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Un crimine che 29 anni dopocontinua a rimanere impunito
L. P. Navarro 7 ottobre 2005
Ventinove anni dopo l’esplosione in pieno volo dell’aereo della Cubana de Aviación, proveniente da Barbados con 73 persone a bordo, i parenti delle vittime insieme al popolo di Cuba esigono che si faccia giustizia e che il Governo degli Stati Uniti cessi le sue sporche manovre tese a dare protezione e rifugio al terrorista Luis Posada Carriles.
Riuniti ieri (giovedì) nel Pantheon delle Forze Armate Rivoluzionarie, che accoglie i resti recuperati nel mare, hanno deposto omaggi floreali e hanno ricordato che, anche se il nemico tentò di nascondere i fatti, è noto che la tragedia venne provocata dall’esplosione di bombe collocate nell’aereo da due assassini pagati, contrattati dai terroristi internazionali Luis Posada Carriles e Orlando Bosch Davila.
A nome del Comitato dei parenti delle vittime Margarita Morales Fernandez, figlia di Luis Alberto Morales, direttore della squadra di scherma, ha segnalato il cinismo del Governo statunitense, che pretende di inalberare le bandiere della crociata contro il terrorismo e permette a Orlando Bosch di passeggiare liberamente per le vie di Miami e di fare dichiarazioni incitando alla barbarie contro Cuba, mentre protegge Posada Carriles che, detenuto negli USA, viene processato amministrativamente per una semplice violazione migratoria.
“Esigiamo che non si cerchino altre scuse per proteggerli” – ha sottolineato – “e che l’Amministrazione Bush rispetti gli impegni internazionali contratti e conceda l’estradizione immediata di Posada Carriles in Venezuela affinché il terrorista paghi per i crimini commessi”.
“Mentre continua a proteggere Carriles e Bosch, Cinque combattenti contro il terrorismo permangono sequestrati nelle prigioni USA per aver tentato di evitare più dolore e lutto alle famiglie cubane e statunitensi. Esigiamo la loro liberazione immediata”, ha segnalato la Morales.
Nella cerimonia di commemorazione di questo orrendo crimine, che 29 anni dopo rimane impunito, erano presenti i membri del Burò Politico Esteban Lazo e Pedro Ross; il generale di Divisione Rogelio Acevedo, presidente dell’Istituto dell’Aeronautica Civile di Cuba; Timothy Crichlow, ambasciatore della Guyana; Elionor Margarite Sherlosck, ambasciatrice della Giamaica; altri rappresentanti diplomatici dei Caraibi e parenti dei Cinque Eroi cubani ingiustamente detenuti nelle carceri statunitensi.
GLI SPORTIVI RICORDANOI MARTIRI DI BARBADOS
Una scultura è stata scoperta nella Scuola Superiore per la Formazione di Atleti di Alto Rendimento Cerro Pelado nella capitale, dove parenti delle vittime, sportivi e lavoratori del settore hanno reclamato giustizia.
Iliana Alfonso, figlia di Demetrio Alfonso Gonzalez, allora presidente della Confederazione Centroamericana di Scherma, ha chiesto l’estradizione di Luis Posada Carriles in Venezuela affinché venga processato. “Il dolore permane moltiplicato e continueremo a esigere che sia fatta giustizia”, ha indicato.
L’atleta Haydis Marquez, capitana delle squadre nazionali e il venezuelano Yorman Alexis Hernandez, che studia nella Scuola Internazionale d’Educazione Fisica, si sono pronunciati per la fine dell’impunità della quale godono gli autori dell’attentato.
Barbados: un crimine impunitoA. PEREZ FERNANDEZ – di PL – 7 ottobre 2005
L’esperienza dei piloti non bastò quel 6 ottobre 1976. L’aereo, ferito a morte, precipitò davanti alla spiaggia delle Barbados e affondò con le 73 persone che si trovavano a bordo.
Coloro che videro dalla costa la caduta del velivolo cubano, non immaginarono di essere gli spettatori diretti di un atto di terrorismo, ancora meno contro Cuba, il primo di questa natura che colpiva un aereo commerciale, anche se l’Isola era già stata fatta bersaglio di questo tipo di attacchi.
Accadde 25 anni prima dell’11 settembre 2001, quando l’utilizzo di aerei commerciali come bombe volanti contro il territorio nordamericano è stato interpretato come un cambiamento storico.
