21/05/2005
LE
"RELAZIONI PERICOLOSE"
TRA REPORTER SANS
FRONTIERES E LA CIA
21.5 di T.MEYSSAN*
Reporters sans frontières gode, in Francia, di un onorevole reputazione, mentre i media latino americani l’accusano di essere assoldato dalla NED/CIA. L’associazione raccoglie più di 2 milioni di euro all’anno grazie al pubblico francese che contribuisce economicamente ad aiutare i giornalisti oppressi nel mondo. In realtà, solo il 7% del budget totale di RSF è destinato alla sua missione principale. La vera attività dell’associazione, da quando ha firmato un contratto con la fucina d'Otto Reich, si è trasformata in lotta ai regimi progressisti latino-americani (Cuba, Haïti, Venezuela).
Durante il processo alla Havana, nel 2003,
Nestor Baguer ha pubblicamente
chiamato in causa Robert Ménard , e l’ha accusato di collusione con i servizi
segreti statunitensi. Nello stesso periodo, reporters Sans Frontières (RSF), di
cui M. Ménard è il direttore esecutivo, ha condotto una campagna contro il
governo cubano e lo ha anche accusato di imprigionare giornalisti dissidenti.
Da allora, la polemica non ha smesso di inasprirsi fino a quando la giornalista
statunitense Diana Barathona, del Northern California Media Guild, facesse un
passo in più avanti accusando Reporters Sans Frontières di essere finanziato
dalla NED/CIA e Robert Ménard, direttore di Reporters sans Frontières, di
scrivere i suoi rapporti sotto l’influenza dell’amministrazione Bush.
Abbiamo ritrasmesso questa controversia sul nostro sito spagnolo, Red Voltaire,
e rimpiangiamo di averlo fatto senza sfumature. Difatti, l’indagine del nostro
corrispondente canadese Jean-Guy Allard, e le altre verificazioni del nostro
comitato francese, dimostra che il finanziamento diretto di RSF dalla NED/CIA è
aneddotico e recente, in modo tale che non abbia potuto influenzare la sua
attività. Intanto ci scusiamo nei confronti di RSF. Rimpiangiamo, tanto più che
questo errore nasconde fatti davvero sorprendenti.
Inizialmente fondata per mandare reporters a testimoniare dell’azione d’ONG
umanitarie, Reporters Sans Frontières si è evoluto per diventare
un’organizzazione internazionale di sostegno ai giornalisti repressi.
L’associazione è stata riconosciuta d’utilità pubblica dal decreto del Primo
ministro Alain Juppé, il 19 settembre del 1995. Questa posizione le ha permesso
di accedere più facilmente ai finanziamenti pubblici che rappresentano, negli
ultimi conti pubblicati [1] 778 000 euro. Provengono dai servizi del Primo
ministro francese degli Affari Esterni, dall’Agenzia intergovernativa della
francofonia, dalla commissione europea, dall’OSCE e dall’UNESCO. RSF può anche
contare sul mecenate privato (FNAC,CFAO, Hewlett Packard, Fondation Hachette,
Fondation EDF etc.) per circa 285 000 euro. Tuttavia, la maggior parte del
budget proviene dalla generosità del pubblico, in particolare per la vendita
dell’album annuale per la libertà della stampa e altre operazioni speciali ossia
2 125 000 euro su un budget totale di 3 474 122 euro.
Ora, l'attività concreta di Reporters sans frontières è molto distante da ciò che i donatori credono finanziare. Il fondo d’assistenza ai giornalisti oppressi, vale a dire il pagamento della parcella degli avvocati che difendono i giornalisti oppressi, il sostegno materiale alle loro famiglie, lo sviluppo delle Case dei giornalisti, tutto ciò che rappresenta il cuore dell’attività ufficiale e la ragione della generosità del pubblico riceve solo … il 7% del budget generale ! Sì, avete letto proprio bene : per 1 euro dato per i giornalisti oppressi, solo 7 centesimi arrivano a destinazione.
Dove va a finire il resto?
La vera attività di Reporters sans Frontières è di condurre campagne politiche
con bersagli ben determinati. Sarebbero legittimi se, come la Fondazione Soros
[2], non strumentalizzassero la libertà della stampa al punto di evocarlo per
giustificare gravi violazioni del diritto internazionale. A titolo di esempio,
RSF si è congratulato del rapimento del presidente costituzionale d'Haïti da
parte delle Forze speciali statunitensi appoggiate da una logistica francese
[3], in quanto Jean-Bertrand Aristide sarebbe stato un “predatore della libertà
della stampa”; un qualificativo sostenuto da una visione troncata di avvenimenti
che mirava a far passare il presidente haïtiano per il responsabile dei crimini
di giornalisti. È giocoforza osservare che Reporters sans Frontière sosteneva
tramite i media un’operazione nella quale il governo francese si era smarrito,
mentre lo stesso governo francese sovvenzionava l’associazione.
