Posada rimarrà in prigione... per adesso
 

Un giudice statunitense di El Paso, Texas, ha tenuto questo lunedì, senza prendere decisione alcuna, l'udienza nella quale il terrorista Luis Posada Carriles ha chiesto, sulla parola, che lo scarcerassero dal centro di detenzione dove é dal maggio 2005.
Il magistrato, secondo dispacci dell'agenzia AFP, ha ascoltato i testimone del criminale che hanno affermato che, fino ad oggi, non esiste paese che voglia farsi carico della patata bollente che questo individuo rappresenta.
Eduardo Soto, avvocato di Posada a Miami, indicò che il suo cliente "dovrebbe essere lasciato in libertà mentre si cerca un posto dove inviarlo".
In dichiarazioni a Granma, via posta elettronica, l'avvocato cubano americano José Pertierra, rappresentante legale del Governo del Venezuela per l'estradizione di Posada Carriles ha spiegato che nell'udienza "il giudice ascoltò, per due ore, il caso e risolse di non decidere ancora. Invierà una decisione per posta".

 

 

Giustizia a favore o contro

il terrorismo?

14 agosto 2006 D.F.Mexidor


"Gli avvocati di Posada cercano di ottenere la cittadinanza per il terrorista, perché concedergli questo status, impedirebbe, immediatamente, di disporre la sua estradizione dagli Stati Uniti. È la forma più sicura per ottenere la sua liberazione".

Così si é espresso a Granma l'avvocato Alejandro García del Toro, coordinatore del Gruppo degli Affari Legali Cuba-USA della Direzione Giuridica del Ministero degli Esteri (MINREX), a proposito della comparizione del criminale internazionale davanti ad un tribunale federale per richiederne la libertà.

Secondo la dichiarazione del rappresentante legale di Posada, Eduardo Soto, la richiesta si baserà sull'affermazione che il suo difeso é agli arresti da più di un anno, nel centro di detenzione di El Paso, Texas, dopo essere entrato "illegalmente" in territorio nordamericano e pertanto "non deve rimanere imprigionato indefinitamente".

"Tuttavia, esistono innumerabili argomenti giuridici contro Posada", confuta il funzionario cubano del MINREX. "Dal momento in cui questo terrorista entrò illegalmente in territorio statunitense — osserva —, su di lui è applicabile tutta un'architettura legale che comprende non solo ciò che é regolato nel Codice degli Stati Uniti, ma anche gli accordi internazionali di carattere multilaterale che obbligano quel paese ad estradare o a giudicarlo per i suoi crimini in questo continente, così come le risoluzioni dell'ONU, che richiamano tutte le nazioni a cooperare ed a realizzare azioni concrete di fronte al terrorismo internazionale".

Per esempio, come si concilia il Patriot Act, approvato dal presidente degli Stati Uniti, nell'ottobre 2001, a questo caso?

"Detta legislazione, nel titolo IV 'Protezione della Frontiera', stabilì che uno straniero che ha usato la sua posizione, in qualunque paese, per appoggiare o aderire a qualunque attività terroristica, o per persuadere altri ad appoggiare un'attività terroristica o un'organizzazione terroristica, nella forma in cui, il Sottosegretario di Stato, ha determinato che diminuisca gli sforzi degli Stati Uniti per ridurre o eliminare il flagello, è inammissibile che entri là.

"In applicazione di questa legge, il Dipartimento di Sicurezza Interna (DHS) può qualificare Posada Carriles come terrorista, che l'inabilita a risiedere o rimanere in questo paese, protetto in qualunque delle figure raccolte nelle sue leggi migratorie. Questo obbliga, almeno, a disporre la sua deportazione da parte del Dipartimento di Sicurezza Interna.

"Ma sono anche applicabili, tra gli altri, l'Accordo per la Repressione degli Attentati Terroristici commessi con bombe, del 15 dicembre 1997, da loro ratificato nel 2002, al cui articolo 7, dispone che lo Stato dove si trova il presunto colpevole 'prenderà le misure corrispondenti, conformi alla sua legislazione nazionale, al fine di assicurare la presenza di quella persona agli effetti del procedimento giudiziario o estradizione'.

