Il Venezuela si prepara a
fare una "guerra di resistenza" nell'ipotesi di un attacco da parte degli
Stati Uniti. Lo ha detto il presidente Hugo Chavez in una conferenza stampa a
Quito, capitale dell'Ecuador, dove si è recato per siglare con il presidente
Alfredo Palacio due accordi nel settore petrolifero.
"Che non ci provochino, non vogliamo la guerra" ha chiarito Chavez,
aggiungendo poi che gli americani non devono avere "il minimo dubbio che
assaporeranno la polvere della sconfitta, così come accaduto in Vietnam e come
sta succedendo in Iraq". Dicendosi convinto che altri popoli latinoamericani
si schiereranno in difesa del Venezuela, il presidente ha poi affermato che un
eventuale attacco di Washington "non dipende da noi, perchè il governo Usa non
agisce in modo razionale".
Chavez ha poi chiarito il suo "piano" per la guerra di resistenza: nei
prossimi giorni arriveranno i primi 30mila kalashnikov acquistati da Caracas,
del modello dotato di dispositivo per la visione notturna e in seguito verrà
aperta una fabbrica di questi fucili nonostante gli Usa, ha sostenuto, abbiano
fatto pressioni sulla Russia per impedirlo. Nuovi radar, ha poi annunciato
Chavez, arriveranno invece dalla Cina che fornirà anche un satellite che verrà
utilizzato dai venezuelani.
I due accordi siglati con Palacio riguardano la cooperazione tecnica e la
raffinazione del greggio ecuadoriano in Venezuela, dai 40mila ai 100mila
barili al giorno al prezzo di costo.
Quindici giorni fa Quito aveva dichiarato scaduto il contratto con la
compagnia petrolifera Usa Occidental dopo l'approvazione, tre settimane fa, di
una nuova legge sugli idrocarburi che prevede una rinegoziazione dei contratti
con maggiori benefici per lo Stato del'Ecuador.
(swissinfo)