3 luglio 2006 - www.granma.cu

 


 Il silenzio

degli agnellini

 

Omaggio alle vittime cubane del terrorismo

 

Si suppone che negli Stati Uniti sia in vigore la chiamata Dottrina Bush della lotta al terrorismo.

Tuttavia, due temi relazionati con la Dottrina Bush non hanno trovato spazio nei grandi mezzi di comunicazione:

1. ci sono più funzionari nell'OFAC (Ufficio federale incaricato di controllare le attività straniere), con la missione d'implementare il blocco contro Cuba di quelli destinati a seguire le finanze di Osama Bin Laden.

2. che a Miami un "rispettabile" ex dirigente della FNCA, la stessa che tanto denaro ha donato alle campagne elettorali di Reagan, Bush padre e figlio e di altri congressisti, ha appena denunciato il nome di compagnie, i conti bancari, etc che si crearono o usarono per realizzare azioni che il codice penale USA definisce come atto terroristico.

Sembra che la denuncia di "Toñín" Llama non rientri nei parametri di quello che è una notizia come si insegna nelle scuole di giornalismo di questa nazione.

Questo può avere differenti cause.

Per esempio, la settimana in cui si scoprì lo scandalo, un programma del canale 41 di Miami annunciò che, dal giorno dopo, ci sarebbe stato in questo spazio "di altezza" e con permanenti "rivelazioni esclusive", José Antonio Llama.

Ma qualcosa é accaduto.

Secondo il programma radiofonico Radio Miami - che si trasmette dall'emittente Union Radio di detta città - del passato 27 giugno, nella sua sezione El Duende,  diretta dal veterano giornalista cubano Max Lesnik,  spiegava:


"Il conduttore del programma televisivo A Mano Limpia, il dominicano Óscar Haza, aveva promesso ai suoi ascoltatori, la settimana scorsa, che avrebbe dato uno spazio nel suo show su Canale 41 a José Antonio Llama, affinché facesse i suoi allegati accusatori davanti alle telecamere della televisione."

Ma su questo caso, il giornalista Haza, non è tornato a dire più nulla.

Come dissero a El Duendo, fu fatta pressione sull'impresa Canale 41 proprio da Jorge Mas Santos, dicendo che se davano l'opportunità a Llama di dire tutto quello che sapeva, ciò sarebbe stato, secondo le parole che si impiegarono, "fare il gioco di Castro."

Al dominicano Haza non gli è rimasto altro rimedio che mettersi un pitale senza manico sulla sua testa.

Che cosa fece il signore Llama quando scoprì che "il guardiano della Grotta di Ali Babá", (forma in cui, nella sua denuncia, si riferì a Jorge Mas Santos ) era riuscito a sopprimere la libertà di espressione del citato "programma di altezza e con rivelazioni esclusive"?

Andò dal programma rivale dove ha riaffermato tutto quello che aveva già denunciato e ha ripetuto che ha le prove di tutto quanto afferma.

Parallelamente che successe nel quotidiano ufficiale dell'establishment di Miami?

Tanto El Nuevo Herald come The Miami Herald pubblicarono un reportage, il giorno dopo l'esplosione lo scandalo, benché con alcune curiose omissioni.

In un'analisi realizzata dal programma radio Progreso Semanal, diretto da Francisco González Aruca a Miami, si spiega quanto occorso: "Entrambi i giornali decidono di pubblicarlo sulla prima pagina senza usare le sigle 'FNCA' o la parola 'Fondazione' nel titolo."

I titoli usati furono ne El Nuevo Herald: "Rivelano un piano per attentare a Castro" e in The Miami Herald, nella prima pagina dello stesso giorno, "Abbiamo ordito attacchi contro Cuba, dice esiliato."

Ed una curiosità: é ormai noto che il quotidiano ufficiale dell'establishment di Miami, "conservò" questa informazione per mesi. Il citato programma radio Progreso Semanal commentò come, magari per vergogna, si omise questo tema nell'articolo in inglese:

"El Nuevo (Herald) dice che ha ricevuto una smentita dalla FNCA nel novembre dell'anno scorso con l'avvertenza che sarebbe stato "sommamente irresponsabile" pubblicare le affermazioni di Llama; ma The Herald omette la data. Perché? Affinché i suoi lettori non verificassero che El Nuevo nascose la notizia per sette mesi?"

