Iniziato il processo contro gli assassini del PM venezuelano |
Caracas (PL) 20 luglio
La giustizia venezuelana ha iniziato questo lunedì il processo contro i presunti autori dell’assassinio del Pubblico Ministero Danilo Anderson che si occupava della causa per il colpo di Stato dell’ aprile del 2002.
Otto mesi dopo il crimine inizia il processo contro 3 accusati Rolando, Otoniel e Juan Bautista Guevara (2 fratelli e un cugino) che, si crede, hanno partecipato alla collocazione degli esplosivi nel veicolo di Anderson.
Nelle dichiarazioni all’Agenzia Bolivariana di Notizie (ABN) María Lala Anderson, sorella del defunto PM, ha rifiutato le versioni della stampa locale sul presunto vincolo del caso con fatti di estorsione.
Ha ricordato che quando Anderson è diventato il motore delle investigazioni dei casi più rilevanti è stato al centro degli attacchi dei settori dell’opposizione.
Recentemente il Fiscale Generale della Repubblica, Isaías Rodríguez, ha detto che questo assassinio ha fatto parte di un piano di attentati terroristi che aveva come proposito la destabilizzazione del paese.
L’obiettivo principale dell’omicidio del 18 novembre 2004 – ha sostenuto- era il presidente della Repubblica Hugo Chávez e altri alti funzionari tra i quali il Vicepresidente della Repubblica e il Ministro della Difesa.
Rodríguez ha espresso che "l’attentato era assolutamente politico e il suo principale proposito era destabilizzare il paese dal punto di vista politico".
Secondo la denuncia, l’obiettivo dell’attentato in un principio era il presidente Chávez. Anderson è stato una prova.
Rodríguez ha sostenuto che le investigazioni hanno rivelato che gli implicati nell’assassinio del PM hanno avuto riunioni in Panama a settembre del 2003 e proprio quel mese si sono incontrati a Miami.
Ha precisato che all’inizio del 2004, durante una riunione realizzata nello stato di Zulia è stata concretata tutta la procedura per attuare l’assassinio ed è stato determinato di uccidere Anderson perché aveva il servizio di protezione più vulnerabile.
Anderson – ha spiegato- sentiva di poter difendere sé stesso e si separava dalle sue guardie dal corpo in momenti molto specifici, come quando andava a lezione, momento nel quale è stato ucciso.
Secondo le rivelazioni, la rete che ha assassinato il PM maneggiava come minimo 20 milioni di dollari ed è integrata da venezuelani con sostegno straniero.
Rodríguez ha anche denunciato che quella rete ha condannato a morte i testimoni perciò alcune persone chiavi nel caso si sono rifiutate di dichiarare. Ma altre – ha assicurato- sono disposte a morire se necessario per informare sull’accaduto.
Anderson è stato assassinato quando usciva dalla scuola di specializzazione in Scienze Criminalistiche che frequentava nell’Istituto Universitario della Polizia Scientifica della capitale venezuelana.
Rolando e Otoniel sono stati accusati dalla Procura dei delitti di omicidio con premeditazione e a tradimento e Juan Bautista per possesso illecito di armi da fuoco e da guerra.
Nei confronti dei fratelli Otoniel e Rolando, la Procura ha emesso anche un’accusa addizionale per aver utilizzato un documento falso.
Johan Peña e
Pedro Lander, implicati dalla Procura come responsabili materiali insieme ai
Guevara, sono ricercati dalla giustizia negli USA.