9/2/2007 -  www.granma.cu (RHC)

IX INCONTRO GLOBALIZZAZIONE E SVILUPPO

 

Il Banco del Sud, alternativa

al neoliberismo

 

 

 

 

La creazione del Banco del Sud sorge come un’alternativa alla globalizzazione neoliberalista in America Latina, ha dichiarato Eric Toussaint, intervenendo in uno dei dibattiti del IX Incontro Internazionale degli Economisti.

 

La relazione del belga, presidente del Comitato Pro Annullamento del Debito Estero del Terzo Mondo, una delle più attese nella giornata, ha sostenuto l’esistenza di due grandi tendenze opposte nello scenario economico internazionale.

 

Una di queste tendenze che opera da circa 30 anni è la continuazione dell’offensiva capitalista neoliberista e imperialista, decadente nell’attualità, alla quale si oppone dalla fine degli anni ’90 la tendenza iniziata in America Latina con l’elezione di Hugo Chávez in Venezuela, ha sottolineato Toussaint.

 

Questo processo è continuato con la sospensione del pagamento del debito estero da parte dell’Argentina tra il 2001-2005 e l’inizio del recupero delle proprie risorse naturali in Venezuela e più tardi in Bolivia.

 

Un altro segno della decadenza neoliberista è il fallimento dei piani di Washington per far accettare l’Area di Libero Commercio delle Americhe contro il sorgere dell’Alternativa Bolivariana nel cui seno si trova il Banco del Sud.

 

Toussaint ha segnalato come evidenza della perdita dell’influenza dell’ALCA la riduzione dell’isolamento di Cuba.

 

La relazione di Toussaint con il titolo "Banco del Sud: cornice internazionale alternativa", è stata presentata il penultimo giorno del IX Incontro Internazionale degli Economisti che si è concluso venerdì 9 ed ha visto la partecipazione di circa 500 delegati dei quali 400 stranieri di 42 paesi.

 

Roberto Verrier, presidente della Associazione degli Economisti e Ragionieri di Cuba e del Comitato Organizzatore dell’Incontro ha reiterato che questa è la sola riunione nella quale specialisti di diverse tendenze discutono i problemi più importanti del mondo. Come risultato i delegati che nelle riunioni iniziali difendevano il neoliberismo, hanno modificato i loro criteri ed ora ne riconoscono i difetti.

 

 

9/2/2007 -  www.granma.cu (AIN)

 

Armando Hart invita a una maggior

applicazione della cultura

nell’economia

 

 

 

Armando Hart, presidente della Società Culturale José Martí, ha invitato economisti, sociologi, politologi e altri esperti sociali a fare della cultura un elemento più decisivo nei processi globali dell’economia, nell’attualità.

 

Per salvare l’Umanità dall’estinzione come specie, in un mondo globalizzato e molto malato, si deve ricorrere un’altra volta alla cultura, ha insistito Hart, che è stato ministro di educazione e cultura di Cuba ed ora è direttore dell’Ufficio del Programma Martiano. Hart è una delle più grandi personalità della Rivoluzione cubana.

 

Hart è intervenuto in uno dei dibattiti più attesi del IX Incontro su Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo, che si è svolto nel Palazzo delle Convenzioni. Hart ha proposto l’iniziativa di realizzare edizioni di opere di pensatori del continente e altre parti del mondo, che dimostrino le ipotesi che sostengono che la cultura è il principale motore dell’economia.

 

Davanti ai delegati presenti, provenienti da 55 paesi, Hart ha dissertato sul pensiero di Martí e sull’ideale della cultura che è strettamente unita alla giustizia, alla bontà e alla felicità dell’essere umano.

 

Egli ha considerato che di fronte a un mondo in pericolo per la guerra, allo sfruttamento, la distruzione dell’ambiente e lo sperpero delle ricchezze naturali si devono utilizzare la cultura e gli ideali etici, come bandiere di lotta contro la barbarie.

 

È conveniente adottare iniziative che espongano il meglio del pensiero progressista mondiale, con linee editoriali di libri, pubblicazioni e opere musicali, testi di Sigmund Freud, Antonio Gramsci, dello storiografo cubano Ramiro Guerra, potrebbero apparire in questo catalogo, come altre dell’Eroe nazionale cubano José Martí, del Libertador Simón Bolívar e altri importantissimi difensori della famiglia umana.

 

Hart ha ricordato che le scienze naturali e sociali hanno provato che l’uomo è così, perchè si è formato ed ha sviluppato la sua cultura e in tutte le epoche la produzione spirituale è stata fonte di ricchezze materiali, per cui chi vuole ignorare queste questioni non fa altro che percorrere il cammino della barbarie.

