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Raffica di condanne per il
complotto anti-Chavez
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Giovedì 27
Otobre 2005 - 13:48
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Cristiano Tinazzi
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Un tribunale militare di Caracas
ha condannato a pene carcerarie da due fino ad un massimo di 9 anni tre
ufficiali della Guardia nazionale venezuelana e 27 presunti paramilitari
colombiani per ribellione armata; altri 87 imputati colombiani sono stati
assolti e scarcerati dopo 17 mesi di prigione. I militari erano stati arrestati
nel maggio dello scorso anno nella periferia della capitale in una tenuta
agricola appartenente a Robert Alonso, dirigente di uno schieramento di estrema
destra, connesso con gruppi anti-castristi di Miami. Per tutti l’accusa era
quella di complotto per assassinare il presidente Hugo Chávez e invadere il
Venezuela, in collaborazione con l’opposizione politica venezuelana e gli Usa.
Secondo la polizia segreta di Caracas (Disip), gli ufficiali venezuelani
condannati sarebbero vicini ai settori militari protagonisti del fallito golpe
dell’aprile 2002 e dei disordini scoppiati nel marzo 2003 in diverse città del
Paese contro i ritardi nell’approvazione del referendum revocatorio del mandato
presidenziale di Chávez - poi riconfermato a larga maggioranza - costati la vita
ad almeno 9 persone.
I tre ufficiali venezuelani condannati sono: il generale di brigata Ovidio
Poggioli, il colonnello Jesús Farías Rodríguez e il capitano Farías Villasmil. A
Poggioli sono stati comminati 2 anni, 5 mesi e 10 giorni di prigione. Agli altri
due ufficiali 9 anni di carcere ciascuno.
La sentenza, emessa alle prime luci dell’alba di martedì, per il giudice
militare Máximo González è stata dettata da un processo che si è sviluppato
nell’arco di dieci mesi con la partecipazione di centinaia di testimoni e 15
avvocati difensori. In totale il processo ha visto coinvolti 142 cittadini di
nazionalità colombiana e sei militari venezuelani in servizio attivo, tutti
catturati il 9 maggio 2004 nella tenuta del cubano-venezuelano Robert Alonso,
ubicata nel municipio di El Hatillo nello stato di Mirando, da effettivi del
Corpo di Investigazioni Scientifiche, Penali e Criminali e dalla Disip, quando
pareva fossero in procinto di organizzare azioni di destabilizzazione in
preparazione ad un intervento militare esterno. Altri 73 presunti paramilitari
colombiani sono stati assolti e il Primo Tribunale Militare di Caracas ha
ordinato la loro immediata deportazione.
Dopo essere passati dall’Onidex (Oficina Nacional de Identificación y
Extranjería) i paramilitari sono stati trasferiti nello stato di Táchira per
essere poi deportati in Colombia.
Nella sentenza, oltre alle pene comminate, a Rodríguez è stata data
l’interdizione dai pubblici uffici, l’inabilità politica e l’allontanamento dal
corpo militare, mentre a Villasmil l’inabilità politica. I condannati sono stati
poi tradotti nel carcere militare di Ramo Verde. Tutti e tre gli ufficiali
venezuelani sono stati anche accusati di aver facilitato l’ingresso di
irregolari nel Paese.
L’accusa aveva chiesto una condanna a 17 anni di prigione per i presunti
paramilitari, considerando che si stavano esercitando per partecipare a
operazioni di destabilizzazione tendenti a deporre il governo di Hugo Chávez con
l’appoggio di forze straniere. La corte militare ha invece assolto per
insufficienza di prove il colonnello Jesús Castro Yeyes e i capitani Javier
Nieto Quintero e Javier Quintero González. Ora la sentenza dovrà essere
pubblicata entro dieci giorni. Se qualcuno farà appello però, dovrà anche
fissare la data per l’udienza.
Questo processo è stato considerato come il più lungo e quello con il maggior
numero di processati nella storia giudiziaria contemporanea del Paese, giacchè
in principio i detenuti erano 142. Restano da processare altri 17 imputati ‘collaboranti’,
tra i quali il capo del gruppo José Ernesto Ayala Amado, ‘comandante Lucas’, il
quale ammise, che la sua missione consisteva nel “tagliare la testa di Chávez”,
mentre la ‘mente’ del gruppo, Robert Alonso, è naturalmente ospite del
‘democratico e libero’ governo degli Stati Uniti e difficilmente sarà data
l’estradizione. Per il deputato del MVR William Lara (Movimiento V Repubblica),
braccio destro di Chávez, le decisioni prese dal giudice militare Máximo
González “dimostrano che il potere giudiziario funziona” nel portare avanti la
lotta contro l’impunità. “Credo anche che così come si è proceduto con mano
ferma contro coloro che hanno tentato di scatenare il panico nella popolazione e
di sovvertire l’ordine pubblico, si deve procedere anche contro coloro che
causarono il colpo di stato del 2002 e in seguito cercarono di generare il caos
nel Paese imponendo attraverso scioperi il blocco petrolifero”, ha detto
l’esponente politico.
Un’altra vittoria per il governo venezuelano nella sua lotta per il
ristabilimento della legalità nel Paese.
Un’altra sconfitta per i nemici di Chávez in patria e all’estero, anche se i
‘pupari’ yankee rimarranno, come sempre, impuniti.
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