Un quarto di secolo dopo ci sarebbe stato l’11-S, quando due aerei passeggeri sequestrati hanno investito le torri gemelle di New York, innescando una catena di azioni e guerre preventive che si avvalgono del pretesto di combattere il terrorismo.
Ma il ricordo del crimine delle Barbados ogni 6 ottobre ravviva il dolore dei parenti delle vittime. I morti furono in maggioranza cubani molto giovani, oltre a guianensi e nord coreani, che per i terroristi risultarono il bersaglio perfetto.
Sappiamo dalle testimonianze che i membri della squadra giovanile di scherma cubana che stavano rimpatriando cantavano, raccontavano barzellette, dopo aver vinto tutte le medaglie d’oro in palio nel torneo centroamericano e dei Caraibi.
Ma le loro morti improvvise e ingiuste provocarono l’ilarità macabra del terrorista Luis Posada Carriles e del suo complice nel crimine, Orlando Bosch.
Da allora Cuba esige che si faccia giustizia nel nome delle tante vittime innocenti e che si metta fine al terrorismo che dura da più di 40 anni contro l’Isola e i suoi abitanti.
Negli anni successivi ci sono stati vari timidi tentativi di investigare i fatti delle Barbados e di consegnare alla giustizia i responsabili. Ma all’ultimo momento è sempre avvenuto qualcosa che ha mantenuto l’impunità.
Mentre veniva processato in Venezuela per il crimine, Posada Carriles fuggì dalla prigione con l’aiuto della Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA).
Orlando Bosch si recò negli USA dopo aver scontato una condanna insufficiente, dove ricevette il perdono e la residenza dalle mani del presidente George Bush, padre dell’attuale presidente nordamericano.
Oggi i “due terroristi buoni”, con una storia sordida di attentati, esplosioni e morti, possono contare sulla protezione dello stesso paese che ha iniziato due guerre contro il “terrore”, dopo che altri “terroristi cattivi” hanno utilizzato aerei commerciali come missili contro il World Trade Center e il Pentagono.
Le persone per bene di tutto il mondo si chiedono come sia spiegabile tale contraddizione. Come si può essere contro il terrorismo e a favore di esso?, commentano a bassa voce coloro che si astengono dall’esprimersi pubblicamente.
Per capire il comportamento ufficiale statunitense sul tema è necessario rifarsi ai documenti declassificati che illustrano l’appoggio e il finanziamento della Casa Bianca alla guerra sporca (che si atteggia a paladina della lotta al terrorismo) contro Cuba.
Gli archivi recentemente pubblicati rivelano che Posada Carriles e Bosch hanno un lungo rapporto di complicità con le principali agenzie di spionaggio degli USA e con il Pentagono.
Nei giorni dell’attentato delle Barbados i due avevano lo strano status di agenti della CIA, collaboratori del Dipartimento della Difesa e del Dipartimento di Stato e nello stesso tempo dossier criminali aperti dal FBI.
Non esistono prove inconfutabili sulla partecipazione di queste agenzie ufficiali nordamericane alla provocata esplosione del CU-455 della ‘Cubana’. Ma è documentato che conoscevano l’assunto.
Nelle alte sfere dell’esecutivo nordamericano ci sono personaggi, timorosi che trapeli la verità, interessati a ridurre al silenzio i particolari di questa storia, così come di altre dalla grande importanza continentale, come il sinistro Piano Condor.
Questo spiega il recente verdetto di un giudice che, nel nome del Dipartimento della Sicurezza Interna, ha escluso l’estradizione di Posada Carriles in Venezuela col pretesto che in quel paese il terrorista verrebbe probabilmente torturato.
Le udienze migratorie svoltesi a El Paso (Texas), sono state una farsa per formalizzare una decisione già presa dall’alto, secondo esperti legali statunitensi e internazionali.
Posada Carriles, di nazionalità venezuelana, è profugo della giustizia di quel paese latinoamericano, dove fu commissario della polizia politica e torturatore.
Ventinove anni dopo, i fatti delle Barbados acquistano una rinnovata attualità e riportano alla luce la complicità tra i colpevoli e la Casa Bianca.
Ma i cubani rinnovano nel triste anniversario l’impegno di continuare la lotta contro il terrorismo e di denunciare la complicità di Washington con quel crimine.
Gli Stati Uniti sono complici
del crimine delle Barbados
6 ottobre 2005 (PL) - I cubani
rivivono oggi il dolore per i loro compatrioti morti nell'attentato terroristico
contro un aeroplano di passeggeri 29 anni fa, con la convinzione che gli Stati
Uniti proteggono i suoi autori. |
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