IL POPOLO NON SI RITIRA
Caracas 2/12/05 - PL - |
In un Venezuela dove negli ultimi
sette anni hanno avuto luogo ben dieci processi elettorali, con un sistema
informatizzato che si è dimostrato tra i più moderni ed affidabili al mondo, con
la presenza di migliaia di osservatori internazionali i quali hanno dichiarato
legittima e trasparente ogni elezione, oggi i dirigenti dei vecchi partiti
politici, che avevano partecipato ad ognuna delle elezioni precedenti, hanno
deciso ritirarsi a 72 ore dalla data fissata per i comizi.
Ci sarebbe da preoccuparsi se i loro candidati non rappresentassero solo il
9% circa degli iscritti. Infatti si sono iscritti 4052 candidati ed i seggi
dell'assemblea nazionale sono 167.
In questa occasione, dopo aver provato e riprovato con esperti il funzionamento
di tutto il sistema, l'organizzazione degli Stati Americani, "OEA", l'Unione
Europea e gli altri osservatori presenti nel paese avevano convalidato il
corretto funzionamento dei sistemi informatici adottati dal Consiglio Nazionale
Elettorale - CNE.
Comunque era manifesta ed annunciata la sconfitta dell'opposizione, riportata in
tutti i sondaggi di opinione, (i più ottimisti le assegnavano solo un 15% degli
scanni in parlamento).
Per assicurare il principio costituzionale della partecipazione ed il protagonismo di tutti, il CNE ha accettato tutte le ulteriori condizioni richieste dai partiti tradizionali: i dirigenti dell'opposizione hanno chiesto ulteriori osservatori internazionali e questi sono arrivati ; hanno voluto che venisse ricontato quasi il 50% dei documenti cartacei rilasciati dalla macchina ad ogni elettore, come prova e verifica individuale del proprio voto e depositati nelle urne, ed è accordato; hanno chiesto spazio pubblicitario gratuito su radio e televisione e lo hanno ottenuto; infine hanno chiesto l'eliminazione del sistema elettronico di identificazione attraverso impronte digitali e anche su questo punto, nonostante il sistema sia già stato adottato in precedenti elezioni per evitare il ripetersi di problemi nell'identificazione esatta degli elettori, il CNE ha deciso di accogliere anche quest'ultima condizione.
Il 28 novembre la Missione dell'OEA ha pubblicato un comunicato in cui
testualmente si afferma che "in una riunione con tutti i partiti partecipanti
alla competizione elettorale , il Consiglio Nazionale Elettorale ha accettato
l'ultima richiesta dell'opposizione, eliminando il sistema di registro ed
identificazione delle impronte digitali" e che "tutti i partiti del blocco di
opposizione hanno manifestato la loro intenzione di partecipare al processo
elettorale, senza avanzare altre richieste".
Ciononostante, il giorno dopo gli stessi dirigenti presenti alla riunione, che
uscendo dalla stessa, attraverso tutti i mezzi di comunicazione, soprattutto
televisivi, avevano assicurato che esistevano tutte le garanzie e prerogative di
sicurezza e trasparenza necessarie ed avevano espresso ferma intenzione di
concorrere alle urne, annunciavano con la maggior spregiudicatezza e faccia
tosta, uno ad uno, il ritiro del partito dall'evento elettorale del 4 dicembre.
Con il paradosso che in uno dei casi , un piccolo partito, ha comunicato il suo
ritiro dalle elezioni parlamentari però, allo stesso tempo, ha annunciato la
candidatura di un suo esponente per le elezioni presidenziali del 2006. Altro
paradosso: governatori e sindaci eletti con lo stesso sistema, senza le
ulteriori concessioni fatte questa volta all'opposizione dal CNE, ritirano i
propri partiti da queste elezioni per "mancanza di fiducia nell'arbitro" (lo
stesso che decretò la loro vittoria nelle scorse amministrative). Un attuale
governatore che sottoscrisse il 12-04-02 il decreto "Carmona" si da il lusso di
questionare lo stesso sistema che permise la sua partecipazione e riconobbe la
sua vittoria nelle scorse elezioni amministrative, quando in qualsiasi paese del
mondo dovrebbe essere stato da tempo sottoposto ad un processo giudiziario per
la sua evidente partecipazione in un colpo di stato.
A questo punto sarebbe difficile capire quest'atteggiamento irragionevole se non si guardasse alla storia di questo paese, all'attuale congiuntura politica e soprattutto alla preoccupazione più volte manifestata dagli Stati Uniti sull'attuale processo di integrazione continentale portato avanti con fermezza e costanza dal governo Chavez, con evidenti rischi per la tradizionale egemonia che il vicino del Nord esercita su questo continente.
