Anticipo,
oramai di ritorno a Oaxaca, per i lettori di GennaroCarotenuto.it in italiano
uno degli articoli che usciranno domani su Brecha sulle elezioni venezuelane.
TeleSUR, il canale pubblico multistatale latinoamericano, nel pomeriggio di
domenica ha diffuso per prima i risultati reali delle elezioni venezuelane,
violando la legge venezuelana e anticipando la notizia del trionfo di Chávez.
Quella di TeleSUR era una risposta a CNN che - libera di violare qualunque legge
- aveva diffuso rumori falsi su irregolarità nelle elezioni e ventilando -
nonostante la realtà fosse nota a CNN con Chavez avanti 20 punti - che Rosales
stesse vincendo. Era il segnale per creare il caos in Venezuela.
di Gennaro Carotenuto
CARACAS Rapporti riservati,
destinati a uomini d’affari, che Brecha ha potuto consultare, pronosticavano che
c’era almeno il 70% di possibilità di caos in Venezuela alla proclamazione dei
risultati delle Presidenziali della scorsa domenica. Nel 10% dei casi si sarebbe
potuta creare una situazione al limite della guerra civile. Ma come si doveva
creare il caos? Con un mix esplosivo di falsi dati e strapotere informativo.
Questa è la vera storia della guerra civile che domenica si è evitata in
Venezuela.
Una settimana prima delle elezioni la PSB, Penn, Schoen & Berland Associates, ha
emesso un sondaggio che vedeva Manuel Rosales davanti a Hugo Chávez nelle
elezioni venezuelane. Tutti gli altri sondaggi vedevano Chávez avanti di venti
punti ma il sondaggio della PSB ha fatto il giro del mondo. Giova ricordare che
tale agenzia lavora per la Freedom House, un’istituzione organica al Partido
repubblicano statunitense e diretta dall’ex-direttore della CIA James Woolsey
ed agisce in sinergia con il Nacional Endowment for Democracy. La sua “mission”
(missione per quelli che non sanno l’inglese) è produrre notizie false che
modifichino lo sviluppo di campagne elettorali ed elezioni ed ha avuto un ruolo
anche nell’ultima campagna elettorale in Italia con il sondaggio taroccato di
febbraio denunciato come falso da tutta la stampa, Sole24Ore in testa.
Non era per niente vero che Rosales stesse vincendo, ma non importava, perché
l’importante, per la PSB non è realizzare sondaggi credibili ma creare – lo
ammettono loro stessi nel loro sito - l’umore per cambi di regime favorevoli agli
interessi degli Stati Uniti. E' andata loro bene in varie circostanze, dalla
Serbia all’Ucraina e c’è mancato un pelo perché non riuscissero a far vincere
Berlusconi in Italia, ma in Venezuela, il 15 agosto 2004, data del referendum
revocatorio, fallirono fragorosamente. Violando la legge diffusero un exit pool
(sondaggio all’uscita dei seggi) così falso da essere lontano 20 punti dalla
realtà. Creò il caos e convinse per sempre molti venezuelani che fossero
avvenuti dei brogli. Chávez stravinse e, quando tutti gli Osservatori
internazionali certificarono la correttezza del voto la PSB non poté non
rifugiarsi nella denuncia di brogli inesistenti ma comunque utili per
destabilizzare il Venezuela. La strategia di diffondere sondaggi falsi che vedessero Chávez sconfitto – nonostante che 16 sondaggi su 18 dessero il presidente
in grande vantaggio - si è ripetuta in questa campagna elettorale ed è servita a
mantenere calda l’opposizione. Decine di opinionisti, con alla testa Teodoro Petkoff, hanno diffuso per settimane una versione molto venezuelana della Legge
di Murphy: “non possiamo perdere e se perdessimo sarebbe senz’altro a causa di
brogli”. L’opposizione era così convinta di essere in testa che, invece di
mettere in fresco lo champagne e preparare le celebrazioni della vittoria, in
molteplici occasioni sono state trovate magliette, striscioni, volantini,
manifesti - e perfino dei fucili avvolti nei manifesti in un’agenzia di pompe
funebri - già pronti per denunciare brogli in quel momento di là da venire.
