Risoluzione di denuncia sui tentativi di

ingerenza UE nella Rivoluzione cubana

 

14 febbraio 2007 - www.granma.cubaweb.cu

 

In un nuovo tentativo d'immischiarsi negli affari interni di Cuba, in complicità con la politica anticubana dell'Amministrazione nordamericana, l'Unione Europea ha deciso di elaborare una cosiddetta "strategia a media e lungo termine" su Cuba, promossa dalla Repubblica Ceca, che segue i modelli del Piano Bush, compreso un annesso segreto, ad uso e somiglianza di quanto elaborato a Washington.

Gli Stati Uniti, per ottenere i suoi obiettivi,  hanno lavorato nella formazione di un denominato "Gruppo di Amici di Cuba Democratica" composto dalla Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Lituania e Slovenia, tutti uniti dall'odio per la Rivoluzione Cubana, tipico dei convertiti.

L'adozione di questa strategia ha una matrice d'intromissione e discriminatoria e condurrà solo ad un peggioramento nelle già complesse relazioni Cuba-UE.

L'UE non ha nessuna autorità morale per imporre condizionamenti alla Repubblica di Cuba nelle sue relazioni.

In questo senso denunciamo che la politica dell'Unione Europea verso Cuba, attraverso la denominata Posizione Comune e le sanzioni del 2003, attualmente solamente sospese temporaneamente, ha un carattere marcatamente illegale ed interventista.

Nello stesso senso denunciamo che questa Posizione Comune sostenuta dal Governo Aznar, attuando quanto dettato dai gruppi più estremisti di Miami capeggiati da Mas Canosa, ha dimostrato che agire al servizio USA solo serve per pregiudicare gli interessi dei Paese Europei che potrebbero sviluppare relazioni culturali, sociali ed economiche vantaggiose per entrambe le parti.

L'UE sta dimostrando l'incapacità di formulare una politica propria ed indipendente verso Cuba, subordinando le sue azioni agli interessi USA, come si dimostra nella similitudine di posizioni con quanto esposto nei capitoli uno delle due relazioni che configurano il nominato Piano Bush per Cuba.

In questa cornice, si presenta il nuovo tentativo di mettere in moto una serie di misure dirette ad intromettersi nella situazione interna della Repubblica di Cuba con chiaro disprezzo dei sacri principi del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, e che queste nuove misure si realizzano davanti al fallimento dei tentativi USA per farla finita con la Rivoluzione Cubana; per questo ora hanno bisogno della complicità di una UE sottomessa ai loro interessi per continuare a perseguire i loro obiettivi di dominio su Cuba.

È chiaro che la chiamata Posizione Comune verso Cuba evidenzia un doppio standard nelle relazioni internazionali, con misure selettive, ipocrite e chiaramente interventiste dirette a cambiare il sistema politico, economico e sociale di Cuba, mentre non si dice nulla sull'esigere la fine del blocco, della situazione chiaramente illegale delle persone detenute nella prigione della base navale di Guantanamo, tra i quali si trovano cittadini della stessa Unione Europea, o ai voli e prigioni segrete della CIA, che vari governi europei hanno permesso.

Se adottasse questa nuova strategia interventista l'UE si assoggetterebbe agli interessi dei settori più ultra USA dimostrando mancanza di rispetto per la sovranità del Popolo Cubano di decidere il proprio modello di sviluppo tale e come si è dimostrato durante gli anni; di fronte all'aggressività USA l'applicazione di politiche interventiste é solo servita a dimostrare la persistenza del Popolo Cubano nella difesa della sua dignità come popolo e della sua sovranità come Paese.

Il PCE difende la continuità del modello politico, sociale cubano, col quale ci sentiamo solidali, che non dipende dalle determinazioni e dalle decisioni UE e molto meno da quelle promosse da governi subordinati agli USA, ma dalla ripetutamente dimostrata volontà sovrana del popolo cubano.

In conseguenza il Comitato Esecutivo del PCE denuncia qualunque tentativo di aumentare l'ingerenza UE a Cuba chiedendo al contrario che si annulli qualunque misura che supponga ingerenza in fatti interni cubani e che si tenga verso Cuba lo stesso trattamento che si mantiene verso altri paesi, incominciando proprio dagli USA che non sopporterebbero il più minimo confronto.

Dal Comitato Esecutivo si sollecita a trasportare il dibattito in tutti i fori politici ed istituzionali reclamando la necessità che l'UE mantenga una politica verso Cuba, indipendente e diretta a difendere gli interessi propri della UE e dei suoi cittadini senza subordinarli ai propositi degli USA di farla finita con l'indipendenza di Cuba e ritornare alla situazione di semi-colonialismo anteriore al1959.

Il PCE sosterrà una campagna esplicativa sulla situazione della Rivoluzione Cubana e le sue prospettive di futuro.

Madrid. Febbraio 2007