L'Avana- Gli europei inviano a casa loro,
da qui, cartoline con francobolli che hanno le immagini di cinque visi,
conosciuti semplicemente come "i ragazzi" o "i cinque". I visi enormi,
circondati da bandiere cubane ondeggianti, guardano fissamente dalle pareti
delle fabbriche, dei condomini e dei muri delle strade. I Cinque sono eroi a
Cuba, ma gli esiliati negli Stati Uniti, dove i Cinque stanno scontando
lunghe pene carcerarie, li considerano malviventi.
Il loro caso é stato sottolineato dai mezzi informativi di Miami come "spie
contro spie", come se fosse un tema dell'epoca della Guerra Fredda, il
che illumina
la lotta che coinvolge Cuba, il governo degli Stati Uniti ed i gruppi di
esiliati cubani della Florida. Pone anche domande spinose sulle sfumature
del terrorismo e dello spionaggio internazionale.
I funzionari statunitensi tendono a dipingere gli agenti cubani come
infiltrati, determinati a destabilizzare la sicurezza nazionale degli Stati
Uniti. Ma il governo cubano afferma che sono uomini coraggiosi, inviati
negli USA ad investigare le cospirazioni dei gruppi di esiliati cubani
contro il Presidente Fidel Castro.
Da
quando i Cinque furono condannati, la portata della macchina dei servizi
segreti de L'Avana, descritta dall'ex analista su Cuba della CIA, Brian
Latell come tra i quattro o cinque migliori del mondo si è resa ancora più
visibile. Nel 2002, fu condannata per cospirazione e per commettere
spionaggio a favore di Cuba, Ana Belén Montes, un'analista dei temi cubani
nell'Agenzia dei Servizi Segreti del Dipartimento della Difesa (DIA).
L'anno anteriore, un ufficiale, di alto rango, dell'immigrazione degli USA ,
fu condannato per divulgare informazioni segrete a Cuba. In gennaio, un
veterano professore nella Florida Internazional University e sua moglie, una
consigliera di salute mentale nella stessa Università, si dichiararono
innocenti alle accuse che avevano agito come spie di Castro.
Tuttavia, nessuno di questi casi ha generato tanto dibattito come quello dei
Cinque Cubani. C'è un'onda di appoggio per i cinque agenti, da parte di
alcuni gruppi liberali e personaggi famosi statunitensi, includendo Alice
Walter, l'autrice del Colore Viola, l'attore Danny Glover e l'autore Noam
Chomsky.
Un gruppo in San Francisco ha una pagina web chiamata "Il Comitato Nazionale
per Liberare i Cinque" (www.freethefive.org). Il Consiglio della Città di
Detroit approvò una risoluzione, in marzo, chiedendo la loro liberazione,
nella quale afferma che gli agenti stavano tentando di prevenire il
terrorismo contro Cuba.
Il
clamore per la loro liberazione riscosse forza nell'agosto scorso, quando un
gruppo di tre giudici del Tribunale di Appello dell'Undicesimo Circuito ad
Atlanta, revocò le condanne ed ordinò un nuovo giudizio, argomentando "la
tormenta perfetta" di pregiudizi nel bastione dell'esilio cubano di Miami.
Questa decisione è ora sotto revisione dall'intero tribunale.
In una recente intervista, Ricardo Alarcón, il presidente dell'Assemblea
Nazionale di Cuba ed il terzo politico più importante dell'isola, dopo
Castro e suo fratello, Raúl, descrisse il lavoro degli agenti segreti come
parte del diritto di una nazione sovrana a difendersi. Disse che Cuba è una
vittima del terrorismo, una nazione sotto la minaccia della violenza.
Alarcón ha detto che centinaia di cittadini cubani sono stati assassinati in
attacchi terroristici da quando Castro assunse il potere nel 1959 e ha ricordato
le
scritte che dicevano: "Iraq ora, Cuba poi" nelle manifestazioni di Miami
prima dell'invasione statunitense in Iraq nel 2003.