Ed infatti la mossa dei partiti transfughi delle elezioni non ha colto di sorpresa nessuno, la dirigenza dell'opposizione sta ripetendo "in diretta televisiva", con la stessa identica sequenza, le azioni realizzate dai militari prima del colpo di stato di aprile 2002, dai dirigenti della patronale (Fedecamaras), della "gente del petrolio" (Classe dirigenziale di PDVSA) e dei vecchi sindacati durante il sabotaggio petrolifero e la serrata di dicembre 2002 -<gennaio 2003. Per questo la gente per strada ha definito questa situazione come il "golpe elettorale". Corrisponde alla strategia da tempo ventilata da "Sumate", l'autentica direzione dell'opposizione, mascherata da ONG neutrale e apolitica. "Sumate" è un organismo ufficialmente finanziato dal Congresso degli Stati Uniti, con i fondi del programma della NED e più volte i suoi dirigenti si sono fatti ritrarre insieme all'amico Bush.
La catena televisiva nordamericana CNN ha dato fiato alle trombe e alla
manipolazione, affermando falsamente che "tutti" i candidati dell'opposizione si
sarebbero ritirati, avviando così il prevedibile tam tam mediatico destinato a
screditare le elezioni e lo stesso governo in carica. Ma chi può veramente
credere che ci sia bisogno di brogli elettorali per far vincere i partiti di
governo, così popolari tra quelle grande masse povere, che rappresentano quasi
l'80% del paese, e che per la prima volta in 50 anni possono godere i benefici
della ricchezza petrolifera?
Ed infatti non bisogna dimenticare il trend elettorale negativo
dell'opposizione: sono passati dai 4 milioni di voti raccolti nel referendum del
2004, al milione di voti raccolti nelle elezioni locali dell'agosto scorso.
Questo è il linguaggio scarno e veridico dei numeri, confermato da tutti gli
ultimi 9 processi elettorali, che hanno visto sempre favorita la coalizione di
governo.
Ma non è la prima volta che questa gente prende la scorciatoia antidemocratica,
con la speranza di gettare discredito sulle istituzioni e magari provocare un
intervento esterno. Già nell' aprile 2002 hanno tentato con il colpo di stato,
poi nel dicembre dello stesso anno hanno tentato di gettare il paese nel caos
con una serrata patronale durata quasi 2 mesi, successivamente hanno dovuto
invocare il cammino costituzionale del referéndum revocatorio vinto poi in modo
schiacciante dal presidente Chavez.
Adesso ci riprovano.
Noi Italo-venezuelani residenti da oltre una generazione in questo grande e
generoso paese, insieme alla maggioranza del popolo venezuelano, andremo in
massa a votare il 4 di dicembre contro le manovre di questa povera opposizione
antidemocratica e venduta all'impero e facciamo un appello a tutta la nostra
comunità affinché, senza timori di nessuna sorta, si diriga alle urne ed esprima
liberamente il suo voto. Se non condivide le politiche del Governo del
Presidente Chavez, si diriga ai seggi a maggior ragione, e che voti per i
candidati dell'opposizione democratica che ha deciso di partecipare alle
elezioni.
Facciamo un pubblico riconoscimento alla gestione della direttiva del Consiglio
Nazionale Elettorale, soprattutto alla determinazione, allo spirito conciliatore
,alla profonda convinzione democratica e alla saggezza dimostrata dal Presidente
Jorge Rodriguez, sottoposto da anni ad un vero e proprio linciaggio morale e ad
ogni tipo di minacce contro la sua vita e contro la sua famiglia.
Ê un degno figlio di suo padre,
Jorge Rodriguez, fondatore negli anni settanta del partito "Liga Socialista",
torturato ed ammazzato nel periodo in cui governavano i partiti che oggi
pretendono dar lezioni di democrazia.
Il popolo del Venezuela non si ritira.
Gloria al "Bravo Pueblo Venezuelano"
Gli italo venezuelani
che militano nelle seguenti organizzazioni
Colectivo de Italo-venezolanos Bolivarianos
V.O.I. Venezuelani di Origine Italiana
Ecuvives - Grupo Ecumenico "Juan Vives Surià"
Cìrculo Bolivariano Antonio Gramsci
Clase Media en Positivo
Congreso Bolivariano de los Pueblos
Comitè de Usuarios de Radio y Televisiòn.
FEDEFAM -Federaciòn de Familiares de Desaparecidos
FUNDALATIN (Fundacion Latinoamericana por los Derechos Humanos y el
Desarrollo Social)
Catedra Libre Monseñor Romero Universidad Central Venezuela
FUNDEC Fundacion para la defensa de los derechos del ciudadano y de las
comunidades
JOC Juventud Obrera Catolica
Asemblea popular de Coche
Colectivo la Verdad del Pueblo
Patria Joven
Asopetrolero Nucleo Oriente
Circulo Bolivariano Santa Monica
Coordinadora Agraria Ezequiel Zamora
Emergencia Pariotica 333
Coordinadora Simon Bolivar
Foro Constitucion y Paz
Coordinadora Bolivariana de Sucre
Expresion Veraz -Universidad Central de Venezuela-
Voz Urgente
Quinto Poder La voz del pueblo
Grupo 13 de Abril
Petrolero Por Venezuela
Foro Constituciòn y Paz
Asociaciòn de Empresarios por Venezuela