Chavez ordina jet russi per

 

una possibile lotta contro

 

il "capitalismo selvaggio"

 

 

 | 18 maggio 2006 |Pravda.ru|

//english.pravda.ru/world/americas/80555-venezuela-0 (traduzione russo-inglese J. Platt)

 

Il Venezuela intende ‘dare un nuovo impulso’ al dialogo con la Russia acquistando alcuni jet da combattimento Su-35, che andrebbero a sostituire due dozzine di F-16 americani. E’ stato riferito da Alberto Muller, generale di Stato Maggiore del Venezuela, consulente militare del presidente del paese Hugo Chavez (egli stesso colonnello delle forze aeree d’assalto).

 

Il generale Muller ha definito l’Su-35 "il miglior caccia multiruolo nel mondo" e, per quanto concerne gli F-16 americani, ha consigliato il presidente Chavez di donarli a Cuba o"venderli all’Iran, per esempio, come parti di ricambio". In replica il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha ricordato che nei contratti base, incluso quello con il Venezuela, è concordata la condizione che "è vietato passare tecnologia militare prodotta dagli Stati Uniti ad un paese terzo" senza la concessione degli americani stessi (Secondo esperti occidentali, l'Aeronautica militare del Venezuela ha 277 aeroplani, dei quali 177 prodotti negli Stati Uniti).

 

Comunque Caracas pensa di essere svincolata dall'adempiere a questo impegno, dal momento che il 15 maggio gli Stati Uniti hanno rifiutato di fornire aiuto militare e di fare alcune consegne militari al Venezuela, che includevano parti di ricambio per gli F-16 prodotti negli anni ottanta. Washington ha spiegato il suo comportamento con la "mancanza della piena cooperazione" di Caracas nella lotta contro il terrorismo. Il Venezuela ha replicato con la promessa "di rafforzare i propri legami con Cuba, Iran e Nord Corea".

 

Chavez cominciò a destare grande irritazione alla Casa Bianca immediatamente dopo aver assunto l’incarico in Venezuela (che è il quinto maggior esportatore di petrolio e gas nel mondo- di cui la maggior parte, all’inizio del 1999, veniva consegnata agli US). Il colonnello è andato al potere in seguito a libere elezioni, vinte con la parola d’ordine di voler riorganizzare equamente la società e di non accettare "la globalizzazione che gli US impongono al resto del mondo".

 

I programmi sociali su larga scala diretti agli strati poveri della popolazione (che in Venezuela, con 24milioni di persone, costituiscono la maggioranza) hanno determinato le vittorie di Chavez nelle susseguenti elezioni (le presidenziali del 2000 e il referendum "della fiducia", su scala nazionale nel 2004).

 

Nel 2003, dopo l'invasione dell’Iraq da parte degli US, Chavez definì Bush "un altro Hitler" e" il terrorista più pericoloso nel mondo", e chiamò gli Stati Uniti" l'impero del male con colossali opportunità di danneggiare gli altri paesi"…gli US prima accusarono Chavez di irresponsabile populismo, poi di tendenze dittatoriali, dopo che nella primavera 2005 il Venezuela concluse accordi con la Russia, acquistando 100mila AK-103; 104 mitragliatrici e dozzine di elicotteri. Mosca deviò il disappunto degli US sostenendo la completa legalità delle operazioni, non essendo il Venezuela sottoposto ad alcuna sanzione internazionale. Inoltre, la Russia fece allusione a Brasile e Spagna che stavano consegnando al Venezuela navi da perlustrazione e aerei cargo.

 

Nel febbraio di quest’anno il Segretario di Stato Condoleezza Rice, definendo Chavez "una delle più grandi minacce alla democrazia in America Latina", ordì la creazione di un "fronte unito" contro di lui. A quel punto Chavez affermò che "100mila Kalashnikov russi non basteranno, se vogliamo creare una milizia popolare costituita da un milione uomini e donne bene armati" minacciando di far saltare le compagnie petrolifere in caso di un "attacco dell’imperialismo US", definendo questo piano d’azione una "risposta asimmetrica alla macchina militare di Bush".

 

Dalla fine di aprile gli US si sono invece trovati ad affrontare la sgradevole prospettiva di dover trattare con un "fronte unito" di un genere completamente diverso. Chavez, il leader cubano Fidel Castro ed il nuovo presidente di sinistra della Bolivia Evo Morales hanno firmato all’Avana un patto intitolato "Alternativa Bolivariana per le Americhe"(in riferimento a  Simon Bolivar, che nel IXX secolo capeggiò il movimento di liberazione dei latinoamericani contro l’occupazione spagnola).

 

Il trattato è stato presentato come un accordo commerciale ma, subito dopo il vertice dell’Avana, Morales ha nazionalizzato in Bolivia le compagnie multinazionali di gas e di petrolio. E Chavez, apprendendo dell'introduzione di un embargo delle armi dagli Stati Uniti, ha parlato esplicitamente della formazione di un "forte blocco di sinistra" in America Latina, con lo scopo di "costruire il socialismo bolivariano del XXI secolo, che potrebbe mettere fine al capitalismo selvaggio e salvare il mondo." Il  leader 51enne del Venezuela non esclude la possibilità che i governi di sinistra dell'Argentina, del Brasile (il maggior paese del continente) e possibilmente del Cile, possano lavorare verso la nuova organizzazione.

 

Traduzione dall’inglese Bf, per resistenze.org