"Vale ricordare, inoltre, che il Trattato di Estradizione tra Venezuela e Stati Uniti d'America é vigente dal 14 aprile 1923, autorizza il primo a richiedere ed esigere l'estradizione del terrorista Posada Carriles. La sua fuga da una prigione venezuelana impedì la conclusione del processo giudiziario, delle autorità contro di lui, per il peggiore di tutti i suoi delitti: il crimine delle Barbados, un attentato contro un aeroplano civile cubano, il 6 ottobre 1976".

Come riassumerebbe i procedimenti pendenti che, Posada Carriles, ha negli Stati Uniti?

"In questo momento sono in corso tre procedimenti che riguardano questo individuo. Uno, è il processo giudiziario iniziato dagli avvocati del terrorista per sollecitare la sua liberazione immediata. In questo processo di habeas corpus, adducendo che in base ad una sentenza, del 2004, della Corte Suprema degli Stati Uniti uno straniero la cui estradizione non ha potuto essere eseguita, non può essere neppure detenuto indefinitamente.

"Nell'altro, il Servizio di Immigrazione e Cittadinanza (CIS, la sigla in inglese), sta analizzando la richiesta, di Posada Carriles, della cittadinanza statunitense, dove gli avvocati argomentano i servizi da questi prestati nell'esercito degli Stati Uniti negli anni 60.

"Il terzo, la richiesta di estradizione presentata dal Venezuela, che è stata intenzionalmente ignorata dal Governo nordamericano.

"Siamo davanti ad una situazione molto interessante perché il CIS che deve pronunciarsi sul conferimento della cittadinanza a Posada, è un'agenzia subordinata al Dipartimento di Sicurezza Interna. Tuttavia, un'altra succursale del Dipartimento, l'Agenzia di Controllo delle Dogane e Protezione della Frontiera (ICE), il passato 22 marzo informò Posada, in un'estesa e dettagliata lettera, che non poteva liberarlo perché egli continua a rappresentare un pericolo per la comunità ed esisteva il pericolo di fuga.

"Per un problema elementare di subordinazione al DHS, il CIS deve esporre a Posada che non ha qualifica per ottenere la cittadinanza statunitense in base agli stessi argomenti usati dall'Agenzia di Controllo delle Dogane e Protezione della Frontiera, quando negò, a questi, la sua liberazione".

La conclusione dell'ICE il 22 marzo 2006 che qualificò Posada come un rischio ed un pericolo per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, non dovrebbe cambiare.

"Ovviamente no, questa è la cosa logica. Posada fu, è e sarà un terrorista confesso. Per questo concedergli la cittadinanza sarebbe scandalosamente contraddittorio e strampalato. Solo si spiegherebbe con il fatto che questo signore è protetto dal governo degli Stati Uniti, un corvo educato al calore dell'odio contro la Rivoluzione cubana da parte dell'elite al potere in quel paese e della mafia cubano-americana.

"Il governo statunitense ha l'opzione di aspettare che il giudice si pronunci sulla petizione di habeas corpus e così lasciare in mano al sistema giudiziario il difficile compito di mettere o no in libertà Posada.

"Ma qui, come nel processo contro i Cinque antiterroristi cubani, si porta alla valutazione dei giudici statunitensi un caso nel quale confluiscono gli elementi seguenti: la Rivoluzione cubana, la mafia cubano-americana della Florida e l'odio contro Cuba da parte dell'elite al potere negli Stati Uniti.

"Nel caso di Posada, come in quello dei Cinque Eroi, non c'è rispetto per il bene, la verità, per l'essere umano e molto meno per la vera applicazione della giustizia. L'insolito della decisione della Corte di Appello di Atlanta nel caso dei Cinque, potrebbe ora ripetersi con Posada, ma in senso inverso".