Voci sulla possibile pianificazione di golpe
continuano a turbare la campagna elettorale presidenza in Venezuela che avrà
termine con il voto del prossimo 3 dicembre.
Un nuovo grido di allarme su possibili manovre di destabilizzazione a danno
del presidente uscente Hugo Chávez è stato lanciato da alcuni parlamentari e
rilanciato da quotidiani vicini alla presidenza. Secondo il quotidiano on
line ‘Aporrea’, le forze conservatrici che sostengono il candidato
dell’opposizione Manuel Rosales sarebbero pronte a scatenare disordini per
addossare la colpa a movimenti che sostengono l’elezione di Chávez. Stando a
quanto riportato dalla rivista, sarebbe quantomeno curioso il fatto che
Rosales abbia deciso di recarsi a Merida per un comizio elettorale il giorno
24, per poi chiudere la campagna elettorale a Caracas il giorno seguente.
Merida, infatti, è una delle roccaforti del presidente uscente e non si può
escludere che la presenza di Rosales possa provocare la dura reazione della
piazza, anche in considerazione del fatto che in questa provincia sono molto
forti i gruppi radicali ‘Movimiento 13’ e ‘Bandera Roja’, entrambi
sostenitori della Rivoluzione bolivarista.
Rispondere alle provocazioni degli anti chávisti significherebbe ottenere
una giustificazione per abbandonare la competizione elettorale prima del
voto e reiterare pretestuose accuse anti democratiche a danno di Chávez.
L’opposizione non aspetta altro, anche se Rosales continua ad escludere di
voler ritirare la propria candidatura: “Se il gioco è limpido e le regole
chiare, siamo tutti disposti a rispettare i risultati”, ha dichiarato in una
conferenza stampa. Resta, comunque, la minaccia di gettare il Paese nel
caos: “Quello che non accetteremmo è che, stabilite le regole, il giorno
delle elezioni, o un giorno prima, o una settimana prima del 3 dicembre,
queste siano cambiate o manipolate, oppure che si infranga il segreto delle
urne o non si rispetti l’espressione popolare”.
Resta dunque il timore che il candidato conservatore possa ritirarsi con un
pretesto e dare il via ad un golpe, soprattutto dopo che ieri sono stati
resi noti i risultati di un sondaggio che lo danno decisamente indietro
rispetto a Chávez. Il presidente uscente oscilla tra il 50 ed il 60%, mentre
Roslaes tra il 20 ed il 30%. Una sconfitta d’altronde annunciata da tempo,
come da tempo gruppi paramilitari filo statunitensi lanciano appelli per
destituire con la forza la presidenza bolivarista.