborazione sta continuando, grazie alla grande affinità che abbiamo sviluppato nel campo della salute".
"La creazione di una rete regionale" – ha detto la dottoressa Castro, tende a consolidare questo sforzo, che si arricchisce delle esperienze cubane.
L’incontro IPK-Harvard-CARICOM si è svolto solo due settimane dopo una visita a Cuba dell’inviato speciale del Segretario Generale dell’ONU sul tema dell’AIDS nei Caraibi, Sir George Alleyne, che ha conosciuto il lavoro portato avanti dal paese contro la malattia, sostenuto dal Sistema delle Nazioni Unite.
Il dottor Alleyne, medico delle Barbados
che per otto anni (1995-2003) ha diretto l’OPS, ha visitato centri facoltativi e
sociali per la lotta contro l’HIV/AIDS ed ha conosciuto il produttivo sforzo
nazionale, che è riuscito a mantenere il paese tra quelli con la più bassa
percentuale di popolazione infetta nel mondo.
Un programma per la salute
che non ha precedenti
· Fidel chiude il IX Congresso del Sindacato Nazionale dei Lavoratori del settore
J. A. DE LA OSA 18 febbraio 2005
"Forse quel che oggi nella nostra Rivoluzione viene progettato con più forza e tensione verso il futuro è la Medicina, le Scienze Mediche, la salute del nostro popolo e dei popoli fratelli e amici", ha indicato il nostro Comandante in Capo Fidel Castro, chiudendo ieri sera (mercoledì) il IX Congresso del Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Salute, svoltosi in due giornate nel Palazzo delle Convenzioni de L’Avana.
"Certo che faccio parte del Sindacato dei Lavoratori della Salute", ha riconosciuto sorridente all’inizio del suo particolareggiato intervento, nel quale ha delineato i nuovi programmi di sviluppo della Rivoluzione, aventi come obiettivo l’offerta di servizi sanitari della più alta qualità ed eccellenza.
"Stiamo portando avanti", ha detto Fidel, "un programma che penso non abbia precedenti. Credo di poter dire che negli ultimi due anni abbiamo investito circa centocinquanta milioni di dollari in attrezzature mediche di qualità, delle migliori, per l’assistenza di base e gli ospedali".
A proposito delle nuove concezioni che si stanno introducendo nel settore, ha citato l’assistenza ai malati di cancro che verrà prestata negli ospedali clinico-chirurgici "di prima linea" in tutto il paese. Ha spiegato che dicendo "di prima linea" si riferisce alla disponibilità dei servizi di assistenza più avanzati per questi trattamenti: bomba al cobalto, acceleratore lineare dell’ultima generazione e Risonanza Magnetica Nucleare.
In ogni provincia verranno aperti anche centri diagnostici per le malattie cardiache (considerando che tanto queste quanto il cancro costituiscono le principali cause di morte nel nostro paese) e servizi di oftalmologia simili a quello del ‘Pardo Ferrer’, di Città de L’Avana. I clinici chirurgici di prima linea potranno contare su una Tomografia numerica di 64 risoluzioni, sulla Risonanza Magnetica Nucleare e sull’Ultrasuono tridimensionale, per compiere diagnostici non invasivi.
In campo ortopedico si andrà dai trapianti di anca all’impianto di ginocchia artificiali.
Il leader della Rivoluzione ha sottolineato che il nostro paese si trasformerà senza dubbio in un centro di servizio medico senza paragoni nel mondo.
Ha aggiunto che questa organizzazione dell’assistenza sanitaria disporrà della cooperazione dei centri di ricerca del polo scientifico de L’Avana Ovest, della Scuola Latinoamericana di Scienze mediche e servirà ai programmi generali di salute ed a quelli di servizi medici come quello del Venezuela ed altri che vengano eventualmente stabiliti.
Fidel ha indicato subito dopo che la rete ospedaliera presterà servizi di eccellenza a centinaia di migliaia di persone provenienti dall’estero ed a tutti i cubani che lo richiedano, chiarendo di riferirsi ai servizi per il trattamento del cancro, cardiaco ed oftalmologico.
Ha sottolineato la necessità di raddoppiare gli sforzi per la preparazione del personale di servizio, fino al raggiungimento dei più alti livelli e "nella misura in cui li prepareremo", ha indicato, "migliorarne il tenore di vita, il reddito, includendoli nei programmi degli stimoli materiali o morali".
