Caracas 14 luglio 2006 - www.granma.cu |
Il Piano Bush su Cuba costituisce una nuova aggressione al Venezuela ● Sostiene il MINREX venezuelano in un suo comunicato
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Il rapporto degli USA su Cuba costituisce "una nuova aggressione contro il Venezuela" il cui nome, secondo il Ministero degli Esteri venezuelano (MINREX), appare citato in nove occasioni.
"È evidente che il piano dell’attuale Amministrazione nordamericana è quello di estendere l’utilizzo dei mezzi dell’ostilità permanente e del terrorismo, che hanno caratterizzato le sue relazioni con il popolo fratello di Cuba, al nostro paese", ha segnalato il Ministero in un comunicato riportato da EFE.
La nota fa riferimento al rapporto elaborato dalla cosiddetta Commissione d’Assistenza a una Cuba Libera, che il Dipartimento di Stato statunitense ha presentato al presidente George W. Bush.
Il MINREX venezuelano sostiene che l’insistente menzione del Venezuela nel documento persegue di farne un oggetto di aggressioni cosa che, ha aggiunto, smentisce nettamente le recenti dichiarazioni dell’ambasciatore degli USA a Caracas, William Brownfield, secondo le quali il suo paese non attaccherà il paese sudamericano.
"Il piano presentato contro il popolo cubano è un piano comprendente anche il Venezuela, come risulta chiaro nel rapporto", ha segnalato.
"Il detto rapporto comprende un allegato segreto, cosa che fa arrivare alla conclusione che si preveda il ricorso alla violenza, com’è stata caratteristica delle pratiche imperialiste", aggiunge il comunicato.
Il Ministero degli Esteri ha negato che il Venezuela sia "un’influenza negativa e un fattore di destabilizzazione regionale" e ha indicato come prova "gli eccellenti rapporti che mantiene con l’immensa maggioranza dei paesi del mondo e soprattutto del continente".
Ha segnalato che il documento da "senso alla spudorata protezione che il Governo del presidente Bush concede al terrorista Luis Posada Carriles, responsabile dell’assassinio di 73 persone innocenti che viaggiavano da Caracas in un volo della ‘Cubana de Aviación’".
La stessa cosa può essere detta a proposito dei terroristi che attentarono contro installazioni delle delegazioni diplomatiche di Spagna e Colombia nel nostro paese, assolti e protetti dal Governo nordamericano", ha aggiunto.
Ha avvertito che il rapporto "non isolerà il Venezuela", né sospenderà "i programmi di cooperazione" esistenti come parte dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), della quale il Governo di Caracas è portabandiera.
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13 luglio 2006 - www.granma.cu |
Chávez ha risposto a Washington
che manterrà l’alleanza con Cuba
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Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha risposto agli Stati Uniti che manterrà la cooperazione strategica con Cuba ed ha raccomandato a Washington di elaborare un piano di transizione per il suo stesso sistema.
Durante una cerimonia di laurea, Chávez ha parlato del detto "progetto di transizione per Cuba" che ha definito come "una vera e nuova minaccia per l'Isola" ed anche per il suo paese.
Egli ha precisato che nel "progetto di transizione", Washington non minaccia solo Cuba, ma anche il Venezuela e sostiene che s’incaricherà di scoraggiare qualsiasi terzo paese che vorrà essere solidale con Cuba.
"Da qui io dico all'imperialismo nordamericano che il Venezuela è al fianco dell’Isola e della sua Rivoluzione. Non esiste impero per quanto poderoso si creda che ci possa scoraggiare", ha sottolineato.
Il presidente venezuelano ha accusato gli Stati Uniti d’essere un impero senza morale, assassino, genocida, irrispettoso dei più elementari diritti umani ed assassino.
"Non ci sarà impero che ci scoraggi nella continuazione dell'alleanza strategica con Cuba: al contrario, ci sentiamo ogni giorno più incoraggiati", ha reiterato.
"Da qui io dico all'impero nordamericano che la smetta ed invece di un progetto di transizione per Cuba o per il Venezuela, paesi rivoluzionari, inventi un progetto di transizione per il suo stesso sistema perché in questo secolo finirà l'impero nordamericano"!
Chávez ha raccomandò
all'elite statunitense di leggere le analisi di alcuni pensatori che
alcuni anni fa raccomandavano agli Stati Uniti di cominciare a sviluppare
un'operazione di ripiego strategico se volevano salvare il proprio sistema
nel loro stesso territorio. |
12 luglio 2006 - www.granma.cu |
Rangel ha definito
"interventista" il Piano Bush su Cuba
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Il vicepresidente venezuelano, José Vicente Rangel, ha definito il discorso degli USA a proposito di Cuba "immorale e contraddittorio" che conferma l’interventismo aperto e flagrante del presidente Bush.
La dichiarazione della vice presidenza ha definito la detta "seconda relazione" disegnata da Bush per Cuba e diffusa a Washington come "il massimo in materia d’ingerenza nella regione".
"Nel documento si utilizza il linguaggio di sempre, si ripete tutto quanto ha caratterizzato la guerra fredda, indicando che la smania di potere degli USA non cambia" ha detto.
"È deprimente osservare come la politica e le forme d’esprimersi di una nazione dell’importanza degli Stati Uniti siano rimaste al passato, lontane dalle nuove realtà. La miglior espressione di questo anacronismo è l’attuale governo USA" ha detto Rangel, sostenendo che la relazione del Dipartimento di Stato conferma l’interventismo nordamericano in nome di principi che non rispetta per le l’irrefrenabile volontà di rendere vassalli gli altri popoli e violare il diritto internazionale".
"Siamo di fronte a un discorso con una doppia morale, contraddittorio, che caratterizza i portavoce della Casa Bianca. Mentre questo governo fa continue denunce di presunti interventi in altre nazioni, Washington applica costantemente questa pratica".
Rangel ha citato come esempio il fatto che Thomas Shannon, alto funzionario del Dipartimento di Stato, è andato per una settimana in Nicaragua, dove ha partecipato apertamente alla campagna elettorale di questa nazione, sostenendo i candidati presidenziali della destra.
La relazione allude diverse volte al Venezuela e al presidente Chávez e conferma l’ossessione dei governanti degli USA con questa nazione sudamericana.
Il vice presidente ha sostenuto che il messaggio implicito nel documento del Dipartimento di Stato non va sottovalutato, perchè ratifica una politica di fronte alla quale si deve stare.
"Non sfugge a un’analisi di questa politica l’intenzione presente nei suoi ispiratori di riattivare le posizioni più reazionarie ed estreme negli Stati Uniti", ha sottolineato.
Rangel ha detto anche che né Cuba, né il Venezuela o altri paesi della regione accetteranno il vecchio linguaggio imperiale e le minacce di sempre.
"L’America Latina sta vivendo tempi nuovi, difficili da capire per coloro che adorano la politica di Washington. Questo è tempo di piena sovranità e indipendenza", ha concluso la nota della vice presidenza.
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