Poco prima del crimine di Barbados gli USA ignorarono una proposta del Costarica di estradare Bosch
Jean-Guy Allard, 28 dicembre 2005
Il Dipartimento di Stato degli USA preferì ignorare nel maggio del 1976 una proposta del Governo del Costa Rica di estradare il profugo della giustizia nordamericana Orlando Bosch, allora detenuto in quel paese centroamericano per possesso di passaporto cileno falso. Mesi dopo le autorità venezuelane arrestarono Bosch, uno tra i principali sospetti dell’attentato di Barbados, avvenuto il 6 ottobre 1976, dove 73 persone persero la vita nell’esplosione in pieno volo di un aereo della Cubana de Aviación.
Questo è quanto dimostra un telegramma ufficiale del ministro degli Affari Esteri ad interim del Costa Rica, Wilburg Jiménez Castro, indirizzato al deputato Eduardo Mora Valverde, nel quale si rivela uno scambio di note tra quel Ministero e il Dipartimento di Stato, avvenuto nello stesso periodo.
Nel documento Jiménez Castro comunica al parlamentare che il Dipartimento di Stato informò l’Ambasciata del Costa Rica a Washington, tramite il Dipartimento delle Questioni Centroamericane, che secondo il rapporto ricevuto dal FBI, gruppi terroristici diretti da Orlando Bosch “avrebbero tentato atti di violenza nel Costa Rica” con motivo di una riunione del Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR).
Proprio in quei giorni (1 agosto 1975) avvenne l’attentato contro l’Ambasciata del Costa Rica a Washington. Finora non sono stati identificati gli autori.
Poi il Ministro rivela al suo interlocutore che Orlando Bosch “venne arrestato in San José all’inizio del ’76 con passaporto cileno falso, con istruzioni superiori. Vennero avvertite le stesse autorità del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti affinchè considerassero l’interesse di quel Governo allo svolgimento delle pratiche d’estradizione, perchè questo individuo era profugo della giustizia nordamericana”.
“Non è mai stata ricevuta nessuna risposta in merito”, conclude il messaggio.
La lettera del Ministro venne pubblicata dal settimanale costaricense Libertad nella sua edizione del 28 ottobre 1976 sotto il titolo Non hanno accettato Bosch quando era nel Costa Rica e adesso lo vogliono dal Venezuela, segnalando che le autorità nordamericane stavano disperatamente chiedendo a Caracas l’estradizione di Bosch, accusato dell’esplosione dell’aereo della Cubana.
“Il Governo del Costa Rica ha offerto al Dipartimento di Stato la consegna Bosch e questo ha taciuto”, commentava Libertad. “Ma adesso chiede al Venezuela che glielo consegni, probabilmente per il timore che Bosch parli più del dovuto”.
ESEGUENDO GLI ORDINI DI G.BUSH PADRE
Mentre il Costa Rica aspettava su Bosch una risposta che non sarebbe arrivata la CIA, diretta allora da George Bush padre, si aspettava l’adempimento di molti altri compiti da parte del noto terrorista, che aveva l’appoggio della Giunta militare fascista di Augusto Pinochet.
L’11 giugno, dopo la sua espulsione dal Costa Rica, Bosch creò nelle montagne di Bonao, in Rep. Dominicana – in installazioni della ditta nordamericana Falconbridge – il Coordinamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (CORU), composto da cinque grupppi controrivoluzionari, agli ordini della CIA e associato al Piano Condor. Il CORU realizzò a partire da quel momento decine di azioni terroristiche contro entità cubane in paesi centroamericani ed europei.
Il 6 luglio il Ministro degli Esteri costaricense denunciò un piano di colpo di Stato contro il presidente Daniel Oduber. Quel giorno il Ministro convocò la stampa nazionale e internazionale per rivelare questo complotto che – disse - si stava ordendo in Guatemala, era diretto da Orlando Bosch e vedeva coinvolte organizzazioni latinoamericane di estrema destra.
Segnalò allora che Bosch stava continuando ad utilizzare un passaporto ufficiale cileno con una carta d’identità e un atto di nascita, tutti e due falsificati in Cile. “Ha attirato poderosamente l’attenzione delle autorità costaricensi. Nonostante sia pubblico l’utilizzo indebito da parte di Bosch di questi documenti cileni, il Governo di Pinochet gli permette di conservarli e logicamente appoggia così le sue attività cospirative”, precisava Libertad nella sua edizione dell’8 luglio.
