Il vaso di Pandora

 

 

5 giugno 2006 - R.Taladrid Herrero www.granma.cubaweb.cu

 

 

Immaginino la situazione, George Herbert Walker Bush è vicepresidente degli Stati Uniti ed inoltre è quasi designato per essere il successore di Ronald Reagan nelle elezioni del 1988. Parallelamente incominciano indagini nel Congresso, nella stampa e da parte del Pubblico Ministero Indipendente, creato al riguardo, per il caso Iran-contras. Le indagini seguono due direzioni: una, se si violò la legge vigente che proibiva di somministrare fondi ai contras nicaraguensi ed un'altra, molto più grave, per sapere se si erano realizzate operazioni di narcotraffico con gli aeroplani che portavano questi illegali rifornimenti verso l'America Centrale.

Se si provava o trapelava che Bush padre era a conoscenza o avuto a che fare con uno dei due rami dell'indagine, il risultato poteva essere fatale per le elezioni.

Avvennero o no questi fatti?

Sulla fornitura illegale ai contras sappiamo già che ciò successe.

L'allora vicepresidente Bush era a conoscenza di questa fornitura illegale ?

La
settimana scorsa potemmo leggere numerose attestazioni nel senso che sì la conosceva ed il suo ufficio la soprintendeva.

Ma il vicepresidente Bush ed i suoi subordinati di allora Félix Rodríguez e Luis Posada Carriles erano a conoscenza della, ben più grave, gigantesca operazione di narcotraffico?
 

Andiamo ai fatti.

Quando si ha l'opportunità di leggere la non molto divulgata testimonianza dell'ex ufficiale della DEA (Agenzia Antidroga degli Stati Uniti), Celerino Castillo III, si viene a conoscenza di dettagli molto interessanti.

Chi è Celerino Castillo III?

Celestino Castillo e Bush padreCosì lo descrive, nel 1996, il quotidiano Dallas Morning News: "Castillo, un decorato veterano del Vietnam, era un ufficiale della DEA classificato come un 'dedicato e capace agente' che inoltre aveva due informatori con accesso totale alla Base di Ilopango ed a tutta la sua documentazione".

Nel 1986, il senatore John Kerry creó un sottocomitato senatoriale per investigare l'illegale scandalo Iran-contra e le sue ramificazioni, dove l'ex agente della DEA, Celerino Castillo III, testimoniò: "Agli inizi del 1986 io ricevetti una richiesta via cablo della DEA, dal Costarica, dove l'Agente Speciale Sandy Gonzáles mi chiedeva che investigassi gli hangar 4 e 5 della Base di Ilopango, perché l'ufficio della DEA in Costa Rica aveva ricevuto sicure informazioni di spionaggio che i Contras stavano portando cocaina in questi hangar. Entrambi gli hangar erano controllati ed amministrati dalla CIA e dall'Agenzia Nazionale della Sicurezza ed i suoi responsabili erano il Tte. Colonello Oliver North e l'agente della CIA
Félix Rodríguez, anche conosciuto come Max Gómez..."

 

Castillo III disse che da gennaio 1986 iniziò un minuzioso lavoro, consistente nel: "documentare i voli con la cocaina, enumerando i numeri, le date ed i piani di volo, oltre a redigere i nomi dei piloti".

E l'ex agente dell'Agenzia Antidroga aggiunse: "io scoprii che molti dei piloti che volavano per i Contras stavano nelle liste dei sospetti di narcotraffico della DEA".

Una conferma si ebbe nel 1989 nello spazio investigativo, molto rispettato, della catena televisiva nordamericana CBS "60 Minuti". Lì davanti alle telecamere, il pilota nordamericano Mike Tolliver, affermò:

"Dopo essere stato per anni trafficante di droga, fui reclutato per l'operazione di fornitura ai Contras da un certo Mr. Hernández che più tardi identificai come Félix Rodríguez, che viveva nella Base aerea di Ilopango in El Salvador. Io pilotai un D.C.-6 carico di armi e munizioni per Félix Rodríguez, nel marzo 1986, dall'aeroporto di Miami fino ad Aguacate, la Base aerea controllata dagli Stati Uniti in Honduras, le armi furono scaricate dai Contras e Félix Rodríguez mi pagò 70000 $.

"Tre giorni dopo mi fu ordinato di decollare con l'aeroplano che era carico di 25000 libbre di marijuana con destinazione la Base aerea di Homestead, vicino a Miami, dove atterrai e lasciai l'aeroplano col carico di droga; presi un taxi per uscire dalla base".

