Manovre nei Caraibi:

 

una minaccia e un’azione concreta contro

Chávez e per un futuro intervento militare
 

 

Héctor Herrera Jiménez* | 20 maggio 2006 |

 

La strategia d’intervento per tappe:

Già, il 4 aprile, la portaerei della Classe Nimitz USS George Washington, (GW), salpava dalla sua base, nella stazione navale di Norfolk, negli USA e si dirigeva a Miami dove si trova il Comando Sud, per così dare inizio alle massicce manovre militari di “provocazione” nei Caraibi, denominate, “"Partnership of the Americas".

Suppostamente, la monumentale congiunta  esercitazione aero-navale, è disegnata per rinforzare le relazioni e dare mostra di “buona volontà” fra gli USA e i suoi alleati, e migliorare le abilità e i preparativi operazionali delle grandi unità e dei soldati per affrontare le contingenze regionali in operazioni militari. Ciò è stato affermato dal Viceammiraglio Mark Fitzgerald, Comandante della 2da Flotta degli Stati Uniti.

Ricordiamo anche gli strumenti di “buona volontà”, che Bush invia sulle coste dei Caraibi e specialmente sulle coste del Venezuela; il GW (a base d’energia nucleare) con più di 100 aeronavi da combattimento, la Crociera Monterrey, il Distruttore Stout e la Fregata missilistica Underwood, senza contare le navi da guerra, 2 possibili sottomarini nucleari, e più di 6500 marine, la cui missione è la distruzione delle forze nemiche.

Le maggiori minacce in America Latina si scrivono nell’altissima disuguaglianza sociale, la povertà, la miseria, il narcotraffico e la sovversione, pertanto, non capiamo in cosa sarebbero d’utilità tutti questi grandi miscugli d’acciai navali, né gli aerei ed elicotteri di combattimento, né missili e molto meno le forze speciali d’assalto (marine). Allora, ci domandiamo: Quale è la buona volontà con i nostri popoli? Quale è il valore aggiunto per le nostre forze armate? Come questa dimostrazione di forza militare diminuirebbe la disuguaglianza sociale, il narcotraffico e la povertà?

Abbiamo informazioni precise che la Fregata Missilistica Underwood, baserà le proprie operazioni dalla Colombia e il Distruttore Stout ormeggiò a Curazao, e da lì coordineranno le proprie operazioni. Sebbene, dopo l’incriminatorie dichiarazioni del suo ministro di difesa, il Regno d’Olanda, sta rivedendo meglio la sua partecipazione con Curazao. Verrà l’alba e vedremo.

Questi giganteschi esercizi militari devono analizzarsi dentro il contesto d’una minaccia contro Chávez. Gli stessi analisti militari nordamericani, la vedono così. Loren Thompson, dell’Istituto di Lexington (un carro armato pensante del Pentagono), manifestò al giornale Virginian Pilot, che la presenza d’una poderosa flotta nei Caraibi sarà interpretato come una sorte di “cattivo segno” dai governi di Cuba e Venezuela. Lui, aggiunse; “ il fatto di che stiamo facendo ciò adesso, sarà interpretato da Castro e Chávez come un indicativo d’un certo piano degli USA o un’iniziativa, o come vogliamo chiamarlo”.

Dei preparativi per “l’Intervento”

1.a.- Il Generale Bantz Craddock ha attaccato in diverse occasioni il governo del Presidente Hugo Chávez. Difatti, la decisione d’inviare questa inusuale massiccia forza per una esercitazione nei Caraibi è stato annunciato solo due settimane dopo che Craddock parlò davanti al Senato del Congresso del suo paese. Lì lui accusò il governo del Venezuela di costituire un “fattore di destabilizzazione”.

Addizionalmente, durante la sua visita in Uruguay, nel mese di giugno del 2005, Cradock segnalò che Cuba e Venezuela sono una cattiva influenza per l’America Latina e che potenzialmente creano incertezza, perché Cuba è uno stato totalitario e nel Venezuela, il processo democratico e le istituzioni, si trovano a rischio. Gli USA si preoccupano, disse alla fine, mentre spingeva le nazioni vicine della regione, perché si preoccupassero anch'esse.

Così, abbiamo potuto notare una minaccia nascosta molto bene d’intervento contro il nostro paese, quando ha aggiunto: “l’aspetto militare è al fine di creare condizioni che permettano altre soluzioni per lavorare, nell’economa, in politica e nel sociale”.

1.b.- Agli inizi dell’anno (febbraio), il colonnello nordamericano, comandante della Base di Manta in Ecuador, (un FOL-Forward Operation Location- o unità avanzate di combattimento), manifestò alla stampa internazionale che loro non hanno potuto compiere fino in fondo il loro lavoro di lotta antidroga nella regione, dovuto alla poca cooperazione del Venezuela e all’ostruzione del governo di Chávez alle operazioni che realizzano le organizzazioni internazionali.

1.c.- Nel documento ufficiale, Strategia per la Sicurezza Nazionale 2006 degli USA, diffuso di recente, l’Amministrazione Bush vede il Venezuela come un obiettivo e segnala: “In Venezuela, un demagogo inondato dai soldi del petrolio sta indebolendo la democrazia e cercando di destabilizzare la regione”.

