Condannato Ortega:

 fuggono i topi dalla barca

 di Ernesto J. Navarro* 10 febbraio 2006 (PL)  



Carlos OrtegaMartedì 13 dicembre 2005, non é stato per il Venezuela un giorno sfortunato; al contrario, un giorno di notizie importanti che sembrano offrire segni del risveglio della giustizia nazionale, dove quelli che hanno cercato di rompere il paese e lanciarci per una gola nei funesti giorni della “sciopero civico”, con l'intenzione di tirare fuori Chávez a pugni dalla presidenza, cominciano ad essere condannati a rimanere dove devono stare: la prigione.

Carlos Ortega, implicato nei fatti che provocarono lo sciopero petroliero del 2002-2003, é stato condannato dalla giudice Milagros Morales, ad una condanna a 15 anni, 11 mesi, cinque giorni e 20 ore, sotto le accuse di Ribellione Civile, Istigazione a delinquere e possesso di documentazione falsa.

Lui, insieme a Juan Fernández della denominata Gente del Petrolio (senza petrolio io direi) e Carlos Fernández, in quel momento presidente della centrale padronale, capeggiarono un'azione sovversiva contro il governo bolivariano che chiamarono “sciopero civico” e che costò al paese più di 10 mila milioni di dollari in perdita, morte di cittadini, scarsità di alimenti, disoccupazione e retrocessione dell'economia nazionale.

Il trio, durante quasi un mese, appariva in tv verso le 6 del pomeriggio per annunciare (come se fosse un trionfo) che più imprese chiudevano, che gli ospedali non funzionavano, che si esaurivano gli alimenti, che il trasporto sta cedendo, non ci sono medicine… mentre giornalisti dell’opposizione, di canali privati, avevano orgasmi in diretta, sullo schermo.
 


Per non dimenticare



Carlos OrtegaCarlos Ortega, lo stesso che ha negoziato con Luis Guisti le prestazioni dei lavoratori nell'ultimo governo Caldera, é stato eletto come ultimo presidente della Confederazione dei Lavoratori del Venezuela (CTV), in un processo dove sparirono più del 50% dei verbali di scrutinio e dove un suo alleato politico, Alfredo Ramos, l'accusò di frode.

* Sabato 18 gennaio 2003, si concluse a Miami una marcia nella quale parteciparono Carlos Ortega, Antonio Ledezma, Patricia Poleo, Irene Sáez, Pilín León, Rudy Rodríguez, Guillermo González, José Luis Rodríguez, tra altre affermazioni disse davanti ai presenti: “non un passo indietro... che muoia il tiranno.”

* In una proprietà di Santa Ana de Coro fu realizzata una riunione, nei giorni dello sciopero petroliero, dove si pianificava organizzare un “gruppo armato” che affrontasse il governo. Vari dirigenti ed ex dirigenti di sindacati petrolieri di Lagunillas (Zulia) assistetter a questo incontro.

 

* Il 28 dicembre 2002, in piena ebollizione della contestazione, la stampa pubblicava un titolo come questo: "Carlos Ortega: continueremo lo sciopero civico attivo fino alle sue ultime conseguenze, costi quello che costi".

* Dopo 60 giorni della chiamata “contestazione” disse davanti ai mezzi di comunicazione: “Questo sciopero non è quello della CTV, abbiamo perso il controllo” senza assumere nessuna responsabilità, giorni dopo si rifugiò nell'ambasciata del Costa Rica, dove gli hanno concesso asilo politico.

* Il 30 marzo 2004, la CNN registrava in internet: “Il Costa Rica ha revocato l'asilo politico che aveva concesso al venezuelano Carlos Ortega, oppositore del presidente Hugo Chávez. (…) Risulta (questa dichiarazione) decisamente contraria allo spirito dell'istituzione dell'asilo politico ed ai doveri della condizione di rifugiato” disse in un comunicato il vicecancelliere del Costa Rica, Vinicio Vargas, che ha sollecitato Ortega perchè abbandonasse il paese centroamericano. Lasciando questo paese Ortega disse che sarebbe ritornato in Venezuela per capeggiare un movimento insurrezionale contro Chávez.

* Un anno più tardi, il leader oppositore, il Lesh Walesa degli adecos, era catturato dal Corpo di Investigazioni Scientifiche, Penali e Criminalistiche (CICPC) mentre giocava a Bingo a Caracas accompagnato da un paio di dame. Quella notte aveva un documento di identità falsa e baffi come Pancho Villa.



Gli altri



Allora, la sentenza a 15 anni di prigione per Carlos Ortega, uno dei promotori dello sciopero patronale e del sabotaggio petroliero che é cominciato nel dicembre 2002 e si é prolungato fino a febbraio 2003, è un primo passo verso la giustizia che deve essere fatta rispetto a coloro che causarono questo gran danno al paese.

Ma Ortega non agì solo. I capoccia di “Gente senza petrolio”, il direttivo di Federcamera dell'epoca, tutti quelli che sono registrati dalla tv e che apertamente richiamarono ad ignorare la costituzione e le leggi, devono ricevere uguale trattamento. Ovvio che la condanna causa felicità. I venezuelani che hanno visto passare 3 lunghi anni di impunità, mentre i golpisti e cospiratori continuavano ad occupare spazi in Globovisión e Rctv, notano indizi di efficienza giudiziale.

In questo stesso momento stan correndo, come topi che fuggono dalla barca che affonda, per arrivare prima all'aeroporto. È naturale, si tratta di un'opposizione fabbricata negli uffici dei canali della TV, senza leadership reale, senza gente, senza popolo e che ha come strategia fondamentale, non dare “non un passo indietro” (benché il burrone stia di fronte), non riconoscere errori e mai rettificare.

Come sempre, come fecero con Lázaro Forero e compagnia, lasceranno solo a Ortega…questo sembra essere il suo destino.


*Giornalista venezuelano. Tradotto da Red Voltaire