Caracas 18 luglio 2006 - PL |
Il presidente Chávez ha annunciato la
scoperta di un nuovo giacimento
di petrolio
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Il presidente venezuelano Hugo Chávez ha annunciato martedì la scoperta di un nuovo giacimento di petrolio ed ha assicurato che il paese sudamericano continuerà ad essere un produttore di idrocarburi per altri 300 o 400 anni.
Chávez, parlando durante l’inaugurazione di una nuova linea della metropolitana di Caracas, ha espresso la necessità di incrementare la capacità del paese di difendere le sue riserve strategiche.
Ha precisato che nella prima perforazione effettuata da un’impresa congiunta con la brasiliana Petrobrás, "abbiamo trovato petrolio in una quantità tre volte maggiore a quella stimata, che era già alta nella Faglia dell’Orinoco".
Il presidente venezuelano, che non ha precisato le dimensioni stimate del nuovo giacimento, ha puntualizzato che è stato individuato "quasi in superficie ad un passo dall’Atlantico".
Chávez, dopo aver accusato "le follie imperiali" dell’aumento del prezzo del petrolio, ha avvertito che la crisi mondiale dell’energia si farà più acuta ed il combustibile venezuelano sarà sempre più prezioso strategicamente, così come le sue riserve di gas e acqua.
Ha ricordato che la nazione sudamericana possiede le maggiori riserve di idrocarburi del mondo, se si tiene conto dei più di duecentomila milioni di barili di petrolio pesante ed ultra-pesante in processo di certificazione.
Ha indicato al rispetto che questo petrolio è stato considerato a lungo bitume e venduto a prezzo di carbone, come parte del saccheggio della nazione sudamericana ad opera delle grandi potenze.
Riconoscendo questa riserva il Venezuela – quinto esportatore mondiale con una produzione giornaliera di 3,3 milioni di barili al giorno – possiede più di 300 milioni di barili di idrocarburi.
Da lì, ha detto, la necessità di continuare a prepararci per la difesa: "Che questi pazzi sappiano che, se un giorno si metteranno con noi, se la vedranno brutta", ha espresso Chávez alludendo ai recenti atti d’aggressione statunitensi in vari paesi.
Come parte della ricerca dell’autonomia petrolifera ha citato anche i negoziati per installare nel paese una fabbrica di trivelle per la perforazione di pozzi, strumenti che oggi vengono importati.
Ha annunciato al rispetto che questo sarà uno dei temi da affrontare nella sua prossima visita di agosto in Cina, paese che apporterà la tecnologia e parte del capitale dell’impresa mista per produrre le trivelle.
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