Un'altra conferma si ebbe nel dicembre 1985, quando il reporter della CNN, Brian Barger, rivelò una storia, in detta catena televisiva, dove affermava, secondo le sue fonti, che i Contras erano coinvolti nel narcotraffico.

Il 20 gennaio 1987, Joel Brinkley in un lavoro speciale per The New York Times intitolato "Gli equipaggi delle armi dei Contras dicono che contrabbandano droga", affermò: "Investigatori antidroga federali rivelarono prove, l'autunno scorso, che gli equipaggi americani che trasportano, in segreto, armi per i ribelli nicaraguensi stavano contrabbandando cocaina ed altre droghe nei loro viaggi di ritorno negli USA, funzionari dell'Amministrazione dissero oggi che quando i membri degli equipaggi con base in El Salvador, conobbero che agenti della DEA stavano investigando sulle loro attività, uno di essi avvertì che avevano la protezione della Casa Bianca".

L'articolo del The New York Times anche citò un funzionario che dichiarò in maniera anonima: "l'allerta data da uno dei membri degli equipaggi, che avvenne dopo che la DEA perquisì la sua casa in San Salvador cercando droga, provocò una terribile agitazione in Ilopango".

Ma ci sono altri fatti che coinvolgono l'agente della CIA Félix Rodríguez, che era uno dei capi dell'operazione sul terreno, oltre ad essere chi aveva coordinato la fuga di Posada e la sua incorporazione nella operazione segreta. Rodríguez, per tutto questo tempo e, come già si sa, "parlava quasi giornalmente", dalla Base aerea di Ilopango, con l'ufficio dell'allora vicepresidente Bush.

Nel novembre del 1984, l'FBI arrestò il socio d'affari di Félix Rodríguez, Gerardo Latchinian, un conosciuto contrabbandiere internazionale di armi, che fu condannato per contrabbando di 10,3 milioni di $ in cocaina, i cui guadagni andavano destinati a finanziare un piano per assassinare l'allora presidente dell' Honduras, Roberto Suazo Córdova. Durante il processo, Latchinian dichiarò che era collegato con la CIA.

 

Ma uno dei momenti più rivelatori, in questo senso, accadde nelle udienze del sottocomitato senatoriale creato dal senatore Kerry, per investigare sulla connessione tra il narcotraffico e la rete di fornitura illegale ai Contras. Lì si produsse la testimonianza di Ramón Milián Rodríguez che era stato uno dei principali contabili del cartello di Medellin e fu condannato per il lavaggio di circa 1500 milioni di $ di denaro sporco.

Nel Congresso USA, Milián affermò: "Nel gennaio 1985, sostenni una riunione con Félix Rodríguez mentre stavo in libertà sotto garanzia durante il processo per delitti di droga, prima di questa riunione del 1985 io avevo acconsentito ad una richiesta di Félix Rodríguez e gli avevo canalizzato, in contanti, 10 milioni di $, provenienti dal traffico di cocaina con i Contras, con la speranza che la contribuzione provocasse un ammorbidimento da parte delle autorità nordamericane".

Benché apparentemente ci fosse qualcosa extra in questa transazione. In un'investigazione edita nel 2004, la pubblicazione
Miami New Times segnalò: "Milián dubitava che Rodríguez, di cuore, avesse gli stessi interessi del governo USA e che non si fosse mai intascato nulla dei guadagni".

Come dice questa stessa rivista: "Félix Rodríguez ammette che questa riunione ebbe luogo, ma insiste che si trattava solo di un'offerta del lavatore di denaro per aiutarlo a 'preparare una trappola' al governo del Nicaragua mediante un'operazione di cocaina".

Che bravo, cosicché la dichiarazione d'innocenza di Félix Rodríguez in relazione al narcotraffico è che l'usava solo per preparare false prove e trappole ad un governo straniero (il sandinista in Nicaragua) ma non nega che stava in contatto e comunicazione col Cartello di Medellin.

Nel 1988, Milián cede nella prova del rivelatore di bugie ed il senatore Kerry deve fare retromarcia. Ma i fatti, testardi, ricompaiono. Nel 1991, il cofondatore del Cartello di Medellin, Carlos Lehder, mentre era testimone del governo USA in un processo giudiziale, ammise che la "sua organizzazione aveva dato 10 milioni di $ ai Contras".

Il Miami New Times srisse: "Lehder, allora era un testimone federale che stava lavorando coi pubblici ministeri nordamericani, non aveva nessun motivo conosciuto per mentire".

