-M.Roig-Franzia* - 15 giugno 2006 - www.prensalatina.it

 

I cubani imprigionati negli USA come spie sono omaggiati come eroi a casa loro

 

 

    30 marzo 2006

 

 

L'Avana- Gli europei inviano a casa loro, da qui, cartoline con francobolli che hanno le immagini di cinque visi, conosciuti semplicemente come "i ragazzi" o "i cinque". I visi enormi, circondati da bandiere cubane ondeggianti, guardano fissamente dalle pareti delle fabbriche, dei condomini e dei muri delle strade. I Cinque sono eroi a Cuba, ma gli esiliati negli Stati Uniti, dove i Cinque stanno scontando lunghe pene carcerarie, li considerano malviventi.

Il loro caso é stato sottolineato dai mezzi informativi di Miami come "spie contro spie", come se fosse un tema dell'epoca della Guerra Fredda, il che illumina la lotta che coinvolge Cuba, il governo degli Stati Uniti ed i gruppi di esiliati cubani della Florida. Pone anche domande spinose sulle sfumature del terrorismo e dello spionaggio internazionale.

I funzionari statunitensi tendono a dipingere gli agenti cubani come infiltrati, determinati a destabilizzare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Ma il governo cubano afferma che sono uomini coraggiosi, inviati negli USA ad investigare le cospirazioni dei gruppi di esiliati cubani contro il Presidente Fidel Castro.

Da quando i Cinque furono condannati, la portata della macchina dei servizi segreti de L'Avana, descritta dall'ex analista su Cuba della CIA, Brian Latell come tra i quattro o cinque migliori del mondo si è resa ancora più visibile. Nel 2002, fu condannata per cospirazione e per commettere spionaggio a favore di Cuba, Ana Belén Montes, un'analista dei temi cubani nell'Agenzia dei Servizi Segreti del Dipartimento della Difesa (DIA).

L'anno anteriore, un ufficiale, di alto rango, dell'immigrazione degli USA , fu condannato per divulgare informazioni segrete a Cuba. In gennaio, un veterano professore nella Florida Internazional University e sua moglie, una consigliera di salute mentale nella stessa Università, si dichiararono innocenti alle accuse che avevano agito come spie di Castro.

Tuttavia, nessuno di questi casi ha generato tanto dibattito come quello dei Cinque Cubani. C'è un'onda di appoggio per i cinque agenti, da parte di alcuni gruppi liberali e personaggi famosi statunitensi, includendo Alice Walter, l'autrice del Colore Viola, l'attore Danny Glover e l'autore Noam Chomsky.

Un gruppo in San Francisco ha una pagina web chiamata "Il Comitato Nazionale per Liberare i Cinque" (www.freethefive.org). Il Consiglio della Città di Detroit approvò una risoluzione, in marzo, chiedendo la loro liberazione, nella quale afferma che gli agenti stavano tentando di prevenire il terrorismo contro Cuba.

Il clamore per la loro liberazione riscosse forza nell'agosto scorso, quando un gruppo di tre giudici del Tribunale di Appello dell'Undicesimo Circuito ad Atlanta, revocò le condanne ed ordinò un nuovo giudizio, argomentando "la tormenta perfetta" di pregiudizi nel bastione dell'esilio cubano di Miami. Questa decisione è ora sotto revisione dall'intero tribunale.

In una recente intervista, Ricardo Alarcón, il presidente dell'Assemblea Nazionale di Cuba ed il terzo politico più importante dell'isola, dopo Castro e suo fratello, Raúl, descrisse il lavoro degli agenti segreti come parte del diritto di una nazione sovrana a difendersi. Disse che Cuba è una vittima del terrorismo, una nazione sotto la minaccia della violenza.

Alarcón ha detto che centinaia di cittadini cubani sono stati assassinati in attacchi terroristici da quando Castro assunse il potere nel 1959 e ha ricordato le scritte che dicevano: "Iraq ora, Cuba poi" nelle manifestazioni di Miami prima dell'invasione statunitense in Iraq nel 2003.