 

Martí, ha detto Armando Hart, giunse al principio che essere colti è essere liberi e che essere buoni è il solo modo per essere felici, e se vogliamo un mondo migliore, anche se globalizzato, è indispensabile fare propri questi concetti e trasformarli in realtà, ha affermato ancora.

 

8/2/2007 -  www.granma.cu (PL)

 

Gli economisti hanno trattato

il tema delle emigrazioni

 

 

 

Le emigrazioni in America Latina e in altre regioni del mondo sono state uno dei temi centrali del dibattito che si svolge nell'IX Incontro Internazionale sulla Globalizzazione e i Problemi dello Sviluppo, che si sta svolgendo all'Avana.

 

A questo incontro degli Economisti contro la Globalizzazione partecipano esperti ed invitati stranieri di 43 paesi e di 27 organizzazioni internazionali.

 

Circa 20 relazioni sono state presentate sui temi da affrontare, messi in programma nella riunione, alla quale partecipano circa 1.500 delegati, 400 di loro stranieri.

 

Il Direttore dell'Istituto degli Studi Internazionali dell'Università "Complutense de Madrid", José Antonio Alonso, ha partecipato al dibattito abbordando le sfide delle emigrazioni commentando la forte ondata migratoria che ricevono i paesi europei del Mediterraneo, proveniente soprattutto dalle nazioni a Sud del Sahara.

 

Andrea Gallina, della Roskilde University, dalla Danimarca, ha analizzato l'impatto dell’emigrazione internazionale sullo sviluppo economico dei paesi del Vecchio Continente e Marco Zupi, del Centro di Studi di Politica Internazionale, dell’Italia, ha commentato l'evoluzione di questo fenomeno in Africa.

 

Altri temi in esame nel IX Incontro sono le sfide della globalizzazione ed il suo impatto distributivo, la corruzione e il capitalismo, la politica economica della diversità contro la politica macro economica per la crescita.

 

Jaime Estay (del Cile), professore dell'Università Autonoma di Puebla, in Messico, ha segnalato l'esistenza di numerosi schemi integrazionisti che non sono riusciti a riempire questo vuoto. Estay ha citato la Comunità dei Caraibi, il Mercato Comune del Sud, la Comunità Andina delle Nazioni, il Mercato Comune Centroamericano e l'Associazione Latinoamericana di Integrazione (ALADI).

 

È intervenuto anche il segretario generale di questo blocco, creato nel 1980, Didier Operti, che ha detto che i popoli latino americani si aspettano di più dal processo integratore.

 

Estay ha sottolineato che una nuova speranza, non senza grandi sfide, è sorta con la creazione dall'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) e con il progetto della Comunità Sud-americana delle Nazioni (CSN), progetti sorti, come sostituzioni del fallito Accordo di Libero Commercio delle Americhe, che gli Stati Uniti tentarono di imporre e ai Trattati di Libero Commercio, con i quali gli USA pretendono di sostituirlo, per colonizzare di nuovo la regione latino americana.

 

Il IX Incontro Internazionale degli Economisti continua le sue sessioni sino a venerdì 9 febbraio.

 

 

8/2/2007 -  F.R Matienzo www.granma.cu (AIN)

 

Denunciata la doppia morale della

stampa occidentale nella lotta al

terrorismo

 

 

 

La doppia morale applicata dagli USA e dai grandi mezzi di comunicazione nella lotta contro il terrorismo è stata denunciata nella capitale cubana durante il IX Incontro Internazionale degli Studenti di Scienze Economiche.

 

La detta riunione si è svolta nell’ambito dell’evento mondiale degli economisti su Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo, tuttora in corso nel Palazzo delle Convenzioni de L’Avana, dove il franco-algerino Salim Lamrani, ricercatore dell’Università della Sorbona a Parigi, ha esposto come la stampa occidentale si sia fatta complice di questo fenomeno.

 

"Com’è possibile nell’epoca della ‘guerra al terrorismo’ che le transnazionali dell’informazione e della comunicazione non si occupino del caso di Cuba, il paese che ha sofferto la più lunga e feroce campagna terroristica della storia moderna?", si è chiesto l’oratore di fronte a decine di studenti provenienti da diversi paesi.

 

Ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle a New York non sia stato ricordato il sanguinoso attentato del 6 ottobre 1976 contro un aereo commerciale cubano nelle Barbados, che costò la vita a 73 persone e che costituì uno dei primi atti di terrorismo aereo della storia.