1.d.- La nuova "Theater Command Strategy", Visione Strategica del Comandante di Teatro d’Operazioni del Comando Sud, stabilisce come uno dei suoi obiettivi fondamentali, -fu reso pubblico di recente- missione numero sei (6); evitare che “Stati Fuorilegge” appoggino le organizzazioni terroriste. Ed è da tutti conosciuto, che in molte occasioni gli USA hanno accusato il Venezuela, senza presentare delle prove, di proteggere ed appoggiare la guerriglia delle FARC.

Ugualmente alle FOL le vengono assegnate missioni che delineano il Venezuela. Per esempio, la “Cooperative Security Locations", la quale è basata in Aruba e Curazao, la FOL della base di Manta in Ecuador, in Salvador, tutte queste sono piccole e altre più grandi come quella di Soto Cano in Honduras, Guantanamo a Cuba e molte di più in Colombia, specialmente nella frontiera binazionale con lo Stato Apure, hanno come missione principale, assicurare la libera circolazione del flusso petroliero ed energetico verso il mercato internazionale del nord e prevenire delle aggressioni.

1.e.- Il ministro della Difesa d’Olanda, Henk Kamp ha detto alla fine di marzo, nel Congresso del suo paese, che Hugo Chávez studia per invadere una delle sue isole nei Caraibi. Le isole d’Aruba, Curazao e Bonaire si trovano a solo circa 50 km, di distanza dalle coste venezuelane. Il presidente Chávez ha negato, con forza, questa pazza idea e ha detto che era una bugia per far credere all’Europa che in Venezuela c’è un tiranno che ha piani per invadere i paesi vicini.

Ma, il ministro della difesa dell'Olanda é stato smentito dal suo Cancelliere, Ben Bot, che dall’Argentina, dove si trovava in una visita ufficiale, ha affermato che “nulla indicava alcuna intenzione ostile da parte del Venezuela sulle isole del regno d’Olanda”.



2.- Verso l’interno:

L’intervento, per adesso, potrebbe essere non-militare, però si possono creare situazioni artificiali che aprano la strada a mezzo termine. Per esempio:

2.a.- "Ostacolare, confondere, disarticolare”, questi erano i grossi obiettivi di ciò che esercitavano gli USA in un ricordato Counter Intelligence Programs, COINTELPRO, che nel 1956, nel fragore della Guerra Fredda e dell’isteria anticomunista, l’FBI e anche la CIA, iniziarono un’ampia serie d’operativi segreti contro il movimento comunista negli Stati Uniti.

Gli operativi inclusero azioni tali come:

- Intercettazione di telefoni,

- Circolare lettere e altri documenti anonimi per istigare rivalità tra dirigenti politici,

- Diffamare attraverso la circolazione di caricature e fumetti in giornali locali,

- Infiltrare informatori e agenti provocatori,

- Esercitare pressione sui mezzi di comunicazione,

- Portare avanti sabotaggi e danni alla proprietà delle organizzazioni e individui.

In quest’ordine d’idee abbiamo potuto notare:

2.a.1.- Promuovere la richiesta d'Autonomia dello Stato di Zulia, stato ricco in petrolio e che è molto vicino ai suoi più fermi alleati dell’America del Sud, Colombia. Uno scenario calcolato potrebbe essere la dichiarazione unilaterale d’indipendenza dello stato Zulia e che il nuovo governo solleciti l’intervento internazionale per garantire i diritti democratici del nuovo stato-nazione, a cui potrebbe essere facilmente risposto con l’invio di caschi azzurri per mantenere la pace, una "peacekeeping mission".

2.a.2.- Semina del “terrore”, “l’orrore” e l’incertezza tra la popolazione, dando la sensazione d’isteria collettiva, tendente alla generazione dell’anarchia e disubbidienza civile generalizzata.

Mai prima i venezuelani avevano sperimentato l’amaro sapore di presenziare atti di condotta criminale atroci. Appaiono azioni criminose mai viste nel modus operandi della cultura criminale del paese, per esempio, il crescente numero d’omicidi e sequestri con crudeltà manifesta.

E’ il caso visto nell’azione contro i fratelli Faddoul, la morte del giornalista Jorge Aguirre, l’apparizione di circa 100 paramilitari a Caracas, il collocamento di bombe in posti pubblici (ambasciata della Colombia, Spagna, Algeria, Centro di Convenzioni Teleport, etc) e il sabotaggio economico-petrolifero. Tutto ciò porta a pensare che c’è un disgoverno totale o che le autorità sono incompetenti a soddisfare le necessità della gente, e pertanto, devono essere subito tolte  dal potere.

2.a.3.- Implacabile pressione sulla psiche della gente, attraverso i mezzi di comunicazione per ostacolare, confondere, disarticolare.

Certamente il governo di George Bush è seriamente preoccupato dall’impatto che la rivoluzione Bolivariana ha avuto nel resto dell’America Latina. Sveglia speranze nelle masse umili dei lavoratori e dei contadini in tutti il continente, e ci dice, che è possibile mettere a prova le politiche imposte dall’Imperialismo di Washington. E Bush, è sul punto di mettere la parola fine a tutto ciò. E’ per questo che desidera inviare un forte messaggio e una sfida al popolo e al governo del Venezuela.
 


*M.Sc. in Scienze e Arti Militari/Pianificazione Strategica
Presidente del Fronte Civico-Militare Bolivariano, Venezuela