Perché intimorisce tanto, a chiunque in Miami, una "avvertenza" della FNCA?

Magari per la storia. Miami è la città, negli USA, dove più bombe ed atti violenti sono stati commessi contro i mezzi stampa. Proprio l'Herald fu vittima, agli inizi della decade del novanta del secolo scorso, di questi metodi da parte del... la FNCA diretta da Jorge Mas Canosa.

Non per gusto, un produttore televisivo e giornalista riconobbe sull'organo ufficiale di Miami che "uno scandalo, a mezza voce, percorre Miami."

Certo, ma difficile da capire, come sia possibile che nell'epoca della Dottrina Bush di lotta al terrorismo, qualcosa di tanto terroristico come creare un gruppo paramilitare segreto che compra lance armate, aeroplani teleguidati ed esplosivi, per attacchi contro un governo straniero, e decida di assassinare dirigenti di detta nazione, bussi alla stampa "a mezza voce", malgrado si riconosca che è tutto uno "scandalo"?

Sarà per paura del gruppo paramilitare? Per la storia di bombe ed assassini politici della città? Per denaro? Per quale ragione?

Quello che ha ricevuto spazio e tempo fu il famoso complotto di una supposta cellula clandestina terrorista, ubicata in un quartiere nero di Miami, che si dice voleva abbattere le torri Sears a Chicago, cellula che giurò lealtà terroristica ad un agente dell'FBI e che pare, diretti da questo, pianificarono alcune azioni.

Ma il fatto, ideale per deviare l'attenzione da diverse complicazioni, ha preso una nuova piega quando gli avvocati ed attivisti che stanno rappresentando gli accusati in questo nuovo caso hanno incominciato a far paragoni.

Max Rameau, uno di questi attivisti, in una conferenza stampa realizzata il passato giovedì, ha affermato:

"Lo stesso giorno in cui questi uomini furono fermati, il signore Llama confessò alla stampa che direttori della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) avevano comprato armi, elicotteri ed esplosivi per attentare ad un paese sovrano... non c'è spiegazione perché in questa comunità siano in libertà persone che hanno confessato di promuovere atti terroristici."

"... ma ad una persona che ha confessato che comprò elicotteri, armi automatiche ed imbarcazioni per uso terroristico non gli fanno niente, sta in libertà'' aggiunse l'avvocato Jack Liberman, della filiale floridana dell'organizzazione Peace and Justice.

Finalmente, incominciano ad apparire preoccupanti indizi che lo scandalo delle rivelazioni di José Antonio Llama possa finire con la sparizione di questo dalla scena pubblica, per una causa o per l'altra.

Nella menzionata sezione El Duende, del programma Radio Miami del passato giovedì 29, conteneva questi indizi: "Lo stato di salute di José Antonio Llama è preoccupante e la sua famiglia teme il peggio. L'uomo è dissestato economicamente, malato di nervi, con un serio problema cardiaco e secondo i suoi amici, sull'orlo di togliersi la vita."

Allo stesso tempo, abbiamo conosciuto che si parla già di una "quantità di denaro di cinque numeri" che potrebbe tranquillizzare Llama e permettergli di realizzare transazioni economiche legali che allevierebbero la sua situazione. Non deve dimenticarsi che Toñín Llama è un terrorista convinto e che la sua unica motivazione per realizzare questa denuncia fu l'essersi rovinato come conseguenza della truffa di cui fu oggetto da parte del gruppo paramilitare della FNCA.

Questo terrorista ex dirigente della FNCA e del suo esclusivo gruppo paramilitare, conoscendo quest'ultimo e la sua gente, ha preso alcune cautele; nell'edizione dello spazio Radio Miami del passato giovedì 29 si rivelava che: "La valigia con le prove della sua denuncia, Llama la porta con sé dovunque vada. Ma come misura precauzionale ha un'altra valigetta coi documenti originali che è molto bene conservata in un posto sicuro."

La faccenda può complicarsi in varie direzioni. Né tutti hanno parlato dell'affare Llama e del terrorismo della FNCA né quelli che hanno parlato hanno detto tutto.

In sintesi, la cosa essenziale è che, apparentemente, la Dottrina Bush non è concepita per il terrorismo dei cubani a Miami.

Per questo il mio consiglio è di stare ben attenti e di trarre le proprie conclusioni.