Se verrą approvata la proposta di legge in discussione al congresso di
Caracas sulla cooperazione internazionale ''non ci saranno pił Ong in
Venezuela'', ma potranno operare solo organizzazioni e gruppi
''autorizzati dal governo'' di Hugo Chavez.
Lo afferma al quotidiano britannico 'Times' Liliana Ortega, direttrice del
Cofavic, l'organizzazione non governativa in difesa dei diritti umani.
C'e' profonda preoccupazione nelle ambasciate dei Paesi della UE riguardo
a questa proposta di legge che potrebbe mettere in crisi tutto un sistema
collaudato da anni che ha trasformato molto delle ONG in avanguardie della
colonizzazione economica e culturale o addirittura in agenzie di
spionaggio per conto dei governi e delle multinazionali.
Per adesso, dice il Times, i governi europei sono cauti, perchč ogni
obiezione potrebbe essere letta come una interferenza nelle questioni
interne del Venezuela che, lo ricordiamo, va alle urne per le
presidenziali il prossimo 3 dicembre.
Secondo il governo di Caracas, la proposta di legge e' necessaria per
porre un freno alle ingerenze degli Stati Uniti in Venezuela. In numerosi
paesi le ONG sono state denunciate dai movimenti popolari e dalle
resistenze come longa manus dei governi occidentali che in molte occasioni
preparano il terreno per l'intervento militare, concedendo una immagine
"umanitaria" alle missioni neocoloniali.
L'anno scorso anche la Russia di Putin ha fortemente limitato il raggio
d'azione delle ONG dopo che alcune di queste avevano fornito appoggio ai
piani di destabilizzazione filo Nato nelle repubbliche ex sovietiche.