conosca la verità sul caso dei Cinque antiterroristi cubani detenuti
arbitrariamente in prigioni nordamericane dal 12 settembre 1998, allora più
vicino sarà il giorno della loro liberazione. Come più volte questa idea é stata
ripetuta dal nostro Comandante in Capo.
Nonostante il 3 marzo 2004 si
fosse pubblicato un annuncio, pagato
dalla solidarietà internazionale, nelle pagine dello stesso quotidiano, la
scorsa domenica 5 agosto, i lettori dell'influente giornale hanno avuto
l'opportunità di leggere, in terza pagina, un articolo sul tema. È una buona
notizia.
Il testo, firmato da James C. McKinley da L'Avana, ha un bilancio obiettivo.
Qualcuno, profondamente conoscitore del tema, potrebbe segnalare alcune
imprecisioni e magari mancanza di informazione del giornalista in determinati
passaggi, ma riflette in circa 1494 parole quasi tutti gli aspetti del caso:
l'imbrogliato giudizio nel 2001 a Miami, un racconto del processo di appello,
perché i Cinque sono considerati come Eroi a Cuba, la reiterata negazione dei
visti, da parte del governo statunitense, ad Olga
Salanueva ed Adriana Pérez per andare a visitare i loro mariti rispettivamente
René González e Gerardo Hernández.
Cita anche la recente intervista fatta dalla BBC a
Gerardo. Si fa anche riferimento alla scandalosa decisione dell'amministrazione
del presidente George W. Bush, di mettere in libertà il noto terrorista
internazionale Luis Posada Carriles,
ciò che ha fortificato, secondo il Times, l'argomento che gli Stati Uniti
assumono una posizione ipocrita quando parlano della loro supposta guerra contro
il terrorismo, fino al punto in cui ci troviamo: nell'attesa dell'udienza orale,
che deve celebrarsi il 20 di agosto, davanti al panel di due giudici (un terzo
si é ritirato per malattia) dell'Undicesimo Circuito di Appello di Atlanta,
Georgia.
Non può negarsi la trascendenza del fatto. The New York Times è conosciuto come
il "giornale nazionale". Non solo arriva ai suoi lettori dentro gli USA, ma
anche centinaia di giornali riproducono abitualmente molti articoli che si
recensiscono nelle sue pagine.
L'Agenzia Bolivariana di Notizie ha informato che il presidente del Parlamento
cubano, Ricardo Alarcón, ha salutato la pubblicazione del Times durante il suo
intervento nel programma venezuelano "Aló Presidente".
Da parte sua, dalla California, l'attivista Alicia Jrapko ha commentato a Granma:
"L'articolo illustra la situazione dei Cinque e mostra gran interesse per la
sofferenza dei parenti".
L'articolo di McKinley é stato diffuso in prossimità dell'udienza del 20 di
agosto e risulta un avvicinamento del giornale alla verità quando a Miami, per
la stessa data, si rinnovano le manovre per tergiversare e confondere l'opinione
pubblica. Non è cosa nuova.
Così é accaduto prima e durante il giudizio dei Cinque. Non erano stati portati
in Tribunale e già tutti erano condannati per spionaggio dalla stampa miamense.
È la stessa stampa che ha infastidito i membri della giuria e creato un ambiente
di avversione incontrollabile.
Ora pretendono ripetere la formula. Il libello di Miami, El Nuevo Herald, ha
pubblicato sulla sua edizione del 3 agosto un articolo, a tutte evidenza
malintenzionato, che parla di una supposta decisione del tribunale di Atlanta.
Ciò che hanno fatto é stata prendere un'informazione vecchia e dargli una patina
di attualità per confondere i lettori. Il giornalista in una colossale
manipolazione ha redatto la sua nota sulla base della conclusione alla quale
arrivò il plenum dei 12 giudici di Atlanta il
9 agosto 2006, nella quale
revocavano la sentenza unanime del panel di tre magistrati dello stesso
Circuito, il 9 agosto 2005,
dove si ordinava di annullare le condanne e procedere al cambiamento di sede per
realizzare un nuovo processo fuori da Miami.
Subito il canale 41 si é fatto eco della gaffe perversa dell'Herald — lupi della
stessa muta — e l'hanno data come notizia dell'ultima ora. Confondere,
ingannare, manipolare, descontuatualizzare... è parte della deplorevole pratica
dei media in quella città del sud della Florida.
Ma l'unica cosa certa in questo senso è che il panel di Atlanta ascolterà gli
argomenti il prossimi 20 agosto, sarà un esercizio molto tecnico dove ogni parte
esporrà i suoi criteri, ma non si darà in quel momento nessuna decisione,
bisognerà aspettare come nelle altre due udienze realizzate (2004 e 2005) per il
pronunciamento dei giudici quando essi stimino conveniente, per questo non
esiste un limite di tempo.
Fino ad oggi non c'é nessuna nuova decisione nell'ambito legale. I Cinque
restano carcerati in prigioni federali, aspettando i risultati di un dilatato
processo appellativo che é cominciato il 27 dicembre 2001.
Tuttavia, a differenza delle due udienze anteriori, in questo i media hanno
cominciato ad informarsi sul tema, così lo dimostrano le recenti pubblicazioni
della BBC, l'agenzia Reuters ed ora The New York Times al di sopra della cortina
di fumo che ha preteso dispiegare l'Herald.
"Mentre — come ha espresso René il 14 dicembre 2001, durante la lettura del suo
allegato —...stanno
diventando ormai storia e dietro una montagna di argomenti, istanze e
tecnicismi, si sta sotterrando una storia di ricatti, abusi di potere e il più
assoluto disprezzo nei confronti del tanto ponderato sistema di giustizia
(nordamericano,
|