|
L'Operazione Miracolo ha stabilito
la sua prima base fuori Cuba
|
La solidarietà cubana è stata ringraziata da Fanny Aguedas, moglie del presidente Eduardo Rodríguez, dal ministro della Sanità Álvaro Muñoz e dal sindaco di La Paz, Juan del Granado, in una cerimonia svoltasi nell’istituto.
L’ambasciatore cubano Luis Felipe Vázquez ha sottolineato che il centro è in grado di operare pazienti poveri di tutta la Bolivia che soffrono di cecità per cateratta e altri mali senza la necessità di recarsi a Cuba.
Il diplomatico ha sottolineato che il programma fa parte dell’Operazione Miracolo, in virtù della quale sono stati operati alla vista circa 1.000 boliviani.
Muñoz ha segnalato la qualità della tecnologia trasferita da Cuba, al cui utilizzo i 10 specialisti cubani prepareranno i loro colleghi boliviani e che ci sarà uno scambio utile e solidale tra i professionisti dei due paesi.
Fanny Aguedas ha ringraziato l’Isola per il suo aiuto affinché in Bolivia la salute sia un servizio accessibile per tutti invece di un privilegio, come purtroppo si verifica.
“Adesso stiamo installando l’Operazione Miracolo qui”, ha detto il sindaco Del Granado, segnalando che questo non è il primo gesto solidale di Cuba e ha ringraziato il popolo cubano e il suo presidente Fidel Castro.
Ha ricordato l’assistenza cubana per l’aggiornamento della tecnologia del reparto di terapia intensiva donata da Cuba 20 anni fa all’ospedale infantile di La Paz. Il ministro Muñoz ha rivelato che un contributo simile verrà dato a Santa Cruz.
Il direttore dell’Istituto Oftalmologico, Ricardo Flores, ha espresso il suo riconoscimento all’appoggio cubano, grazie al quale il centro è adesso in condizioni di operare gratuitamente pazienti con cecità per cateratta.
A nome dei medici cubani, Pamy Stolik ha detto che per lei e per i suoi compagni è un sogno realizzato poter lavorare professionalmente per il popolo boliviano e ha espresso la sua profonda emozione.
|
|
L’Operazione Miracolo si
svilupperà anche in Bolivia
|
|
|
Dichiarazione della Delegazione della Bolivia al Primo Incontro dei
Comuni Cuba-Bolivia
|
|
Noi, popoli dell’America Nostra e del mondo, stiamo affrontando
le più aggressive forme di sfruttamento da parte di una potenza che non solo pretende di impadronirsi delle risorse naturali, ma che sta cercando anche di sottomettere i paesi del mondo al suo dominio, anche se per fare ciò deve attuare vergognose, criminali e immorali forme d’intervento, violando e disconoscendo le più elementari norme che reggono la convivenza tra paesi diversi.
Questa potenza, che dimostra tutta la sua capacità di intervenire ed aggredire nazioni, non può tuttavia proteggere ed assistere la sua stessa popolazione di fronte ad un disastro naturale. Questo dimostra una volta di più che per l’imperialismo ed il suo modello neoliberista la vita è all’ultimo posto nella scala dei valori.
Ma non si può essere poderosi impunemente. Siamo entrati in una fase in cui l’imperialismo sta retrocedendo; è ferito a morte e la forza dei popoli, che è la forza della storia, vincerà implacabile.
Noi partecipanti a questo Primo Incontro, che abbiamo firmato questo documento, siamo convinti che l’unità dei popoli non solo è possibile, ma anche necessaria e imprescindibile per ottenere che uomini, donne e bambini possano vivere bene.
L’aggressione ad un fratello è un’aggressione a noi stessi, l’offesa al nostro fratello è un’offesa a noi stessi. Per questo oggi i nostri popoli si sono nuovamente incontrati come fratelli in un abbraccio di unità strategica irremovibile, un abbraccio di solidarietà e costruzione di un nuovo destino.
Stiamo costruendo l’unità affinché cessi l’aggressione contro Cuba, perchè vengano liberati immediatamente i Cinque Eroi cubani sequestrati a Miami, per difendere e recuperare le nostre risorse naturali, per riconquistare il nostro territorio, per recuperare e difendere la nostra sovranità e costruire una nuova America dal volto Quechua, Aymara, Guaraní, meticcio, una Nuova America con il suo vero volto, per recuperare il diritto a scrivere la nostra storia.
Motivati dall’insegnamento di Bolívar e Martí, guidati dall’esempio del Che e di Fidel, seguendo le orme di Tupaj Katari e Bartolina Sisa, ribadiamo la nostra convinzione che UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.
L’Avana, 9 settembre 2005 |