Abbiamo messo la bomba: e
allora?
I terroristi si confessano
M.Lozano (PL) – 30 aprile 2005
Quasi trent’anni dopo l’esplosione in volo di un aereo civile cubano, l’ombra del crimine organizzato a Caracas oscura la città da dove era partita la maggioranza delle 73 vittime dell’azione terrorista.
Ricordare il fatto oggi assume molta importanza per via della richiesta di asilo politico negli USA da parte di Posada Carriles, uno degli organizzatori del sabotaggio provoca, ad di là del tempo trascorso, una forte indignazione in tutti coloro che hanno avuto relazioni con quell’atto criminale.
Alicia Herrera, una giornalista venezuelana che seguì tutto il processo a Posada e ai tre complici detenuti per quei fatti, ha scritto un libro che è dolorosamente attuale: "Abbiamo messo la bomba, e allora?" con le testimonianze dei criminali.
Per scriverlo la Herrera ha visitato assiduamente i detenuti, ma dopo la pubblicazione ha dovuto partire dal Venezuela per le pressioni della ex polizia politica venezuelana, la DISIP.
Adesso che è tornata nel suo paese si chiede perché quest’uomo è intoccabile e non è stato già estradato nonostante le dichiarazioni delle autorità statunitensi e la loro decisione ufficiale di combattere il terrorismo.
La Herrera ha indicato che negli USA, dove ha vissuto vari anni, la gente che entra illegalmente e promette di continuare con la sua attività terrorista viene posta davanti a un giudice dell’immigrazione che formula immediatamente un atto di deportazione.
Ella ha ricordato che l’esplosione dell’aereo fu un atto criminale pianificato a Caracas, dove Posada e il suo complice, anche lui d’origine cubana, Orlando Bosh, avevano assunto dei mercenari, due venezuelani, per compiere l’azione omicida.
Leggere il suo libro ancora oggi provoca una sensazione di malessere se si pensa che se gli Stati Uniti non avessero coperto fatti come quel crimine contro l’aereo della Cubana, molti altri fatti di terrorismo non sarebbero mai avvenuti negli anni successivi.
"Per fare giustizia per queste vittime si devono giudicare questi uomini, ha dichiarato la Herrera, che racconta molte cose su diversi giovani che viaggiavano in quell’aereo.
L’agenzia cubana Prensa Latina fu invasa da una ventina di giovani all’inizio della giornata nell’affollata Avenida Urdaneta di Caracas.
Erano i campioni della squadra giovanile di scherma di Cuba che erano passati a salutare i giornalisti e volevano curiosare il funzionamento dell’agenzia.
"Era l’ultimo giorno che quei ragazzi cubani passavano nella capitale venezuelana, poichè dovevano partire per Trinidad e poi continuare il volo via Barbados - Giamaica e ritornare finalmente a Cuba.
Sul petto dei campioni c’erano le medaglie dorate che avevano vinto nel campionato centro americano e dei Caraibi che si era svolto a Caracas. Quei giovani assi della scherma non giunsero mai al loro destino, come tutti gli altri passeggeri dell’aereo" riferiva la giornalista nella sua investigazione.
Il giorno dopo era mercoledì 6 ottobre e altri giovani, 11 in totale, salutavano le famiglie e gli amici nell’aeroporto di Timehri in Guyana; erano pieni di illusioni soprattutto i sei che avevano ricevuto le borse di studio per studiare medicina a Cuba.
73 persone di varie nazionalità morirono in quell’azione terrorista pianificata da Posada Carriles e dal suo socio Bosh che a sua volta vive libero negli USA.
Orlando Bosch è stato assolto in Venezuela nel 1987. Poi entrò a Miami senza visto e fu detenuto perché aveva dei conti aperti con la giustizia del paese, ma poco tempo dopo fu perdonato.
George Bush padre lo perdonò ignorando i consigli delle agenzie di sicurezza del paese che definivano Bosh "un terrorista molto pericoloso".
"Bush, ha detto la Herrera, dovrebbe essere processato in Venezuela perché fu assolto da un giudice venale e venduto, ma lui è l’altra faccia della moneta di Posada.
I due sono stati gli ideatori del sabotaggio.
La scrittrice venezuelana crede che oggi esista una situazione differente con l’amministrazione Bush figlio, perchè costui sta sferrando una lotta contro il terrorismo ed ha detto che non scenderà mai a patti con un terrorista.
"Dobbiamo sicuramente aspettarci che non scenda a patti con questi terroristi e per questo che si attivi il processo di estradizione di Posada Carriles in Venezuela.
Sono passati 30 anni da quei fatti e la Herrera di ritorno nel suo paese insiste con la denuncia basata nella confessione dei colpevoli e ricorda che le 73 vittime, che meritano giustizia non l’hanno ancora ottenuta.