Fidel ha fatto riferimento agli storici legami di Cuba con il Presidente Chávez, che ha definito il leader di questa gloriosa e promettente Rivoluzione Bolivariana e la recente firma, tra Cuba e Venezuela, dell’accordo di collaborazione e della dichiarazione di principi sull’ALBA in contrapposizione all’ALCA annessionista. Ha sottolineato che questo accordo è il più avanzato che sia stato fatto in America Latina in materia di vera integrazione ed ha esposto in dettaglio il crescente commercio tra i due paesi.
Ha messo anche in risalto i progressi in campo sanitario del Venezuela, dove l’imperialismo e coloro che lo servono avevano abbandonato alla loro sorte 17 milioni di poveri. Si è riferito alla formazione di medici venezuelani, che da qui a dieci anni raggiungeranno il numero impressionante di 40.000.
Ha segnalato enfaticamente che i nostri lavoratori internazionalisti della Salute stanno scrivendo una pagina grandiosa nella storia del paese, dell’emisfero e dell’umanità, dimostrando con fatti inoppugnabili e non con le parole quel che è possibile fare.
Ha commentato che gli piace pensare ad un futuro della nostra Patria sempre migliore, anche materialmente, in tutto ciò che è indispensabile e rende bella l’esistenza, senza sprechi né consumismo, per una vera qualità della vita perché, ha affermato, "senza arte, cultura, educazione, salute, sicurezza, giustizia, uguaglianza non esiste una qualità totale di vita".
"Il nostro paese", ha puntualizzato, "dispone delle risorse necessarie per conseguire gli sviluppi indicati".
Prima di iniziare il suo intervento Fidel ha dialogato con vari internazionalisti, alcuni dei quali, secondo le sue parole, stanno compiendo una missione fuori delle nostre frontiere ed altri dentro (in zone isolate del paese).
Nella sessione finale del Congresso, presieduta anche da José Ramón Machado Ventura, José Ramón Balaguer, ministro della Salute Pubblica e da Pedro Ross, segretario generale della CTC, tutti membri del Burò Politico, sono stati resi noti i risultati dell’elezione dei membri del Comitato Nazionale del SNTS e sono stati presentati i membri della Segreteria. Il dottor Raymundo Navarro Fernandez è stato rieletto segretario generale del SNTS "per i suoi grandi meriti come dirigente sindacale, per il suo prestigio ed i risultati nel lavoro".
Durante la riunione plenaria della mattina e pomeriggio di ieri sono intervenuti una cinquantina di delegati, che hanno mostrato il loro sostegno totale alla Rivoluzione ed a Fidel e la loro decisione, assieme ai più di trecentomila lavoratori del settore, di ottenere l’eccellenza nei servizi sanitari.
12/01/2005
di Marzio Castagnedi
Il primato di Cuba nella
sanità secondo l'ONU
A inizio anno OMS, Organizzazione mondiale della
Sanità, e l'UNICEF, Istituzione per la tutela dell'Infanzia (entrambi organismi
ufficiali delle Nazioni Unite), hanno ratificato i dati relativi ai tassi della
mortalità infantile nel mondo confermando il dato di Cuba del 5,8 per mille, il
più basso nella storia dell'isola dei Caraibi. Ma lo straordinario risultato
cubano assume contorni evidentemente eccezionali se lo si confronta poi con i
dati degli altri paesi dell'America latina e quelli mondiali. Infatti
nell'intero continente americano la tutela infantile di Cuba è seconda al solo
Canada (dove la mortalità infantile è al 5 per mille) e precede qualcosa come
oltre 30 nazioni per un totale di più di 450 milioni di abitanti. Gli stessi
USA, il poderoso impero che minaccia Cuba, non fanno meglio del 7 per mille. A
quota 8 si situano Costa Rica e Cile, e poi altri paesi come
Argentina,Venezuela, Panama e Colombia sono al 18 (dato triplo rispetto a Cuba)
per non parlare di Messico e Perù ancora più lontani. La Repubblica Dominicana,
altra isola caribegna geograficamente e etnicamente prossima a Cuba, denuncia
una mortalità infantile del 29 per mille, cinque volte più di Cuba, e la triste
graduatoria arriva poi al drammatico dato di Haiti di 76 bambini ogni mille che
muoiono nel primo anno di vita.
Non e' piacevole, su questo delicato tema, allineare cifre e classifiche che potrebbero a taluno apparire fredde o stonate, ma va fatto perché in casi come questi i numeri parlano. E parlano chiaro. Dicono, cioè, che una piccola isola del Terzo mondo, così si autodefiniscono gli stessi cubani (oltretutto sottoposta al più lungo embargo commerciale e blocco economico della storia da parte degli Stati Uniti, il paese più ricco e potente del mondo), può raggiungere un tale risultato di eccellenza nella protezione della vita dei neonati (e delle madri partorienti) come quello cubano. Di più. Nella" mayor de las Antillas", ci sono province come quella di Sancti Spiritus che nel 2004 ha fatto registrare una mortalità infantile inferiore al 4 per mille, un dato da nord-Europa!
