Chávez si è congratulato con i venezuelani per la loro opposizione alla politica imperiale
Caracas 20 nov.'05 - V.DE JESÚS
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Il presidente Hugo Chávez si è congratulato con il popolo venezuelano per il corteo di massa che è sfilato sabato, "espressione", ha detto, "dell’unità in difesa della Patria contro la politica di dominazione ed aggressione dell’imperialismo".
Chávez ha detto di sentirsi impressionato per l’entusiasmo della gente nella manifestazione di sostegno alla politica estera dell’Esecutivo Nazionale e ha espresso la sua sicurezza che i popoli messicano e venezuelano continueranno a mantenere i loro legami d’amicizia.
"Questo continente è nostro", ha segnalato, dopo aver avvertito dell’esistenza di "una manovra nordamericana tesa a creare conflitti in America Latina".
Il presidente ha condotto il suo abituale programma televisivo domenicale dallo stato di Bolívar, dove si sta costruendo il secondo ponte sul fiume Orinoco, che è la più grande opera attualmente in cantiere in America del Sud.
Il viadotto si innalza tra i confini degli stati di Anzoátegui e Bolívar e consiste in un ponte assicurato con tiranti (sospeso da vari pilastri centrali), con due carreggiate per i veicoli ed una ferrovia nel centro.
L’opera di costruzione del monumentale ponte è arrivata all’80% della sua esecuzione e ci si propone di inaugurarlo a metà del prossimo anno.
Secondo Chávez "si tratta di un’opera meravigliosa, come la Rivoluzione, che si sta costruendo pietra su pietra, ferro su ferro, pezzo per pezzo, mettendoci tutta l’anima", ha espresso Chávez.
Il ponte faciliterà l’interconnessione stradale tra gli stati di Anzoátegui, Bolívar e Monagas e darà impulso al commercio col Brasile.
Tra gli altri benefici permetterà la creazione di più di 2.000 posti di lavoro diretti e circa 3.000 indiretti.
Chávez ha detto che costituisce un’opera dal grande impatto economico, anche se ha chiarito che non si tratta di benedire progetti cementificatori, poichè la Rivoluzione continuerà a garantire in primo luogo i programmi d’inclusione sociale.
"La Missione Robinson è più grande dell’Orinoco, si perde alla vista", ha detto a mo’ d’esempio.
In un’altra parte della sua allocuzione ha annunciato che la crescita economica del paese stimata per quest’anno sarà la maggiore del mondo ed ha informato che il settore non petrolifero sta continuando ad aumentare a ritmo sostenuto, con una diminuzione considerevole della disoccupazione.
"La cosa più significativa" – ha sostenuto – "è la realizzazione di un nuovo modello di economia e, soprattutto, di distribuzione della ricchezza, cosa che rompe con lo schema neoliberista e imperialista".
Chávez ha chiamato il popolo ad esercitare il suo diritto di voto nelle elezioni parlamentari del 4 dicembre prossimo, che ha definito una dimostrazione di sistema elettorale trasparente, di democrazia autenticamente partecipativa, sulle quali il Venezuela può contare e nelle quali" – ha sottolineato – "vinceranno i prescelti dal popolo, coloro che il popolo vorrà".
Ha ribadito che l’ALCA è la cosa peggiore di tutte ed ha definito un’allucinazione la speranza di coloro che pensano stia lì la soluzione ai problemi dei popoli.
Chávez ha annunciato durante ‘Aló, Presidente’ l’arrivo in Venezuela del presidente argentino Néstor Kirchner, che ha definito "valoroso e degno".
Riferendosi a questa visita, ha sottolineato la portata dell’asse di sviluppo Caracas-Brasilia-Buenos Aires. "E’ molto importante guardare al sud", ha rimarcato.
CHÁVEZ HA ESPRESSO LA SUA
VOLONTÁ DI EVITARE UNA GUERRA
CARACAS, 20 novembre
Il capo dello Stato venezuelano, Hugo Chávez, ha sostenuto domenica nel suo abituale programma ‘Aló, Presidente’ che il Venezuela vuole evitare una guerra contro gli Stati Uniti.
"Dio voglia che l’imperialismo nordamericano non commetta questa follia e che niente accada. Faremo il possibile in questo senso nei limiti dei principi della dignità", ha enfatizzato.
Il presidente ha sottolineato che i leader venezuelani devono essere preparati tutti i giorni per difendere la dignità del popolo della patria di Simon Bolívar.
Ha rimarcato che "io non sono nato per fare il presidente, ma la vita mi ha convinto a fare il soldato e dobbiamo sentirci preparati e pronti per vivere nella maniera più rigorosa, soprattutto noi leader, per dare l’esempio e anche la vita; non c’è nessun dubbio".
Il Venezuela aveva accusato sabato l’Amministrazione USA del deterioramento dei rapporti con il Messico, a partire dalle differenze espresse nel recente summit di Mar del Plata, in Argentina.
Il Governo bolivariano ha precisato che, a causa dell’impossibilità d’imporre l’Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) nell’appuntamento argentino, Washington ha impiegato nella riunione una strategia divisionista.
Chávez ha commentato domenica che il presidente messicano Vicente Fox ha attizzato il fuoco quando lo ha criticato per la sua opposizione all’ALCA.
Ha sottolineato anche che "sono stati loro a dar fuoco alle polveri.
Sull’ALCA esistono punti di vista differenti e noi abbiamo concepito l’ALBA (Alternativa Bolivariana per le Americhe). La posizione di Fox meritava una risposta, giacché quando una persona è degna non può starsene zitta".
Il
Venezuela ed il Messico hanno ritirato
mercoledì scorso i loro rispettivi ambasciatori a conclusione della controversia
ma la crisi tra le due nazioni continua, perchè le autorità messicane esigono
scuse, mentre per Caracas non esistono giustificazioni.