 

Salim Lamrani, uno specialista sull’argomento dei rapporti Cuba-USA, che ha pubblicato i suoi articoli su testate come la digitale "Rebelión", ha opinato che se le società occidentali fossero intellettualmente libere, denuncerebbero il trattamento crudele e inumano contro i cinque cubani prigionieri in carceri nordamericane perchè hanno combattuto il terrorismo.

 

L’esperto, nel suo intervento pronunciato nel IX Incontro Internazionale degli Studenti di Scienze Economiche, ha fatto l’esempio della stampa francese, che ha definito Posada Carriles un "combattente anticastrista", una persona "accusata di terrorismo" o, arrivando al colmo dell’inganno, un "ex terrorista".

 

"Che succederebbe se definisse Osama Bin Laden un ‘anti-Bush’ o gli affibbiasse una qualsiasi delle suddette denominazioni?" ha chiesto, affermando che l’Isola caraibica è oggetto di questa guerra mediatica imperialista perchè ha dimostrato che l’applicazione della dottrina neoliberale è un vero fallimento".

 

 

6/2/2007 - J.R.Tur www.granma.cu

 

IX INCONTRO GLOBALIZZAZIONE E SVILUPPO


Confermati dai fatti i

pronostici di Fidel

• Partecipano stranieri di 43 paesi e di 27

organizzazioni internazionali
 

 

 

I pronostici fatti dal Comandante in Capo nei precedenti incontri di Globalizzazione e Sviluppo sono stati confermati in questa IX edizione, ricordando fatti avvenuti come Fidel aveva previsto.

 

Gli economisti reclamano la
liberazione  dei Cinque

Nei primi due giorni del IX Incontro Internazionale degli Economisti su Globalizzazione e Problemi dello Sviluppo che si sta svolgendo all’Avana, sono state raccolte tra gli economisti presenti per reclamare la libertà dei Cinque Patrioti cubani ingiustamente reclusi negli Stati Uniti.

Il Foro ha dato la possibilità a professionisti e  studenti di una ventina di paesi di sommarsi alla causa e di conoscere i dettagli dell’illegale processo manipolato e delle assurde condanne inflitte a questi combattenti contro il terrorismo.

L’iniziativa forma parte delle azioni del Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque. Una volta terminata la raccolta delle firme, queste verranno inviate a Stephen McFarland, direttore dell’Ufficio nordamericano degli affari cubani del Dipartimento di Stato, a Washington.

Il documento spiega che otto giuristi in differenti istanze, un gruppo di tre giudici della Corte d’Appello del XI Circuito di Atlanta e cinque esperti del gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie della ONU hanno revocato le sentenze e dichiarato arbitrario e illecito l’arresto di Gerardo Hernández, Ramón Labañino, René González, Antonio Guerrero e Fernando González, noti come i Cinque.

Il presidente del Comitato Organizzatore e dell’Associazione cubana degli Economisti e dei Ragionieri, Roberto Terrier, inaugurando il IX Incontro Internazionale degli Economisti su Globalizzazione e Sviluppo, ha sottolineato alcune delle tesi sostenute da Fidel sin dalla prima riunione nel 1999, ed ha ricordato le sue certezze sul fatto che le grandi crisi fanno sorgere grandi soluzioni e l’avviso che un’aggressione all’Iraq sarebbe divenuta una guerra patriottica.

 

Il dirigente degli economisti cubani ha segnalato il fatto che all’Avana si sono riuniti delegati come Evo Morales, Rafael Correa, Daniel Ortega e Luis Ignacio Lula da Silva, oggi presidenti dei loro paesi, impegnati ognuno con il proprio stile, a cambiare la storia delle loro nazioni.

 

Il messaggio del Premio Nobel di Economia del 2006,  Edmund Phelps è stato una vera sorpresa.

 

Phelp, a nome proprio e della moglie Viviana, ha indicato che è stato un onore parlare in presenza del Comandante Fidel Castro e di un pubblico così numeroso di esperti e studenti cubani.

 

Radhamés García, direttore dell’ Università Autonoma di Santo Domingo, ha consegnato un quadro e una lettera per il Comandante in Capo e nel primo pomeriggio dell’incontro internazionale erano già registrati 1494 delegati tra i quali 360 stranieri di 43 paesi e di 27 organizzazioni internazionali e regionali.

 

All’inaugurazione dell’incontro hanno partecipato José Luis Rodríguez, vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro di Economia e Pianificazione; Gladys Bejerano, ministro di Auditoria e Controllo; Raúl de la Nuez, ministro del Commercio Estero; Georgina Barreiro, ministro di Finanze e Prezzi; Ricardo Cabrisas, ministro di Governo; Osvaldo Martínez, presidente della commissione economica della ANPP, tra i molti invitati.