Cuba, piccola e povera, in questa graduatoria mondiale è praticamente situata subito dopo il "mondo ricco", il capofila Giappone, il Canada, l'Europa occidentale (con l'unica nota stonata degli USA,come già detto posizionati più indietro). Dunque, la ricchezza e la potenza finanziaria e industriale, i livelli consumistici e i tassi di sviluppo non sono proprio tutto in attenzioni e missioni fondamentali, importanti e delicate come quella della nascita e della vita infantile.
Il"segreto" cubano? Semplice. Sviluppo (anzi Progresso, come diceva Pasolini) della cultura umana e umanistica di un progetto sociale che mette investimenti, risorse, energie e perché no? anche amore per la cura dei bambini e la tutela dell'infanzia al primo posto. A Cuba lo si ripete spesso: "non siamo ricchi di capitali economici e industriali, ma siamo ricchi di capitale umano"'.
La società cubana, a questo inizio di 2005, ha dunque orgogliosamente e con pieno merito richiamato l'attenzione sul suo bassissimo indice della mortalità infantile, ma ha anche sottolineato un'altro dato positivo relativo all'anno appena concluso, l'incremento del turismo a Cuba cresciuto dell'8% nel 2004. A Cuba il conteggio statistico degli arrivi di visitatori esteri da tempo attendeva il raggiungimento, ormai mitico, dei 2 milioni di turisti annui. Finalmente ciò è avvenuto poco prima di Natale quando il visitante numero 2 milioni e' arrivato al vasto e nuovissimo complesso alberghiero di Playa Pesquero sulla costa atlantica della provincia di Holguin. Come sempre si sono confermati storici e primi visitatori di Cuba i canadesi (si fanno mezz'ora in più di aereo e evitano certe "attrazioni fatali", e talvolta letali, della spesso pericolosa Florida), e poi a seguire italiani, inglesi, spagnoli, tedeschi e francesi via dalla lontana, fredda, nevrotica e super inquinata Eurolandia.
Un' importante e diffusa rivista italiana di turismo e viaggi, un paio di mesi fa con in copertina una famosa veduta dei "mogotes", le caratteristiche colline della valle di Vinales nella provincia di Pinar del Rio (qui si coltiva il miglior tabacco del mondo), dedicava a Cuba due interessanti servizi dai quali trasparivano, in controluce, anche simpatia e apprezzamenti per la "Isla Grande". Belle foto di balli popolari e musicisti della caliente Santiago De Cuba, un articolo sulle tracce del Che Guevara, il " millesimo" pubblicato sulla stampa italiana e, come spesso accade, con diversi piccoli errori inevitabili per gli inviati sempre troppo veloci lungo le strade di Cuba, ma questa volta con il pregio finale di far sapere ai lettori che i sei piccoli scolari di un villaggio sulla Sierra Maestra dispongono nella loro minuscola scuola di tv videoregistratore e computer alimentati da pannelli solari! (A qualcuno potrà sembrare incredibile, ma é la pura verità). Infine, inoltre, in apertura della rivista, nel breve editoriale l'onore di una presentazione cordiale e professionale del brillante direttore che non mancava di sottolineare a sua volta il grande fascino di Cuba.
E allora, mi chiedo, perché alla fine l'illustre direttore non riusciva a rinunciare alla rituale e socio-politica frase sull' "esperimento cubano in gran parte mancato". Forse il direttore conosce nella realtà socio-politica dell' America latina "esperimenti in gran parte riusciti"? ( E dove? Magari in Salvador, Honduras, o Bolivia ?) In caso, lo faccia sapere ai suoi lettori in un prossimo numero della sua rivista. Dunque, "L'esperimento cubano in gran parte mancato", scriveva.
A questo punto, che dire? Può almeno questo
semplice cronista raccomandare ad alcuni lor signori di rileggere dall'inizio
non solo questo modesto pezzo informativo (ripetiamo, Cuba, 5,8 di mortalità
infantile e vita media a 77 anni, realtà da Primo mondo), ma anche i loro stessi
articoli ricchi di belle foto e carta patinata? Si, perché non é difficile
intuire che probabilmente la frase sull'"esperimento cubano in gran parte
mancato", e' una frase di routine, una specie di dovere professionale dettato
dalle convenzioni a coprire qualche inconfessabile emozione.