TAVOLA ROTONDA INFORMATIVA
nello stesso sterco J.Rivery Tur |
8.6 Il governo nordamericano non ha dato spiegazioni su quello che pensa di fare con il terrorista Posada Carriles, mentre le voci di centinaia di rappresentanti dell’America Latina e del mondo che si sono riuniti per tre giorni all’Avana la scorsa settimana risuonano e denunciano la doppia morale di Washington di fronte al terrorismo.
Arleen Rodríguez ha citato due interviste, una con il El Nuevo Herald, e l’altra con il quotidiano El Paso, nelle quali il terrorista ha detto di stare molto bene nonostante i suoi "problemi cardiaci" ed ha affermato che Bush è una grande presidente e che gli Stati Uniti sono sempre il luogo migliore dove stare.
Sono state due interviste curiose, fatte nella comoda prigione di El Paso con la presenza di un’avvocatessa che vietava a Posada di rispondere alle domande dei giornalisti. Posada ha comunque espresso la certezza che otterrà la residenza negli Stati Uniti.
Il criminale vive benissimo, mangia quello che vuole come non accade di certo agli altri immigranti illegali ed ha detto che non vuole condividere con altri reclusi la sua cella e che ha un permesso illimitato di chiamate telefoniche. Inoltre Posada ha detto di essere molto soddisfatto perchè il governo nordamericano non lo vuole estradare in Venezuela e che quando sarà di nuovo libero riprenderà a dipingere. L’avvocatessa gli ha raccomandato di non rispondere a domande essenziali sulla sua attività di terrorista...
La ripercussione dell’Incontro contro il Terrorismo, per la verità e la giustizia dell’Avana è stata valutata dagli spazi dedicati dalla TV spagnola, dalla CNN e dalle prove apportate nei tre giorni di denunce.
La proposta di Fidel di creare un tribunale permanente emisferico contro il terrorismo è stato uno dei punti più citati dai mezzi di comunicazione d’America e d’Europa.
Raúl Garcés ha dichiarato che negli ultimi giorni in Venezuela sono apparse altre persone che furono vittime delle torture di Posada Carriles.
L’ambasciatore del Venezuela negli USA, Bernardo Àlvarez, ha detto che si sta preparando sino all’ultimo dettaglio per consegnare tutte le informazioni possibili al governo di Bush, mentre l’ambasciatore statunitense a Caracas ha dichiarato che Posada è innocente sino a quando non si dimostrerà il contrario.
Una delle persone torturate è una donna che all’epoca era all’ottavo mese di gravidanza, quando fu detenuta da Posada a Caracas: ella ha dichiarato che Posada ordinò "di estirparle il seme" e a calci nel ventre la fecero abortire.
Un’altra donna ha dichiarato che fu il "Commissario Basilio" (Posada) a torturarla e che sempre lui metteva una pistola alla tempia di sua figlia, una bambina piccola, per obbligare lei a rispondere alle domande sulle sue attività rivoluzionarie.
Garcés ha commentato molto positivamente un articolo di Rosa Miriam Elizalde e José Pertierra nel quale contestano un affermazione nordamericana che sostiene che Posada fu assolto dalla giustizia venezuelana, mentre in verità avvenne che il tribunale inibì il processo perchè gli imputati erano civili e lo trasferì alla giustizia ordinaria che accusò Posada di omicidio volontario e tradimento della Patria.
Il contenuto degli articoli del The Miami Herald in inglese sull’incontro dell’Avana non dicono nulla di nuovo, ha commentato Taladrid, salvo il fatto che sono stati pubblicati lì.
I materiali sono stati presentati nella sezione delle notizie locali, in secondo piano e seguiti da un "commento personale" per distanziarsi dallo stesso giornalista, mentre la versione spagnola del Nuevo Herald non ha pubblicato il primo articolo.
Nella Tavola Rotonda sono stati ricordati i commenti e le denunce coraggiose di Renán Castro, giornalista di Por Esto, sul passaggio di Posada Carriles in Messico, nello stato di Quintana Roo e sui vincoli della mafia di Miami con il narcotraffico organizzato dal Messico per assicurare il passaggio dell’assassino nemico di Cuba negli Stati Uniti. In generale i vincoli di Posada con il traffico di droga, di denaro e di armi sono molto datati.
I nemici della Rivoluzione cubana di Miami e la mafia della droga messicana si somigliano molto e hanno vincoli da molti anni, dall’epoca della guerra sporca contro il Nicaragua e dallo scandalo Iran-Contras.
Sono come fratelli, è stato sostenuto e in un video proiettato durante il programma si è vista Mireya Moscoso in una strada di Maimi.
Parlava dei
terroristi dicendo: "Io vengo qui per stare con i miei amici!" e sembra che le
piaccia stare là a rotolarsi con costoro nello stesso mucchio di sterco.