I congiurati, affermò allora il Ministro degli Esteri, pensano di instaurare in Costa Rica un regime di estrema destra “e perciò contavano sulla collaborazione dei gruppi più reazionari dell’America Latina”.
In Guatemala, dove era apparso poco dopo la sua espulsione dal Costa Rica, Bosch beneficiava dei suoi vincoli con il generale Carlos Arana Osorio, ex presidente del paese (1970 – 1974) e capo della corrente di ultradestra più fanatica.
Il 10 luglio, il CORU realizza un attentato contro gli uffici della linea aerea British West Indies, che rappresenta gli interessi della Cubana de Aviación a Barbados. Il giorno seguente avviene un attentato contro Air Panama, in Colombia, portato a termine da elementi del CORU.
Il 23 luglio Gaspar Jiménez Escobedo assassina il funzionario dell’Istituto Cubano della Pesca Artagñán Díaz Díaz, a Mérida (Yucatan), mentre tenta di sequestrare il console cubano, seguendo gli ordini del CORU.
Il 9 agosto due funzionari cubani accreditati in Argentina vengono sequestrati e assassinati dai sicari di questa organizzazione.
Alla fine di agosto, esplosivo C-4 viene fatto detonare negli uffici costaricensi di Iberia e Nanaco Lines. Entrambe le imprese stavano svolgendo attività commerciali con Cuba. Gli attentati vennero immediatamente attribuiti ai controrivoluzionari cubani residenti in quel paese e legati ad Orlando Bosch.
Il 21 settembre di quell’anno vennero assassinati a Washington l’ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier e la sua collaboratrice Ronnie Karpen Mofitt, in un’operazione diretta dal nordamericano Michael Townley, agente della CIA che lavorava con la DINA cilena, in coordinamento con il CORU.
Nel settembre del 1976 Jay Mallin, della rivista Time, scrive: “Il successo di Bosch ha una spiegazione molto semplice: il suo è il vecchio stile del gangsterismo di Chicago: se lei non paga, lui mette una bomba nel suo ufficio; così, semplicemente... Bosch è un estorsore, non un patriota”.
Il 6 ottobre viene distrutto in pieno volo a Barbados un aereo della Cubana de Aviación. Le indagini portano immediatamente a Orlando Bosch e a Posada Carriles come principali autori intellettuali del crimine.
Vari documenti declassificati della CIA e del FBI dimostrano che il Governo nordamericano conosceva le intenzioni di Bosch e di Posada Carriles e nascose prove ai tribunali.
PROFUGO DELLA GIUSTIZIA E SOCIO DELLA CIA
La storia terroristica di Orlando Bosch cominciò a metà del 1960 quando si legò alle bande controrivoluzionarie dell’Escambray operanti nel centro dell’Isola. Indagini della Commissione Permanente del Comitato dei Crimini, della Camera dei Rappresentanti degli USA fanno risalire al 1978 il suo reclutamento da parte della CIA.
Nel novembre 1968, una giuria di Miami dichiarò Orlando Bosch Ávila colpevole di terrorrismo contro varie navi mercantili e della diffusione di comunicati minacciosi alla stampa, oltre che di aver compiuto altri 40 atti terroristici eseguiti quell’anno nel sud della Florida.
Venne condannato a 18 anni di carcere, ma questo non gli impedì di dirigere dalla cella le operazioni terroristiche del suo gruppo Potere Cubano.
Il 15 dicembre 1972 venne messo in libertà condizionale e partecipò nuovamente ad attività criminali dirigendo il gruppo Azione Cubana. Nel 1974 la CIA gli ordinò di abbandonare il territorio nordamericano per eludere il FBI che lo sospettava, tra l’altro, dell’assassinio di un rivale, il cubano americano Elías de la Torriente. Dopo i processi di Barbados, Bosch venne liberato a febbraio 1988 dalle autorità venezuelane di quel momento. Si trasferì a Miami con l’aiuto di Otto Reich, allora ambasciatore a Caracas e ricevette il perdono presidenziale di George Bush padre il 20 luglio 1990.
A 79 anni, Orlando Bosch risiede tranquillamente a Miami e continua a promuovere apertamente il terrorismo.
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