In risposta alla domanda se Cuba continuerà a mandare agenti negli Stati Uniti, Alarcón ha cambiato lo spagnolo per l'inglese e ha enfaticamente detto: "Yes, con un una Y maiuscola".
 


La Rete Vespa
 


José Basulto, il fondatore di un gruppo anti-Castro di Miami, ricorda un giovane chiamato Rubén Campa, che incontrava nell'aeroporto dove Basulto teneva i suoi aeroplani negli anni 90. Gli aeroplani venivano utilizzati per salvare le vite di rifugiati cubani naufragati nel mare tra la Florida e Cuba, e per lanciare libelli anti-Castro a L'Avana, una tattica che irritò il governo cubano.

Campa era rapido "nel fare amicizie e montar sul treno" ricordò Basulto, e rapidamente stava volando in missioni con il gruppo "Fratelli al Riscatto". Dopo l'arresto delle spie nel settembre del 1998, Basulto dice che seppe che Rubén Campa era un nome rubato ad un defunto bambino texano, e che il nome vero della recluta era Rene González. González ed altri nove furono arrestati ed accusati di operare nella Rete Vespa che, secondo i pubblici ministeri, stava spiando le basi militari statunitensi e gruppi dell'esilio cubano.

Successivamente, ne furono accusati altri quattro, arrivando a 14. Il processo é stato uno dei più lunghi casi di spionaggio nella storia degli Stati Uniti. Tre mesi dopo l'arresto iniziale, tre diplomatici cubani alle Nazioni Unite sono stati espulsi per la loro supposta relazione con la rete di spionaggio di Miami.

Cinque di quelli catturati ammisero la colpevolezza. Altri quattro sono fuggiti, ma González e gli altri conosciuti come "I Cinque Cubani" - Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Ramón Labañino e Fernando González - hanno respinto le accuse. Gli anni, precedenti gli arresti, erano stati particolarmente tesi.

Nel 1997, avvennero una serie di sabotaggi con bombe negli hotel de L'Avana. Un turista italiano fu assassinato. Il governo cubano sospettava che i gruppi esiliati di Miami erano coinvolti negli attacchi per tentare di scardinare la crescente industria turistica cubana. A quel tempo, il governo cubano vedeva Basulto, un operativo addestrato dalla CIA, come una minaccia. Nel 1961, aveva sparato una cannonata da un'imbarcazione, fuori de L'Avana, ed aveva colpito un hotel.

Alarcón ha commentato che nell'estate del 1998, ufficiali dei servizi segreti cubani consegnarono un pacchetto di documenti, che conteneva i suoi sospetti, agli agenti dell'FBI in una riunione a L'Avana. Poco dopo fu annunciato, a Miami, gli arresti della Rete Vespa. Alarcón era furioso.

"Spararono sul messaggero" ricorda Alarcón che fu ciò che pensò in quel momento, argomentando che gli Stati Uniti avevano tradito Cuba. Un ex pubblico ministero degli USA, Guy Lewis, che era incaricato del processo dei Cinque, disse in un'intervista che uno degli agenti lavorava come meccanico nella Base Navale Aerea di Key West e che l'altro contava gli aeroplani dal suo appartamento vicino alla base aerea di MacDill a Tampa, che coordinava le operazioni militari dall'esterno.

"È chiaro" disse Lewis "che i servizi segreti cubani mantengono un gruppo di agenti molto bene allenati, organizzati e finanziati".
 


Il Giudizio a Miami
 


Mentre i Cinque aspettavano il giudizio, gli esiliati di Miami erano agitati dal caso di Elián González, un bambino di 6 anni che trovarono al largo della costa della Florida, dopo il naufragio dell'imbarcazione che lo portava da Cuba. Sua madre ed altri 10 rifugiati morirono.

