CUBA NON E’ SOLO JINETARAS
27 ottobre 2005
La rubrica Primopiano ha perso un’occasione per offrire un’informazione corretta. Mi riferisco al tristissimo servizio sui “Turisti del sesso” andato in onda ieri sera, 26 ottobre. Tristissimo, perché ci dovrebbe far riflettere sulle nostre opulente società malate, incapaci di intrecciare rapporti umani decenti, oltre alla superficialità del consumismo e dell’avere.
Il servizio su Cuba, ed in particolare su L’Avana (si scrive così e non L’Havana come avete fatto voi, altrimenti dovevate scrivere La Habana, possibile che nessuno in RAI conosca lo spagnolo e le sue regole?) ha offerto una visione al telespettatore quanto mai distorta della realtà femminile cubana.
Cari signori, vi offro un po’ di numeri: Cuba è seconda solo alla Norvegia per rappresentanze femminili in organismi politici (l’Italia è al 35° posto assieme alla Tunisia – Fonte il Venerdì di Repubblica del maggio 2003): il 60% dei posti dirigenziali (poli scientifici, sanitari, etc.) è coperto da donne, che comunque hanno un tasso di scolarizzazione elevatissimo; la mortalità infantile a Cuba è del 6 per mille (dati OMS 2005), con punte al 5 in varie zone del paese; la disoccupazione è al 2-3% (con buona pace della signorina che preferisce accompagnarsi ai turisti che impegnarsi in un lavoro), con uno standard di vita invidiabile rispetto alla totalità dei paesi dell’America Latina (ovviamente non mi riferisco ai capitalisti benestanti, ma alla popolazione normale).
Forse, signori della RAI non sapete che a Cuba non si gira più col dollaro da oltre un anno, ma con il peso convertibile, con il quale si paga anche una parte degli stipendi come incentivazioni.
Il valore del peso convertibile rispetto al peso normale si aggira dai 20 ai 25, quindi la dottoressa percepisce uno stipendio di circa 600 pesos, che è un buon stipendio. Peccato poi, che la dottoressa in questione, ansiosa di andarsene dall’isola, abbia glissato sul fatto che la sua laurea non le sia costata un centavos!
Il Primo Maggio di quest’anno a Cuba sono stati raddoppiati gli stipendi e le pensioni più basse ed elevati tutti gli altri. Ciò perché l’economia dell’isola comunque si è consolidata, nonostante il blocco economico USA criminale ed illegale (e del quale voi non parlate MAI!!! ma sì guai a disturbare Adolf Bush), al quale vanno aggiunti i disastri climatici, quali uragani, inondazioni e siccità, che Cuba sa affrontare con coraggio ed organizzazione, sin dai lontani anni 60, al punto di essersi meritata il plauso dell’ONU che ha organizzato proprio a L’Avana, dal 30 maggio al 1° giugno scorsi, una conferenza mondiale su tale tema.
Desidero sottolineare, inoltre, che con un peso convertibile si paga un mese d’affitto (e dopo una media di 15 anni l’appartamento è di proprietà, l’85% delle case a Cuba sono di proprietà degli inquilini), o tre mesi di telefono o tre mesi di luce, acqua e gas. Inoltre nessuna famiglia è abbandonata a sé stessa, nessun bambino o anziano o handicappato è lasciato senza protezione.
Ma forse questo, ai giornalisti RAI, non fa comodo, meglio puntare sulle jineteras (che tra l’altro non hanno l’aria sofferta e denutrita delle povere cambogiane del servizio successivo), facendo credere che a Cuba si vada solo per cercare questo surrogato di rapporti umani. Invece nell’isola si va anche per la sua storia, per la sua natura preservata ed incontaminata, per la tenera gentilezza dei suoi abitanti, e per la meravigliosa dignità del suo popolo.
Alma Masè
Segretaria
del Circolo “Hilda Guevara” – Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba |