La strategia
d’intervento per tappe:
Già, il 4 aprile, la portaerei della Classe Nimitz USS George Washington,
(GW), salpava dalla sua base, nella stazione navale di Norfolk, negli USA e si
dirigeva a Miami dove si trova il Comando Sud, per così dare inizio alle
massicce manovre militari di “provocazione” nei Caraibi, denominate,
“"Partnership of the Americas".
Suppostamente,
la monumentale congiunta esercitazione aero-navale, è disegnata per
rinforzare le relazioni e dare mostra di “buona volontà” fra gli USA e i suoi
alleati, e migliorare le abilità e i preparativi operazionali delle grandi
unità e dei soldati per affrontare le contingenze regionali in operazioni
militari. Ciò è stato affermato dal Viceammiraglio Mark Fitzgerald, Comandante
della 2da Flotta degli Stati Uniti.
Ricordiamo anche gli strumenti di “buona volontà”, che Bush invia sulle coste
dei Caraibi e specialmente sulle coste del Venezuela; il GW (a base d’energia
nucleare) con più di 100 aeronavi da combattimento, la Crociera Monterrey, il
Distruttore Stout e la Fregata missilistica Underwood, senza contare le navi
da guerra, 2 possibili sottomarini nucleari, e più di 6500 marine, la cui
missione è la distruzione delle forze nemiche.
Le maggiori minacce in America Latina si scrivono nell’altissima
disuguaglianza sociale, la povertà, la miseria, il narcotraffico e la
sovversione, pertanto, non capiamo in cosa sarebbero d’utilità tutti questi
grandi miscugli d’acciai navali, né gli aerei ed elicotteri di combattimento,
né missili e molto meno le forze speciali d’assalto (marine). Allora, ci
domandiamo: Quale è la buona volontà con i nostri popoli? Quale è il valore
aggiunto per le nostre forze armate? Come questa dimostrazione di forza
militare diminuirebbe la disuguaglianza sociale, il narcotraffico e la
povertà?
Abbiamo informazioni precise che la Fregata Missilistica Underwood, baserà le
proprie operazioni dalla Colombia e il Distruttore Stout ormeggiò a Curazao, e
da lì coordineranno le proprie operazioni. Sebbene, dopo l’incriminatorie
dichiarazioni del suo ministro di difesa, il Regno d’Olanda, sta rivedendo
meglio la sua partecipazione con Curazao. Verrà l’alba e vedremo.
Questi giganteschi esercizi militari devono analizzarsi dentro il contesto
d’una minaccia contro Chávez. Gli stessi analisti militari nordamericani, la
vedono così. Loren Thompson, dell’Istituto di Lexington (un carro armato
pensante del Pentagono), manifestò al giornale Virginian Pilot, che la
presenza d’una poderosa flotta nei Caraibi sarà interpretato come una sorte di
“cattivo segno” dai governi di Cuba e Venezuela. Lui, aggiunse; “ il fatto di
che stiamo facendo ciò adesso, sarà interpretato da Castro e Chávez come un
indicativo d’un certo piano degli USA o un’iniziativa, o come vogliamo
chiamarlo”.
Dei preparativi per
“l’Intervento”
1.a.- Il Generale Bantz Craddock ha attaccato in diverse occasioni il
governo del Presidente Hugo Chávez. Difatti, la decisione d’inviare questa
inusuale massiccia forza per una esercitazione nei Caraibi è stato annunciato
solo due settimane dopo che Craddock parlò davanti al Senato del Congresso del
suo paese. Lì lui accusò il governo del Venezuela di costituire un “fattore di
destabilizzazione”.
Addizionalmente, durante la sua visita in Uruguay, nel mese di giugno del
2005, Cradock segnalò che Cuba e Venezuela sono una cattiva influenza per
l’America Latina e che potenzialmente creano incertezza, perché Cuba è uno
stato totalitario e nel Venezuela, il processo democratico e le istituzioni,
si trovano a rischio. Gli USA si preoccupano, disse alla fine, mentre spingeva
le nazioni vicine della regione, perché si preoccupassero anch'esse.
Così, abbiamo potuto notare una minaccia nascosta molto bene d’intervento
contro il nostro paese, quando ha aggiunto: “l’aspetto militare è al fine di
creare condizioni che permettano altre soluzioni per lavorare, nell’economa,
in politica e nel sociale”.
1.b.- Agli inizi dell’anno (febbraio), il colonnello nordamericano, comandante
della Base di Manta in Ecuador, (un FOL-Forward Operation Location- o unità
avanzate di combattimento), manifestò alla stampa internazionale che loro non
hanno potuto compiere fino in fondo il loro lavoro di lotta antidroga nella
regione, dovuto alla poca cooperazione del Venezuela e all’ostruzione del
governo di Chávez alle operazioni che realizzano le organizzazioni
internazionali.
1.c.- Nel documento ufficiale, Strategia per la Sicurezza Nazionale 2006 degli
USA, diffuso di recente, l’Amministrazione Bush vede il Venezuela come un
obiettivo e segnala: “In Venezuela, un demagogo inondato dai soldi del
petrolio sta indebolendo la democrazia e cercando di destabilizzare la
regione”.
1.d.- La nuova "Theater Command Strategy", Visione Strategica del Comandante
di Teatro d’Operazioni del Comando Sud, stabilisce come uno dei suoi obiettivi
fondamentali, -fu reso pubblico di recente- missione numero sei (6); evitare
che “Stati Fuorilegge” appoggino le organizzazioni terroriste. Ed è da tutti
conosciuto, che in molte occasioni gli USA hanno accusato il Venezuela, senza
presentare delle prove, di proteggere ed appoggiare la guerriglia delle FARC.
Ugualmente alle FOL le vengono assegnate missioni che delineano il Venezuela.
Per esempio, la “Cooperative Security Locations", la quale è basata in Aruba e
Curazao, la FOL della base di Manta in Ecuador, in Salvador, tutte queste sono
piccole e altre più grandi come quella di Soto Cano in Honduras, Guantanamo a
Cuba e molte di più in Colombia, specialmente nella frontiera binazionale con
lo Stato Apure, hanno come missione principale, assicurare la libera
circolazione del flusso petroliero ed energetico verso il mercato
internazionale del nord e prevenire delle aggressioni.
1.e.- Il ministro della Difesa d’Olanda, Henk Kamp ha detto alla fine di
marzo, nel Congresso del suo paese, che Hugo Chávez studia per invadere una
delle sue isole nei Caraibi. Le isole d’Aruba, Curazao e Bonaire si trovano a
solo circa 50 km, di distanza dalle coste venezuelane. Il presidente Chávez ha
negato, con forza, questa pazza idea e ha detto che era una bugia per far
credere all’Europa che in Venezuela c’è un tiranno che ha piani per invadere i
paesi vicini.
Ma, il ministro della difesa dell'Olanda é stato smentito dal suo Cancelliere,
Ben Bot, che dall’Argentina, dove si trovava in una visita ufficiale, ha
affermato che “nulla indicava alcuna intenzione ostile da parte del Venezuela
sulle isole del regno d’Olanda”.
2.- Verso l’interno:
L’intervento, per adesso, potrebbe essere non-militare, però si possono creare
situazioni artificiali che aprano la strada a mezzo termine. Per esempio:
2.a.- "Ostacolare, confondere, disarticolare”, questi erano i grossi obiettivi
di ciò che esercitavano gli USA in un ricordato Counter Intelligence Programs,
COINTELPRO, che nel 1956, nel fragore della Guerra Fredda e dell’isteria
anticomunista, l’FBI e anche la CIA, iniziarono un’ampia serie d’operativi
segreti contro il movimento comunista negli Stati Uniti.
Gli operativi inclusero azioni tali come:
- Intercettazione di telefoni,
- Circolare lettere e altri documenti anonimi per istigare rivalità tra
dirigenti politici,
- Diffamare attraverso la circolazione di caricature e fumetti in giornali
locali,
- Infiltrare informatori e agenti provocatori,
- Esercitare pressione sui mezzi di comunicazione,
- Portare avanti sabotaggi e danni alla proprietà delle organizzazioni e
individui.
In quest’ordine d’idee abbiamo potuto notare:
2.a.1.- Promuovere la richiesta d'Autonomia dello Stato di Zulia, stato ricco
in petrolio e che è molto vicino ai suoi più fermi alleati dell’America del
Sud, Colombia. Uno scenario calcolato potrebbe essere la dichiarazione
unilaterale d’indipendenza dello stato Zulia e che il nuovo governo solleciti
l’intervento internazionale per garantire i diritti democratici del nuovo
stato-nazione, a cui potrebbe essere facilmente risposto con l’invio di caschi
azzurri per mantenere la pace, una "peacekeeping mission".
2.a.2.- Semina del “terrore”, “l’orrore” e l’incertezza tra la popolazione,
dando la sensazione d’isteria collettiva, tendente alla generazione
dell’anarchia e disubbidienza civile generalizzata.
Mai prima i venezuelani avevano sperimentato l’amaro sapore di presenziare
atti di condotta criminale atroci. Appaiono azioni criminose mai viste nel
modus operandi della cultura criminale del paese, per esempio, il crescente
numero d’omicidi e sequestri con crudeltà manifesta.
E’ il caso visto nell’azione contro i fratelli Faddoul, la morte del
giornalista Jorge Aguirre, l’apparizione di circa 100 paramilitari a Caracas,
il collocamento di bombe in posti pubblici (ambasciata della Colombia, Spagna,
Algeria, Centro di Convenzioni Teleport, etc) e il sabotaggio
economico-petrolifero. Tutto ciò porta a pensare che c’è un disgoverno totale
o che le autorità sono incompetenti a soddisfare le necessità della gente, e
pertanto, devono essere subito tolte dal potere.
2.a.3.- Implacabile pressione sulla psiche della gente, attraverso i mezzi di
comunicazione per ostacolare, confondere, disarticolare.
Certamente il governo di George Bush è seriamente preoccupato dall’impatto che
la rivoluzione Bolivariana ha avuto nel resto dell’America Latina. Sveglia
speranze nelle masse umili dei lavoratori e dei contadini in tutti il
continente, e ci dice, che è possibile mettere a prova le politiche imposte
dall’Imperialismo di Washington. E Bush, è sul punto di mettere la parola fine
a tutto ciò. E’ per questo che desidera inviare un forte messaggio e una sfida
al popolo e al governo del Venezuela.
*M.Sc. in Scienze e
Arti Militari/Pianificazione Strategica
Presidente del Fronte Civico-Militare Bolivariano, Venezuela