Il giorno delle elezioni, svoltesi nella più totale tranquillità e civismo,
l’unica cosa che tutti consideravano sicura era che l’opposizione non avrebbe
mai riconosciuto la sconfitta e che questo avrebbe generato caos. La legge
venezuelana, ancor di più dopo le violazioni della PSB nel 2004, proibisce la
diffusione di sondaggi prima della comunicazione dei dati ufficiali da parte del
Potere elettorale, la CNE, unica entità autorizzata ad emettere dati ufficiali e
non sondaggi. La legge venezuelana punisce severamente chi dal territorio
venezuelano fornisse risultati prima del CNE. Tuttavia queste sanzioni non
valgono per la CNN, che formalmente trasmette dagli Stati Uniti.
Alle sei del pomeriggio, mentre ancora si votava in molti seggi, tutti i media
avevano tra le mani – ma non potevano diffonderli - i sondaggi che davano Chávez
intorno al 62-65%. Anche CNN doveva avere questi sondaggi - poi esatti - ma,
violando senza violarla la legge venezuelana, ha cominciato a diffondere nelle
distinte edizioni notizie false e tendenziose: la CNE non diffonde risultati
perché ci sarebbe un risultato molto incerto e potrebbe essere in testa Rosales.
Inoltre la CNN colorava la notizia con la denuncia di moltissime irregolarità
che si sarebbero verificate in tutto il paese nei seggi.
Di fronte a questo gioco la legge venezuelana è insufficiente. Qualcuno da fuori
del paese può diffondere notizie false in Venezuela e chi in Venezuela ha in
mano dati credibili non può comunicarli. A quel punto la direzione di
TeleSUR,
vicina al governo, rompe il silenzio e diffonde i risultati reali: Chávez 62%,
Rosales 38%. Erano le 7 di sera. TeleSUR aveva violato la legge per salvare la
legalità democratica in Venezuela.
Immediatamente portavoce della parte più estrema dell’opposizione -che avevano
bisogno dei dati falsi di CNN per convocare i loro - condannavano con parole
durissime la violazione di TeleSUR. Ma oramai era andata. Tutti gli altri media,
di ogni tendenza, e in pochi minuti la stessa CNN, si confrontavano con la
realtà, certificata poco più tardi dalla stessa CNE e da tutte le entità di
Osservazione Internazionale. Rosales era 23 punti dietro Chávez in elezioni
ineccepibilmente pulite.
VOLEVANO CHE MENTISSI Lo stesso Manuel Rosales ha dovuto ammettere la sconfitta
poco dopo le nove della notte. Difficilmente conosceremo i dettagli del
dibattito interno all’opposizione nelle ore che passano dai rumori falsi di CNN
all’ammissione della sconfitta. Quello che è certo è che Rosales ha utilizzato
termini esplosivi: “Qualcuno mi spingeva a mentire al popolo. Ma io non mentirò
al popolo e per questo ammetto di avere perso”.
E’ la conferma, per bocca dello stesso leader dell’opposizione che c’era un
nuovo piano eversivo e probabilmente golpista di una parte dell’opposizione
venezuelana, in combutta con quegli ambienti statunitensi che lavorano
permanentemente per erodere le democrazie altrui. CNN era parte del complotto o
si è fatta manipolare.
Il risultato elettorale venezuelano semplifica il quadro dell’opposizione nel
paese. Decine di liste minori sono sparite e solo due partiti hanno avuto una
votazione decente. La lista di Rosales, “Un nuevo tiempo”, che accettando la
sconfitta si profila come una destra civilizzata e democratica ha avuto il
13.3%. “Primero Justicia”, la destra fascistoide e sicuramente golpista alla
quale con ogni evidenza si riferiva Rosales denunciando che lo avrebbe spinto a
mentire e non accettare la sconfitta con l’appoggio della CNN e della PSB ha
ottenuto l’11.1% dei voti, oltre un milione.
Le parole di Rosales confermano che la reazione democratica di TeleSUR, che non
esisteva né il giorno del colpo di stato dell’11 aprile 2002 né per il
revocatorio del 2004, pur se violando la legge, può avere evitato il caos che
CNN si era sentita libera di seminare in Venezuela.
Gennaro Carotenuto
|