Il Venezuela ha denunciato il carattere
cospirativo del sequestro di Granda
Caracas, 17 gennaio 2005 (PL).
Il Venezuela ha ribadito la sua posizione sul sequestro avvenuto in questo paese del
24/01/2005
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dirigente guerrigliero Rodrigo Granda e lo ha definito una cospirazione contro l’integrazione sudamericana.
La posizione venezuelana è stata resa nota dal capo dello stato Hugo Chávez nel programma radiotelevisivo ‘Aló, Presidente’, durante il quale ha respinto l’idea del presidente colombiano Alvaro Uribe di discutere il tema in un Summit che veda la partecipazione di altre nazioni.
Ricordando che si tratta di un problema bilaterale e ribadendo la sua disposizione ad analizzarlo personalmente con Uribe senza l’intervento di terzi, Chávez ha sottolineato che è questo il punto centrale dello scontro, vale a dire la violazione della sovranità venezuelana causata dall’operazione organizzata per sequestrare Granda, dirigente delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC).
“Siamo di fronte ad una cospirazione per pregiudicare i rapporti tra i due Stati, nonché l’integrazione bilaterale e con gli altri paesi del Sudamerica”, ha segnalato.
Sia il presidente che il Ministero degli Esteri venezuelani hanno ricordato a Bogotá gli obblighi stabiliti dalle leggi internazionali e gli accordi firmati tra i due paesi, che prevedono l’applicazione delle procedure legali ordinarie quando si tratta di chiedere l’estradizione di un cittadino ricercato dalla giustizia.
In questi casi la procedura prevede l’invio al governo del paese dove risiede questa persona tutta l’argomentazione giuridica necessaria a chiederne l’estradizione, senza l’impiego della corruzione e del sequestro.
Chávez ha rivelato che un tenente colonnello delle forze armate venezuelane, attualmente agli arresti, ha fornito informazioni sui punti dell’accordo fatto, sulla base del quale ha consegnato Granda alla frontiera ed ha ricevuto una parte del denaro promesso per il rapimento.
Oltre a definire questo atto un tradimento della Patria, Chávez ha messo a disposizione di Uribe le prove affinché questi possa sanzionare gli effettivi di polizia del suo paese che hanno partecipato ai fatti, come primo passo per progredire verso una normalizzazione dei rapporti.
In sostanza, quel che vuole il Venezuela è una pubblica rettifica da parte del governo colombiano, con il riconoscimento della negatività dell’operazione condotta dalle sue forze di polizia, per poi riannodare i rapporti e riprendere le trattative tra le due parti.