E il decorato ex agente della DEA, Celerino Castillo III, tanto nella sua attestazione come nel libro che scrisse con il titolo Powderburns, aggiunge che: "Nel 1991, prima di uscire dalla DEA, mi riunii con l'agente dell'FBI, Mike Foster, investigatore dell'Ufficio del Pubblico Ministero Indipendente sul caso Iran-contras e lì io gli diedi tutte le informazioni dettagliate del coinvolgimento dei Contras nel traffico di droga. Questa è la lista degli incartamenti del caso della DEA ed i nomi degli individui che possono aiutare a provare le mie affermazioni:

Félix Vargas (CIA. El Salvador)

Colonello James Steele (capo del gruppo militare, El Salvador)

Félix Rodríguez (CIA, in Ilopango)

Manuel Brand, cubano americano ritirato (CIA, Guatemala)

(NR: per ragione di spazio menzioniamo solo pochi nomi di questa lista)

Inoltre Castillo III rivelò: "il capo della forza di ruolo della CIA sull'America Centrale attestò che rispetto al traffico di droga per le Forze della Resistenza, non sono alcune persone... sono molte persone".

 

Ma questo puzzle non si sarebbe completato se non quasi dopo una decade, quando nel 1996, il più volte premiato giornalista Gary Webb pubblicò sul giornale californiano San José Mercury News la sua famosa serie "L'Oscura Alleanza", in cui in maniera documentata ed usando relazioni declassificate della CIA, nastri audio,  video della vigilanza segreta della DEA e testimonianze in Corti Federali ed in sessioni congressuali, rivelò che:

"Per quasi una decade una rete di trafficanti di droga dell'area della baia di San Francisco vendette tonnellate di cocaina alle bande di strada di Los Angeles e canalizzò i milioni guadagnati dalla droga alla Contras nicaraguensi appoggiate dalla CIA".

"Rick 'freeway' Ross, ex capo di una delle reti di distribuzione di cocaina più grande di tutti gli USA che comprendeva California, Louisiana, Texas, Ohio, Missouri ed Indiana, detenuto e condannato, accettò di cooperare in cambio della riduzione della sua pena, confessando che comprò varie tonnellate di cocaina da Óscar Danilo Blandón".

 

Blandón, nicaraguense di famiglia somozista, membro della Contras e fondatore del FDN in California, apparentemente si dedicava alla lotta contro i sandinisti; tuttavia, nei documenti, della polizia della Contea di Los Angeles, sulla sua detenzione, si legge: "Blandón é a capo di una sofisticata organizzazione di contrabbando e distribuzione di cocaina che opera nel sud della California".

Ciò che non sapeva Rick Ross era che Blandón era al contempo un informatore della DEA; col risultato che nel processo dichiarò: "solo nel 1981, vendetti alla rete di Los Angeles, una tonnellata di cocaina, che al prezzo vigente, significava guadagni per 54 milioni di $".

Ma Blandón era un semplice trafficante di droga?

Sembra di no. In primo luogo, nel processo contro di lui, in una Corte Federale a San Diego, Blandón dichiarò: "l'uomo della CIA in Honduras ci spiegò 'che il fine giustificava i mezzi' e per questo motivo incominciammo a raccogliere denaro, per la Contras, in quella maniera".

Immediatamente, i pubblici ministeri federali ottennero un'ordinanza della Corte che impediva che gli avvocati della difesa di Blandón domandassero nel processo i suoi vincoli con la CIA.  "Non ci sarebbe nessun beneficio addizionale per l'accusato se si inquisisse sulla CIA", si legge testualmente nella decisione della Corte.

 

Blandón rivelò che il suo capo nell'operazione della vendita di cocaina era Juan Norwin Meneses Cantarero, un nicaraguense vicino alla famiglia Somoza e alla sua Guardia Nazionale che in quei momenti era consulente della direzione della Contras e che come ben segnala Gary Webb nella sua serie, appariva nei computer della DEA come "un importante contrabbandiere internazionale di droga che stava implicato in 45 differenti investigazioni federali".

Ma la testimonianza più rivelatrice sulle connessioni di Meneses venne dal suo intimo collaboratore ed aiutante, Enrique Miranda, che era stato il suo emissario davanti al cartello della droga della Colombia e che sotto giuramento, davanti ad un tribunale che lo giudicava, nel 1992, espresse: "Egli (Norwin Meneses) e suo fratello Luis Enrique finanziarono la rivoluzione Contras coi guadagni della cocaina che vendettero, essi si riunirono con ufficiali della Forza Aerea Salvadoregna, che con aeroplani volavano fino alla Colombia e di lì verso gli Stati Uniti, ad una Base della Forza Aerea in Texas".

