Sondaggio conferma favoritismo
elettorale di Chávez
17 febbraio 2006 - PL -
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Un sondaggio di
un'investigatrice statunitense ha confermato le possibilità del presidente del
Venezuela, Hugo Chávez, di guadagnare un nuovo mandato e raggiungere 10 milioni
di voti.
Uno studio di North American Opinión Research attribuisce a Chávez il 66%
dell'intenzione del voto, mentre le autorità calcolano un'anagrafe elettorale di
16,5 milioni di voti per il prossimo 3 dicembre, data delle elezioni.
Secondo l'indagine, il 60% dei venezuelani si é dichiarato deciso a votare, il
23% abbastanza o meno deciso e il 3% poco deciso, mentre il 14% ha espresso che
non voterà o non ha risposto. Ottenendo una partecipazione dell’80% (13 milioni
200 mila elettori), significherebbe otto milioni 712 mila voti per Chávez.
Se l'astensione arrivasse al 30% la votazione raggiungerebbe 11 milioni 550 mila
ed i voti per la rielezione sarebbero di sette milioni 623 mila, quando ancora
mancano nove mesi alla votazione.
Chávez ha convocato i venezuelani a votare massicciamente per raggiungere i 10
milioni di suffragi, come forma di svilire le campagne per la delegittimazione
che possono includere la ritirata dei candidati oppositori per promuovere
l'astensione.
L'inchiesta diffusa ratifica l'inesistenza di una figura capace di sfidare
Chávez per il mandato presidenziale, perché all' insieme di tutti gli altri
candidati è concesso loro appena il 13%, essendo il migliore ubicato Julio
Borges, di “Prima Giustizia”, con un 4%.
“Prima Giustizia” costituisce un partito di destra formato da figure giovani in
un tentativo di staccarsi dagli errori del passato commessi dai partiti
tradizionali “Azione Democratica” ed il sociale cristiano COPEI.
Entrambi i raggruppamenti che governarono alternativamente in Venezuela durante
mezzo secolo fino al trionfo di Chávez nel 1998, hanno perso appoggio popolare
ed attraversano una crisi di leadership.
Di fronte a ciò, Chávez gode di un appoggio maggioritario, sulla base del
compimento dei suoi programmi elettorali, sostentati da programmi sociali ed una
migliore distribuzione del reddito dell’industria petrolifera del paese, quinto
esportatore mondiale di grezzo.
Il capo di Stato venezuelano ha espresso la sua decisione di approfondire i
cambiamenti verso il socialismo, come forma per terminare con flagelli come la
povertà e la disoccupazione che colpiscono la ricca nazione sud-americana.