In risposta alla domanda se Cuba continuerà a mandare agenti negli Stati
Uniti, Alarcón ha cambiato lo spagnolo per l'inglese e ha enfaticamente
detto: "Yes,
con un una Y maiuscola".
La Rete Vespa
José
Basulto, il fondatore di un gruppo anti-Castro di Miami, ricorda un giovane
chiamato Rubén Campa, che incontrava nell'aeroporto dove Basulto teneva i
suoi aeroplani negli anni 90. Gli aeroplani venivano utilizzati per salvare
le vite di rifugiati cubani naufragati nel mare tra la Florida e Cuba, e per
lanciare libelli anti-Castro a L'Avana, una tattica che irritò il governo
cubano.
Campa era rapido "nel fare amicizie e montar sul treno" ricordò Basulto, e
rapidamente stava volando in missioni con il gruppo "Fratelli al Riscatto".
Dopo l'arresto delle spie nel settembre del 1998, Basulto dice che seppe che
Rubén Campa era un nome rubato ad un defunto bambino texano, e che il nome
vero della recluta era Rene González. González ed altri nove furono
arrestati ed accusati di operare nella Rete Vespa che, secondo i pubblici
ministeri, stava spiando le basi militari statunitensi e gruppi
dell'esilio cubano.
Successivamente, ne furono accusati altri quattro, arrivando a 14. Il
processo é stato uno dei più lunghi casi di spionaggio nella storia degli Stati
Uniti. Tre mesi dopo l'arresto iniziale, tre diplomatici cubani alle
Nazioni Unite sono stati espulsi per la loro supposta relazione con la rete di
spionaggio di Miami.
Cinque di quelli catturati ammisero la colpevolezza. Altri quattro sono
fuggiti, ma González e gli altri conosciuti come "I Cinque Cubani" -
Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Ramón Labañino e Fernando González -
hanno respinto le accuse. Gli anni, precedenti gli arresti, erano stati
particolarmente tesi.
Nel
1997, avvennero una serie di sabotaggi con bombe negli hotel de L'Avana. Un
turista italiano fu assassinato. Il governo cubano sospettava che i gruppi
esiliati di Miami erano coinvolti negli attacchi per tentare di scardinare
la crescente industria turistica cubana. A quel tempo, il governo cubano
vedeva Basulto, un operativo addestrato dalla CIA, come una minaccia. Nel
1961, aveva sparato una cannonata da un'imbarcazione, fuori de L'Avana, ed
aveva colpito un hotel.
Alarcón ha commentato che nell'estate del 1998, ufficiali dei servizi segreti
cubani consegnarono un pacchetto di documenti, che conteneva i suoi sospetti,
agli agenti dell'FBI in una riunione a L'Avana. Poco dopo fu annunciato, a
Miami, gli arresti della Rete Vespa. Alarcón era furioso.
"Spararono sul messaggero" ricorda Alarcón che fu ciò che pensò in quel
momento, argomentando che gli Stati Uniti avevano tradito Cuba. Un ex
pubblico ministero degli USA, Guy Lewis, che era incaricato del processo dei
Cinque, disse in un'intervista che uno degli agenti lavorava come meccanico
nella Base Navale Aerea di Key West e che l'altro contava gli aeroplani dal
suo appartamento vicino alla base aerea di MacDill a Tampa, che coordinava
le operazioni militari dall'esterno.
"È chiaro" disse Lewis "che i servizi segreti cubani mantengono un gruppo di
agenti molto bene allenati, organizzati e finanziati".
Il Giudizio a Miami
Mentre i Cinque aspettavano il giudizio, gli esiliati di Miami erano agitati
dal caso di Elián González, un bambino di 6 anni che trovarono al largo
della costa della Florida, dopo il naufragio dell'imbarcazione che lo
portava da Cuba. Sua madre ed altri 10 rifugiati morirono.
Sette mesi dopo che González ritornò a Cuba con suo padre, cominciò la
selezione della giuria a Miami per il processo dei Cinque, nonostante le
obiezioni degli avvocati difensori che argomentarono che un giudizio giusto
sarebbe stato impossibile a Miami poco dopo il caso di Elían che aveva
infiammato tutta la città, strapiena di esiliati cubani.