 

E Gary Webb nella sua serie, del 1996 L'Alleanza Oscura, rivela di più: "Marcos Aguado fu uno dei piloti della Contras, inoltre fu capo dell'assistenza del subcapo della Forza Aerea Salvadoregna e marito della figlia di Edén Pastora.

"L'aiutante di Meneses, Enrique Miranda, testimoniò che Aguado usò aeroplani della Forza Aerea Salvadoregna per bombardare magazzini del cartello di Medellin agendo per conto del rivale cartello di Cali.

"Aguado fu identificato in una testimonianza congressuale, nel 1987, come un agente della CIA che aiutò i Contras ad ottenere armi, aeroplani e denaro da un importante trafficante di droga colombiano chiamato George Morales. Aguado ammise il suo ruolo in questo accordo in una dichiarazione registrata davanti al sottocomitato senatoriale quell'anno. Da parte sua Robert Owen, il postino di Oliver North, testimoniò che egli conosceva Aguado come un pilota Contras e disse che c'era preoccupazione sul suo coinvolgimento col traffico di droga".

 

Credo che in quel momento mancasse solo un piccolo dettaglio che successivamente fu segnalato da Gary Webb nella sua famosa investigazione: "Mentre volava per i Contras, Aguado stazionava nella Base aerea di Ilopango vicino alla capitale di El Salvador, San Salvador".

Proprio Blandón attestò: "Fosse quello che fosse, ciò che stavamo facendo in Los Angeles, i guadagni andavano per la rivoluzione Contras".

E Gary Webb concluse: "Il denaro contante che Rick Ross pagava per la cocaina, come mostrano i documenti della Corte, fu usato per comprare armi ed equipaggiamenti da destinare all'esercito guerrigliero chiamato Forza Democratica Nicaraguense (FDN) comunemente conosciuto come la Contras".

 

Tutto l'anteriore si conferma conoscendo i documenti dello Sceriffo della Contea di Los Angeles dove si legalizza la detenzione di Óscar Danilo Blandón. In essi può leggersi testualmente, esponendo il risultato delle investigazioni sviluppate che culminarono con l'arresto di questo: "Il denaro ottenuto con la vendita di cocaina era trasportato in Florida e lavato attraverso Orlando Murillo, che è un alto funzionario di una catena di banche nella Florida chiamata Government Securities Corporation. Da questa banca il denaro era filtrato ai ribelli Contras per comprare armi nella guerra in Nicaragua".

Gary Webb scoprì che questo Orlando Murillo era parente della moglie di Blandón e che il suo incarico era quello di vicepresidente di questa catena di banche che aveva la sua sede in Coral Gables, Miami. La catena fallì nel 1987 circondata da accuse di frode.

 

Lo scandalo che provocarono queste rivelazioni, nel 1996, fu significativo, perché i quartieri neri di Los Angeles erano stati devastati da un'ondata criminale come conseguenza dell'incremento accelerato del consumo di cocaina che causò centinaia di morti, feriti e delitti di ogni tipo. La congressista per il distretto di Watts, al quale appartengono questi quartieri, Maxine Waters, chiese ed ottenne un'investigazione della CIA per chiarire se era confermato che agenti dell'Agenzia avevano venduto droghe ai quartieri neri, in Los Angeles, per finanziare la guerra contro i sandinisti.

Già prima, nel 1988, si era realizzata un'investigazione, appena divulgata, della CIA. L' allora vicedirettore dell'Agenzia, Robert Gates, dopo tre giorni di investigazioni, informò che "tutte le affermazioni che la CIA, condonò o partecipò al traffico di narcotici, sono assolutamente false".

La nuova indagine si realizzò molto discretamente ed i suoi risultati furono comunicati dall'Ispettore Generale della CIA, Hitz, davanti al Comitato di Spionaggio del Senato. L'investigatore Robert Parry nel suo libro "Storia perduta, Contras, Cocaina, la Stampa e il Progetto Verità", riassume così quello che comunicò l'Ispettore Generale dell'Agenzia: "non solamente molti degli allegati di Webb erano veri ma in realtà aveva sottovalutato la serietà dei crimini della Contras e la droga, così come la conoscenza della CIA. Hitz riconobbe che i contrabbandieri di cocaina giocarono un precoce e significativo ruolo nel movimento Contras in Nicaragua e che la CIA intervenne, nel 1984, per bloccare un'indagine federale che minacciava la sua immagine su un traffico di droga, con sede in San Francisco, del quale si sospettavano i suoi vincoli con la Contras".