Sette mesi dopo che González ritornò a Cuba con suo padre, cominciò la selezione della giuria a Miami per il processo dei Cinque, nonostante le obiezioni degli avvocati difensori che argomentarono che un giudizio giusto sarebbe stato impossibile a Miami poco dopo il caso di Elían che aveva infiammato tutta la città, strapiena di esiliati cubani.

I membri della giuria ascoltarono la registrazione di sei mesi di messaggi codificati mandati a Cuba e nomi in codice. La difesa argomentò che gli accusati dovevano essere liberati perché non raccolsero nessuna informazione segreta e non penetrarono in aree limitate delle basi militari. I pubblici ministeri risposero che meritavano le condanne perché non si erano segnalati come agenti stranieri e la loro intenzione era raccogliere informazioni sensibili negli Stati Uniti.

La giuria che non incluse nessun cubano-americano, condannò i Cinque. Hernández fu condannato all' ergastolo con l'accusa di commettere un omicidio per avere avvisato Rene González ed un altra spia cubana di non viaggiare con "Fratelli al Riscatto" il giorno in cui i militari cubani abbatterono due degli aeroplani del gruppo, nel 1996, che causò la morte di quattro dei suoi membri. Il quotidiano dello stato cubano, Granma, rispose con un editoriale in prima pagina intitolato: "Comportamento eroico nelle viscere del mostro".



Ipocriti
 


In un recente pomeriggio, in una zona dietro il consunto complesso sportivo José Martí in Centro Avana, Antonio Lagé camminava tra dei bambini che giocavano sotto uno steccato in un condominio di appartamenti che, come tanti altri a L'Avana, ha una foto dei Cinque cubani. "Ipocriti, questo è quello che sono Bush e gli americani"  disse. "Parlano di lottare contro il terrorismo, ma mantengono questi eroi nel carcere solo per aver tentato di fermare i terroristi di Miami".

Il famoso avvocato difensore, Leonard Weinglass, è incaricato dell'appello di Hernández dopo una carriera che include la difesa di alcuni dei Sette di Chicago (Chicago Seven) a causa delle manifestazioni durante la Convenzione del Partito Democratico a Chicago nel 1968, e dell'ex-pantera nera e condannato a morte, Mumia Abu Jamal. Weinglass ha persuaso il tribunale di appello che gli accusati di spionaggio non potevano avere un giudizio giusto a Miami. Ora, la sua strategia è concedere che ci sia stata una violazione tecnica della legge, ma che le azioni del suo cliente furono necessarie per salvare delle vite.

"Se è attaccato, un paese non ha il diritto di inviare i suoi agenti in un altro paese per ottenere informazioni?" disse Weinglass mentre prendeva un mojito nel patio del famoso Hotel Nacional di Cuba. "Questa è la questione prioritaria dei servizi segreti". Weinglass e le mogli e le madri di vari degli agenti imprigionati ottennero più alleati durante una presentazione svolta per un gruppo legale della California a L'Avana, tra i quali si trovava l'ex legislatore Democratico, Esteban E. Torres.

È un'ingiustizia legale, disse Torres. Ci dice qualcosa del nostro governo e del sistema giudiziale e dei servizi segreti. Tutto quello che possano fare per attaccare Fidel, lo fanno. Benché Castro non sia stato mai vincolato al caso, gli esperti dei servizi segreti statunitensi dicono che personalmente il leader cubano sovrintende le missioni di spionaggio di alta priorità.

"Ed è bravo", disse Latell, l'autore del libro After Fidel. "È molto ma molto bravo". Alarcón disse che manderebbero più agenti negli Stati Uniti, benché gli esperti su Cuba siano convinti che la minaccia degli esiliati - reale o percepita -  stia diminuendo.

Alarcón afferma che il direttore dei servizi segreti nazionali, John D. Negroponte, ha recentemente detto che gli Stati Uniti hanno più di 100000 operativi dei servizi segreti. Cuba non ha tanti operativi dei servizi segreti, ha detto Alarcón, ma ha più agenti che i Cinque, già conosciuti. Il vero numero, ha detto, è tra queste cifre.
 


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