I membri della giuria ascoltarono la registrazione di sei mesi di messaggi
codificati mandati a Cuba e nomi in codice. La difesa argomentò che gli
accusati dovevano essere liberati perché non raccolsero nessuna informazione
segreta e non penetrarono in aree limitate delle basi militari. I pubblici
ministeri risposero che meritavano le condanne perché non si erano segnalati
come agenti stranieri e la loro intenzione era raccogliere informazioni
sensibili negli Stati Uniti.
La giuria che non incluse nessun cubano-americano, condannò i Cinque.
Hernández fu condannato all' ergastolo con l'accusa di commettere un
omicidio per avere avvisato Rene González ed un altra spia cubana di non
viaggiare con "Fratelli al Riscatto" il giorno in cui i militari cubani
abbatterono due degli aeroplani del gruppo, nel 1996, che causò la morte di
quattro dei suoi membri. Il quotidiano dello stato cubano, Granma, rispose
con un editoriale in prima pagina intitolato: "Comportamento eroico nelle
viscere del mostro".
Ipocriti
In un recente pomeriggio, in una zona dietro il consunto complesso sportivo
José Martí in Centro Avana, Antonio Lagé camminava tra dei bambini che
giocavano sotto uno steccato in un condominio di appartamenti che, come
tanti altri a L'Avana, ha una foto dei Cinque cubani. "Ipocriti, questo è
quello che sono Bush e gli americani" disse. "Parlano di lottare
contro il terrorismo, ma mantengono questi eroi nel carcere solo per aver
tentato di fermare i terroristi di Miami".
Il famoso avvocato difensore, Leonard Weinglass, è incaricato dell'appello
di Hernández dopo una carriera che include la difesa di alcuni dei Sette di
Chicago (Chicago Seven) a causa delle manifestazioni durante la Convenzione
del Partito Democratico a Chicago nel 1968, e dell'ex-pantera nera e
condannato a morte, Mumia Abu Jamal. Weinglass ha persuaso il tribunale di
appello che gli accusati di spionaggio non potevano avere un giudizio giusto
a Miami. Ora, la sua strategia è concedere che ci sia stata una violazione
tecnica della legge, ma che le azioni del suo cliente furono necessarie per
salvare delle vite.
"Se è attaccato, un paese non ha il diritto di inviare i suoi agenti in un
altro paese per ottenere informazioni?" disse Weinglass mentre prendeva un
mojito nel patio del famoso Hotel Nacional di Cuba. "Questa è la questione
prioritaria dei servizi segreti". Weinglass e le mogli e le madri di vari
degli agenti imprigionati ottennero più alleati durante una presentazione
svolta per un gruppo legale della California a L'Avana, tra i quali si
trovava l'ex legislatore Democratico, Esteban
E. Torres.
È un'ingiustizia legale, disse Torres. Ci dice qualcosa del nostro governo e
del sistema giudiziale e dei servizi segreti. Tutto quello che possano fare
per attaccare Fidel, lo fanno. Benché Castro non sia stato mai vincolato al
caso, gli esperti dei servizi segreti statunitensi dicono che personalmente
il leader cubano sovrintende le missioni di spionaggio di alta priorità.
"Ed è bravo", disse Latell, l'autore del libro After Fidel. "È molto ma
molto bravo". Alarcón disse che manderebbero più agenti negli Stati Uniti,
benché gli esperti su Cuba siano convinti che la minaccia degli esiliati -
reale o percepita - stia diminuendo.
Alarcón afferma che il direttore dei servizi segreti nazionali, John D.
Negroponte, ha recentemente detto che gli Stati Uniti hanno più di 100000
operativi dei servizi segreti. Cuba non ha tanti operativi dei servizi
segreti, ha detto Alarcón, ma ha più agenti che i Cinque, già conosciuti. Il
vero numero, ha detto, è tra queste cifre.
*© 2006 The Washington Post Company
Copyright (c) 2002-2006 Antiterroristas.cu