Il carattere ideologico delle campagne di Reporters sans Frontières mette
l’associazione a volte in ridicolo. Così l’associazione si è indignata del
progetto di legge venezuelano mirando a sottomettere i media al diritto
generale, ma non si è preoccupata del ruolo del magnate dell’audiovisivo Gustavo
Cisneros e dei suoi canali TV nel tentativo del colpo di stato militare per
destituire il presidente costituzionale Hugo Chavez [4].
Alla fine, è a proposito di Cuba che la polemica si è cristallizzata, tanto è
vero che RSF ha fatto del regime castriste l’asso principale delle sue campagne.
Secondo l’associazione, i 21 giornalisti imprigionati sull’isola sarebbero stati
accusati abusivamente di spionaggio a favore degli stati Uniti e sarebbero in
realtà vittime della repressione governativa. Per lottare contro questo governo,
RSF ha organizzato diverse manifestazioni, tra le quali quella del 14 aprile
2003 davanti all’Ambasciata di Cuba a Parigi la quale è andata a finire male.
Nel suo entusiasmo, l’associazione ha ugualmente disturbato la sessione della
Commissione dei diritti dell’Uomo, alla sede dell’ONU a Ginevra.
I suoi militanti avevano preso da parte la presidenza libica della Commissione e
molestato anche dei diplomatici. Di conseguenza, RSF è stato sospeso per un anno
del suo stato d’osservatore al Consiglio economico e sociale (Ecosoc) dell’ONU.
Robert Ménard ha stigmatizzato le derive della commissione perché secondo lui,
la violazione dei diritti dell’uomo si trova nelle mani di specialisti.
Però le sanzioni contro RSF sono state votate dagli Stati perfettamente
democratici come l’Africa del Sud, il Brasile, il Benin.
Interrogato via telefono, Robert Ménard ricusa le allegazioni secondo le quali
RSF sarebbe stato comprato grazie ai soldi della NED/CIA [5] per condurre una
campagna contro Cuba. Spiega che l’associazione ha richiesto una sovvenzione
all’Agenzia statunitense per aiutare i giornalisti oppressi in Africa e che alla
fine ha ricevuto solo 40000 dollari à metà gennaio 2005. Di cui atto.
Proseguendo la discussione, M. Ménard ricusa anche le accuse del nostro
collaboratore Jean-Guy Allard, d’altronde giornalista all’agenzia nazionale
Granma Internacional. Nella sua opera, il Dossier Robert Ménard. Perché RSF si
accanisce contro Cuba, questo ultimo riporta i legami personali stretti che il
direttore esecutivo dell’associazione mantiene con gli ambienti di estrema
destra anticastriste a Miami, e in particolare con Nancy Pérez Crespo. Alzando
la voce, ci accusa di proiettare dei presupposti ideologici sulle cose, mentre
la sua associazione e lui stesso si sottopongono alla più grande neutralità.
Poi, ci accusa di accordare credito alla “propaganda comunista” (sic).
Dopo verificazione, Robert Ménard frequenta davvero l’estrema destra di Miami e
RSF è finanziata dal lobby anticastriste per condurre una campagna contro Cuba.
Nel 2002, RSF ha firmato un contratto con il Center for a Free Cuba e i cui
termini non sono conosciuti. Al termine di questo contratto, ha ricevuto una
prima sovvenzione di 24 970 euro e poi è stata aumentata e ha raggiunto il 59
201 euro nel 2003. L’importo del 2004 non è ancora conosciuto.
Il Center for a Free Cuba è un’organizzazione creata per rovesciare la
rivoluzione cubana e riportare al potere il regime di Battista [6]. È presieduta
dal padrone dei Rhum Bacardi, diretta dal vecchio terrorista Frank Calzon, e
articolata a una fucina della CIA, la Freedom House [7].
Il contratto firmato con il Center for a Free Cuba è stato negoziato nel 2001
con il responsabile allora dell’organizzazione : Otto Reich, il campione della
contro-rivoluzione in tutta l’America latina[8]. Lo stesso Otto Reich, diventato
vice segretario di Stato per l’emisfero occidentale, fu l’organizzatore del
colpo di stato fallito contro il presidente eletto Hugo Chavez ;poi, diventato
capro espiatorio speciale del presidente Bush, soprintese l’operazione di
rapimento del presidente Jean-Bertrand Aristide.
RSF: il 7 % di sostegno ai giornalisti oppressi e il 93 % di propaganda imperialista statunitense.
* Thierry Meyssan, Giornalista e scrittore,
presidente del Réseau Voltaire.
www.reseauvoltarire.net