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13 dicembre 2006 - M.Castagnedi www.radiocittaperta.it |
Gerard Depardieu e
Gore Vidal DUE NUOVI AMICI DI CUBA
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Vidal, uno dei più importanti esponenti della letteratura nordamericana degli ultimi cinquant'anni, benché costretto su una sedia a rotelle ha mostrato la sua nota lucidità ed energia intellettuale. Davanti alla statua di John Lennon ( il musicista che fu assassinato a New York venticinque anni fa) e che dà nome a un giardino pubblico nel quartiere del Vedado de La Habana, ha risposto ad alcune domande del giornalista Pedro de La Hoz non lasciando dubbi sul suo giudizio in merito alla amministrazione Usa di G.W.Bush e della sua cupola neocon. "Hanno ridotto la nostra repubblica in condizioni impresentabili e la democrazia al collasso. I Nixon, i Reagan, i Bush incarnano la morte. Queste sono verità che devono essere dette, anche se fanno male". Così lo scrittore Gore Vidal.
E, pochi giorni prima, lo aveva preceduto nella capitale cubana il noto attore francese Gerard Depardieu che ha viaggiato all'Avana non solo per il 28° Festival internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano, ma anche e sopratutto per aggiungersi agli oltre 1500 delegati del convegno "Fidel e Cuba, memoria e futuro" organizzato dalla Fondazione Oswaldo Guayasamin in omaggio all'ottantesimo compleanno del presidente Fidel Castro,come tutti sanno attualmente seriamente malato, ma in recupero e calorosamente festeggiato da molte personalità della cultura tra cui il poeta brasiliano Thiago de Mello, Hebe de Bonafini la gran guida delle madri argentine de plaza de Mayo, il giornalista franco-spagnolo Ignacio Ramonet autore del recentissimo libro "Cento ore con Fidel".
Depardieu sabato 2 dicembre era presente anche sulla tribuna de la Plaza de la Revolucion dove una parata militare e una sfilata di oltre 300mila cittadini habaneri festeggiavano i 50 anni dell'arrivo a Cuba del Granma e la nascita delle Forze armate rivoluzionarie di Cuba. "Fidel non é soltanto un uomo straordinario - ha detto Depardieu - ma é addirittura una grande idea per il mondo". Con queste dichiarazioni di amicizia e stima per Fidel, il famoso attore di cinema e teatro francese ha sorpreso non pochi stranieri quando si é saputo che Depardieu ha fatto ben 15 viaggi a Cuba negli ultimi anni.
Dunque, Gore Vidal, grande scrittore statunitense, e Gerrard Depardieu, uno dei più bravi e popolari attori europei, vanno ad aggiungersi a quella ormai molto lunga e molto gloriosa lista di illustri amici di Cuba che probabilmente non ha eguali nel mondo in fatto di straordinari artisti, uomini di cultura, premi Nobel.
A cominciare dal mito Ernest Hemingway, che andava a pesca con Fidel nel 1959, per continuare con Jean Paul Sartre in lunga visita all'Avana nel 1960. E poi Cesare Zavattini che si fermò due mesi a Cuba nel suo primo viaggio, Antonio Gades, che é stato il più grande coreografo e interprete del Flamenco spagnolo ( e che si é fatto cremare all'Avana ), i Nobel della letteratura Gabriel Garcia Marquez, José Saramago, Nadine Gordimer e il Nobel per la Pace Rigoberta Menchù. Ancora Danielle Mitterand, i cineasti Oliver Stone, Robert Redford, Sidney Pollack, Francis Ford Coppola, Konstatntin Costa Gavras, gli attori Harry Belafonte e Danny Gloover, importanti scrittori come James Petras, Alice Walker e il formidabile saggista statunitense Noam Chomsky. Tra gli italiani spicca l'amicizia per Cuba (e il Venezuela Bolivariano) del maestro Claudio Abbado, grande direttore d'orchestra che disse in una intervista al "Corriere" lo scorso anno: "E perché non dovrei lavorare all'Avana e a Caracas dove trovo 240 orchestre sinfoniche giovanili?!". Anche il regista Gabriele Salvatore dedicò anni fa a Cuba il suo premio Oscar di "Mediterraneo".
Un'altra organizzazione giornalistica "occidentale" (euro-statunitense), cioé Reporter sans frontiere, sede in Francia, presidente Robert Menard, due anni fa pubblicò il suo unico "libro nero", guarda caso dedicato proprio a Cuba. ( Per questi giornalisti paesi come Colombia, El Salvador, Messico non esistono anche se in realtà sono quasi dei veri e propri mattatoi). Tentativo davvero maldestro e ricco di insuccesso quello dei "Reporter" col loro libro nero di Cuba, quando spuntò, dopo alcune inchieste, che a finanziare lautamente il libro era una fondazione Usa (ma anche una filiazione Cia).
Infine "ci prova ma non ci riesce" ad infangare Cuba anche quello che passa come il più "moderno e progressista quotidiano italiano", cioé La Repubblica. Che da anni affida i suoi editoriali politici su Cuba nientemeno che a Carlos Franqui, un anticastrista di professione. Franqui, uscito da Cuba 40 anni fa e che da allora prospera a Miami, scrive ogni insulto e maledizione contro Cuba, ma invano. Smentiscono anche lui i molti, tanti, crescenti e disinteressati amici di Cuba, il meglio della cultura internazionale oltre, naturalmente, a molti milioni e milioni di persone nel mondo.
Raul Castro nel suo discorso in plaza de la Revolucion il 2 dicembre a L'Avana, tra le varie cose, ha ricordato che " la battaglia di idee" cubana e del presidente bolivariano Hugo Chavez é quella giusta e che lo dimostrano i fondamentali cambiamenti politici pacifici degli ultimi anni nel continente Latinoamericano con le tante nazioni, dal Venezuela nel '99 a Ecuador e Nicaragua nel 2006, che hanno visto trionfare governi di sinistra nel segno del Nuovo socialismo del XXI secolo.
Gli amici di Cuba crescono. I suoi avversari, per quanto maledicenti si affannino, scemano. Scemare, voce del verbo calare.
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