Caracas 3 settembre 2006 - M.Lozano www.granma.cubaweb.cu |
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La scelta elettorale in Venezuela é tra
socialismo o capitalismo
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La campagna elettorale presidenziale venezuelana, con le posizioni dei 23 candidati già note, si svolge tra due opzioni contrapposte: sviluppo socialista o capitalismo. Saranno queste essenzialmente le alternative presentate ad un elettorato di circa 16 milioni di venezuelani, che potranno recarsi alle urne il 3 dicembre prossimo.
Da una parte il presidente Hugo Chávez ha offerto un approfondimento del processo di cambiamenti iniziato nel 1999 con il rafforzamento dell’opzione socialista vista come percorso per dare soluzione ai gravi problemi sociali ed economici del paese.
L’opposizione, di fronte alla rielezione, è alla ricerca di una candidatura unitaria a partire dalla piattaforma coincidente degli aspiranti, radicalmente opposta a quella di Chávez.
Manuel Rosales, governatore di Zulia e candidato che l’opposizione promuove come la figura per impedire la rielezione, ha messo in chiaro questa posizione, che include una proposta di revisione di tutti gli accordi internazionali.
"Scegliete fra l’essere indipendenti o una colonia nordamericana", ha detto Chávez, mentre Rosales indica gli Stati Uniti come il socio preferenziale del Venezuela nel caso esca vincitore dalla contesa per la presidenza.
Le alternative in campo che determinano la sostanza dei dibattiti elettorali si evidenziano in un contesto di dispute ed accuse reciproche, che vanno dall’uso di fondi pubblici in azioni di proselitismo fino all’utilizzo dei colori per identificare i partiti. Il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), deve definire entro la prossima settimana le accuse del Partito Patria Per Tutti (che sostiene Chávez) sull’uso del colore azzurro, che lo identifica, da parte del Partito Un Tempo Nuovo di Rosales.
Il CNE sta anche valutando denunce sull’uso di fondi pubblici nella campagna elettorale di Chávez, mentre il suo comando elettorale ha presentato un’imputazione simile contro Rosales, includendo l’utilizzo di propaganda subliminale. Le scaramucce stanno caratterizzando una campagna che è iniziata lentamente, a causa dell’esistenza di correnti astensioniste che, almeno finora, sono state sconfitte, anche se le autorità vedono quest’opzione come possibile.
Secondo alcune fonti, se la campagna degli oppositori non decolla e si riafferma il vantaggio superiore al 50% dell’elettorato per il capo dello Stato (secondo tutti i sondaggi), gli oppositori potrebbero abbandonare la lotta prima del 3 dicembre.
Ciò potrebbe avvenire in vari scenari, comprese le accuse di frode e l’impossibilità di elezioni pulite o legando l’opzione astensionista ad un piano di destabilizzazione, la cui paternità viene attribuita agli USA.
L’opzione più drammatica è il cosiddetto Piano Alcatraz denunciato dalla stampa locale, che prevederebbe azioni di disobbedienza civile e partecipazione di paramilitari colombiani a fatti di violenza.
In questo momento i candidati si stanno concentrando in campagne di proselitismo per far conoscere i loro progetti.
Rosales sta cercando un avvicinamento alla popolazione con camminate in diversi villaggi e proposte che molti considerano populiste ed economicamente irrealizzabili di ripartire direttamente alla popolazione una parte degli introiti petroliferi.
I seguaci di Chávez hanno annunciato l’arrivo
dell’"Urgano Bolivariano" con una campagna diretta a tutti i settori
sociali: contadini, indigeni, imprenditori, professionisti e tecnici, per
confermare il processo di cambiamento.
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