Smobilitati colombiani fomentano violenza in Venezuela
8 aprile 2006 (PL) |
Il
processo di smobilitazione dei paramilitari colombiani provoca in Venezuela
un'imprevista sequela di atti criminali che colpisce la sicurezza di una
società commossa per i recenti casi di sequestro ed assassinio.
Almeno 590 paramilitari, del disarticolato Fronte Catatumbo, attraversarono la
frontiera per stabilirsi soprattutto in stati vicini alla Colombia, secondo
rivelazioni della deputata Iris Varela.
La legislatrice del “Movimiento V República” (MVR), per lo stato confinante di
Táchira, ha rivelato i dati in una riunione plenaria dell'Assemblea
Nazionale (parlamento unicamerale) occupata ad analizzare il tema della
violenza.
Nello stesso momento il pubblico ministero generale della Repubblica, Isaías
Rodríguez - una delle sue guardia del corpo é stata assassinata recentemente -
ha rivelato che esistono prove di piani per attentare alla sua vita.
Rodríguez ha precisato che secondo investigazioni “dalla Colombia sono entrate
nel paese persone con questo proposito” cosa che ha portato perfino a prendere
misure estreme di sicurezza.
Il funzionario ha aggiunto che persone con accento venezuelano, secondo
conversazioni telefoniche, potrebbero essere implicate in un recente
quadruplice sequestro ed assassinio che é costato la vita a tre minorenni ed
al loro autista.
Secondo il presidente dell'Assemblea Nazionale, Nicolás Maduro,
l'infiltrazione dei paramilitari colombiani potrebbe non essere un
fenomeno spontaneo bensì parte di un piano per destabilizzare il governo del
presidente Hugo Chávez.
Esperti locali hanno, da qualche tempo, richiamato l'attenzione
sull'esistenza di un'industria del sequestro, fenomeno che non esisteva nel
paese e che si è diffuso dagli stati confinanti.
Apparentemente si tratta di persone che hanno fatto della violenza il loro
modo di vita e che una volta utilizzate le risorse economiche consegnate per
la loro smobilitazione, tornano ad impiegarsi come sicari o a realizzare altre
attività violente.
Secondo Varela, questi elementi hanno un peso importante nella "moda" dei
sequestri, del “vaccino” (estorsione), della minaccia e del terrore nello
stato di Táchira ed in altre regioni del paese.
Secondo il deputato Óscar Figueras, del Partito Comunista, esiste una sequenza
del paramilitarismo colombiano in Venezuela: inizialmente si collega con la
delinquenza locale e settori polizieschi corrotti e solo dopo comincia ad
operare. Questo spiega, secondo Figueras, casi di sequestro, crimini con uso
di sicari o estorsioni in cui i delinquenti locali operano insieme ai
colombiani che si caratterizzano per assassini spietati.
Secondo i mezzi di stampa, l'impresario italo-venezuelano Filippo Sindoni,
anch'egli rapito ed assassinato recentemente, ha ricevuto in precedenza una
domanda di “vaccino” da un gruppo armato irregolare.
Una fonte che sollecitò l'anonimato, per ragioni di sicurezza, indicò che
Sindoni supponeva si trattasse di un gruppo proveniente dalla Colombia
contrattato da imprenditori opposti a Chávez.
Ig/as/ml