 

Dopo questa relazione, più la pressione della congressista della California Maxine Waters, il Comitato di Spionaggio della Camera di Rappresentanti si vide obbligato ad iniziare un dibattito sul tema. Il suo presidente convocò un'udienza che durò un'ora e davanti allo stupore di tutti pronunciò che "le affermazioni mancano di fondamento". C'è un fatto interessante, quel presidente del Comitato era il rappresentante per la Florida, Porter Goss, ex ufficiale della stazione della CIA contro Cuba e che anni più tardi diventerà Direttore dell'Agenzia per designazione di Bush figlio.

Ma, ritornando alla domanda iniziale, si produsse una gigantesca operazione di narcotraffico come parte dell'illegale operazione di rifornimento della Contras?

I fatti dicono di sì.

La sapeva l'allora vicepresidente?

 

Se il centro dell'operazione stava nella Base aerea di Ilopango, se lì stavano Félix Rodríguez e Posada Carriles, se Rodríguez parlava quasi giornalmente con l'ufficio del Vicepresidente, se si riunì in varie occasioni con Bush nel suo ufficio per discutere sull'operazione, sarebbe quasi umanamente impossibile che non parlassero o conoscessero questi gravissimi fatti.

Se come abbiamo visto perfino il postino personale di Oliver North dichiarò che si sapeva del narcotraffico e questo li preoccupava, allora:

Conobbero questo narcotraffico e fecero finta di nulla, che è un grave delitto federale, o fu pianificato e gestito dalla direzione di questa  operazione illegale?

In qualunque caso si commisero delitti molto gravi e nei due casi Félix Rodríguez, e per trasposizione Posada Carriles, sanno quello che successe in realtà.

Il decorato ex agente della DEA, Celerino Castillo III, ricorda che: "nel 1986 mi incontrai con l'allora vicepresidente Bush in una cerimonia d'accoglienza offerta dall'ambasciatore nordamericano in Guatemala; io gli dissi che qualcosa di strano stava succedendo in Ilopango, solo sorrise ed andò via".

Tanto Bush padre come Félix Rodríguez hanno dichiarato che niente di questo successe e tanto meno che essi fossero al corrente.

 

In un'intervista, del 2004, l'ex agente della DEA, Celerino Castillo III, realizzò la seguente valutazione: "l'unica ragione per la quale Félix Rodríguez non fu arrestato è perché egli sapeva dove erano sepolti tutti i cadaveri dell'operazione Iran-contras. Egli è sempre stato un terrorista così come Osama Bin Laden e tutti i terroristi che noi costruimmo nel passato".

Il sottocomitato senatoriale presieduto da John Kerry e che investigò questi fatti concluse, come scrisse il Miami New Times che: "il traffico fu galoppante negli sforzi dei ribelli".

La stessa pubblicazione, il
Miami New Times, opinò in un'investigazione divulgata nel 2004: "la storia chiaramente favorisce il lato di Kerry (si riferisce alle conclusioni dell'investigazione del suo sottocomitato) ed egli possibilmente sta sicuro in relazione ai 10 milioni in denaro del Cartello".

Nelle elezioni del 1988, George Bush padre fu eletto presidente degli Stati Uniti. Questi fatti non furono tema della campagna.

Félix Rodríguez e Luis Posada Carriles non furono mai né processati né disturbati legalmente per questi fatti.

Il decorato agente della DEA, Celerino Castillo III, fu licenziato da questa Agenzia.

Il giornalista Gary Webb fu licenziato dal San José Mercury News ed anni dopo fu trovato morto, in casa sua, con due colpi nel viso. Il giudizio ufficiale fu suicidio ma più di 7 pubblicazioni scritte o digitali hanno domandato se fu suicidio o assassinio.

 

E finisco domandandomi: saranno questi fatti parte dei segreti che possiedono i Posada, i Rodríguez e che garantiscono a loro l' impunità e più che impunità la loro complicità con l'attuale inquilino della Casa Bianca?

Se questo scandalo fosse scoperto, avrebbe prodotto nella cupola dell'impero gli effetti che, si dice, provocherebbe il Vaso di Pandora nel caso si aprisse.

Qui ho tentato di presentare i fatti. Ora, amico, rimetto a lei le proprie conclusioni.