Professionisti o squilibrati?



| Venerdi 24 Marzo 2006 - 14:35 | Cristiano Tinazzi |

 

Il Dipartimento di Stato americano avrebbe convocato il ministro consigliere Boliviano, per dare maggiori informazioni sulle ‘insinuazioni’ fatte dal presidente Morales contro il governo statunitense in riferimento ai due attentati avvenuti tra la notte di martedì e la mattina di mercoledì a La Paz, riferiscono fonti del governo statunitense. Sarebbe la prima volta in vent’anni che un Ministro Consigliere della Bolivia viene convocato per fornire spiegazioni sulla condotta del proprio Paese. I tempo cambiano, evidentemente, ma a Washington pensano di avere ancora a che fare con Paesi senza sovranità né autonomia. Morales aveva pesantemente accusato gli Stati Uniti:
“Si fa la lotta al terrorismo - ha dichiarato il presidente - e poi gli Stati Uniti ci mandano americani a fare terrorismo in Bolivia”. Gli attentati sono “una provocazione contro la democrazia, contro il governo e contro l’Assemblea Costituente”. Nonostante la polizia avesse fornito in via preliminare interpretazioni più legate a temi religiosi che politici per gli attentati, Morales ha preferito battere la pista politica interpretando gli attentati come se significassero che “Evo non controlla il Paese”, puntando anche il dito contro “alcuni settori dell’oligarchia boliviana e del latifondismo, che stanno utilizzando persone venute dall’estero per intimidirci, poiché sanno che hanno tutto da perdere con il reale cambiamento che arriverà con la Costituente”. “Uno statunitense psicopatico” è la definizione usata dal vice-ministro degli Interni, Rafael Puente, per qualificare l’americano identificato come Claudio Lestat de Orleans y Montevideo, arrestato per l’esplosione dei due ordigni. Lestat, sarebbe stato arrestato insieme a Ana Ribiero Acosta, una cittadina uruguayana e a due boliviani, apparentemente coinvolti nei fatti. I due sono già stati condannati a sei mesi di reclusione in Argentina per aver fatto saltare in aria un bancomat. La prima esplosione è avvenuta nella pensione ‘Linares’, nel centro della città, dove lo statunitense aveva affittato una stanza nella quale avrebbe lasciato una borsa piena di esplosivo che deflagrando ha ucciso una coppia di boliviani; la seconda, segnalata da una telefonata anonima, ha avuto luogo a pochi isolati di distanza nella pensione ‘Riosinho’ e ha provocato la semi-distruzione di sei piani dell’edificio, ma nessuna vittima, fatta eccezione per sei persone ferite dai vetri delle finestre andati in frantumi.
E’ la seconda volta che Morales parla di cospirazione contro il governo. Lo scorso sei febbraio, durante un’incontro con la Federazione dei Campesinos di La Paz, Morales ha denunciato che alcune imprese di idrocarburi stavano cospirando contro di lui. Il Viceministro della Sicurezza Cittadina, Percy Paredes, ha spiegato martedì che è dal 18 di dicembre, giorno delle elezioni generali che hanno decretato la vittoria di Morales, lo Stato è minacciato dai comitati civici separatisti (il riferimento è allo stato di Zulia) e dalle compagnie petrolifere che evadono le imposte.
Dal suo, il responsabile di Poder Democratico Y Social (Podemos), Fernando Messmer, ha lamentato che in Bolivia si vivono momenti di tensione a causa delle due esplosioni e ha chiesto all’esecutivo di raddoppiare gli sforzi per trovare i responsabili materiali e i mandanti di questi atti criminali. I rappresentanti del Pubblico Ministero e della Polizia Nazionale hanno assicurato che gli autori del duplice attentato e reo confessi sono lo statunitense Lestat Claudio e l’uruguayana Alda Ribeiro Acosta, i quali non hanno però voluto spiegare il movente che li ha spinti a commettere questo atto terroristico. I due sono detenuti presso il centro penitenziario di San Pedro.
La pista politica non è però l’unica. La polizia attualmente sta vagliando anche un’altra pista ritenuta attendibile, ovvero quella a sfondo religioso. Lestat infatti si sarebbe definito un sacerdote di una fantomatica setta non ben definita. Oltretutto, al momento dell’arresto, Lestat avrebbe detto di essere stato costretto a compiere quel gesto da un narcotrafficante colombiano. Parole da prendere con le pinze, visto che il soggetto pare proprio uno squilibrato (si è anche autocitato su Wikipedia, l’enciclopedia online, insieme alla sua compagna…)