Nella Tribuna
Antimperialista José Martì
Si
ricordano le vittime del sabotaggio
della nave La
Coubre
R.Rassi - 5 marzo
2006 (GI)
Con la condanna dell'imperialismo yankee per il criminale
sabotaggio alla nave La Coubre alla fonda nella rada de L'Avana, il 4 marzo
1960, nel quale perirono più di 100 persone, tra esse sei marinai francesi, e la
lettura della lista dei loro nomi in
omaggio
alle vittime di tanta orrenda azione, si é celebrata nella Tribuna
Antimperialista José Martí l'atto commemorativo per il 46esimo
anniversario di quest'abominevole fatto. In quella occasione il Comandante
in Capo pronunciò, per la prima volta, la storica consegna di Patria o Morte.
Feriti o mutilati da quel sabotaggio, familiari delle vittime, testimoni e
partecipanti ai soccorsi, come dirigenti e membri delle organizzazioni politiche
e di masse del nostro paese hanno espresso il loro ripudio per quell'atto
terroristico e di altri centinaia commessi,
contro il nostro popolo in questi 47 anni di Rivoluzione,
dalla Cia e dalla mafia anticubana di Miami.
Carlos Lage Dávila, vicepresidente del Consiglio di Stato e segretario del
Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri, e la scienziata Concepcion Campa,
entrambi membri dell'Ufficio Politico, hanno presieduto l'atto, con altri
dirigenti del Partito, dell'Unione di Giovani Comunisti, della Centrale dei
Lavoratori di Cuba, della Federazione delle Donne Cubane, dei Comitati di Difesa
della Rivoluzione e delle organizzazioni studentesche.
Nelle sue parole, Alberto Marchante, segretario generale del Sindacato Nazionale
dei Lavoratori della Marina Mercantile, Porti e Pesca, ha fatto un sunto di
quella criminale azione che aveva come obiettivo ostacolare che il nostro paese
si armasse per difendere la sua trionfante Rivoluzione, e ha riferito che le
investigazioni realizzate dal Governo cubano, con la collaborazione di
specialisti di altri paesi, dimostrarono che il sabotaggio era stato commesso da
agenti della Cia. A 46 anni da quel crimine nessun Governo degli Stati Uniti ha
rivelato né declassificato nessun documento al riguardo, perché sanno di essere
i massimi responsabili.
Ha ricordato come il giorno dei funerali delle vittime il Comandante in Jefe
Fidel Castro pronunciò la storica consegna di Patria o Morte, convertita in
realtà dal nostro popolo in questi anni di Rivoluzione e ha sottolineato che i
lavoratori cubani saranno sempre fedeli ai principi della nostra società
socialista.
Dopo ha preso la parola anche Leandro Martínez Gorguet, figlio di una delle
vittime. Dal suo discorso é emerso come, nonostante quel brutale attentato, i
lavoratori portuali, marittimi e della pesca si sono rafforzati, avanzando
nell'efficienza economica, e ciò dimostra, al contrario di ciò che
speravano gli imperialista yankees,
che né il sabotaggio della nave La Coubre né altre azioni criminali hanno potuto
ostacolare lo sviluppo della Rivoluzione e della nostra società .
Da parte sua, Rosario Olegario Gómez, vedova di Arturo García Manduley, vittima
di quell'orrendo crimine, ha detto che conserva ancora l'amaro ricordo di quando
La Coubre esplose; si recò verso il
molo alla ricerca di suo marito ma trovò solo quel dantesco
spettacolo di distruzione e morte. Ha ricordato come con suo figlio, che allora
aveva cinque anni, visitò gli ospedali dove vedeva nient'altro che cadaveri
dilaniati.
Ha aggiunto che né i parenti delle vittime né il popolo cubano in generale
potranno dimenticare quell'azione criminale.
Questo attentato, come l'esplosione
in pieno volo di un aeroplano della Cubana di Aviazione alle Barbados, dove
perirono 73 persone innocenti, sono tra i fatti più abominevoli eseguiti dagli
agenti della Cia e della mafia anticubana di Miami.
Ha aggiunto che tra tali
criminali ha un ruolo di rilievo il noto assassino
Luis Posada Carriles,
autore confesso del
crimine delle Barbados e di altre azioni terroristiche, che sfugge alla
giustizia perché difeso dal Governo degli Stati Uniti, mentre Cinque Eroi cubani
rimangono ingiustamente nelle prigioni nordamericane per avere lottato contro il
terrorismo ed evitato che ci fossero altre vittime, nel nostro paese, delle
azioni terroristiche organizzate in territorio statunitense.
"Non vogliamo vendetta, solo esigiamo che si faccia giustizia e si sanzioni
coloro che hanno commesso un tale orrendo crimine" ha concluso Rosario.
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